Liviana Greoli: "Sono sempre stata madre... di mia madre"
Roma 2011 ott. 29 Archivio Vivo Lunàdigas MPEG colour sonoro
Le ragioni della scelta start 00:03:21end 00:08:13 Ragionando sui motivi che l'hanno portata a scegliere di non avere figli senza pentimento, Liviana confessa che risiedono nel rapporto con i genitori, verso i quali ha sempre avuto un ruolo protettivo e materno, e nella volontà di non ripetere i loro errori fatti per eccesso d'amore o egoismo.trascrizione LIVIANA GREOLI: "Ho capito che io non sono mai stata figlia. Io sono sempre stata madre, di mia madre soprattutto ma anche di mio padre. Mamma era una cosina piccola, da proteggere. Io a dieci anni ero già più alta di mia madre; e lei proprio mi chiedeva protezione, e io gliel'ho sempre data, cioè sono sempre stata responsabile, ma non perché lo ero per indole, questa è la cosa strana, ma perché non potevo farle del male. Non potevo, lei aveva un vissuto già tanto pesante che io non potevo aggiungergli niente.
Quando dico così mi dispiace sempre pensare di poter dare un'immagine negativa dei miei genitori ma non è così. Io non avrei mai voluto altri genitori che loro; loro mi hanno amato tantissimo ma forse non avevano gli strumenti per amarmi nel modo giusto.
No, non ha mai insistito anche perché io ero il suo mondo, io le bastavo.
Poi mamma era come me: lei amava tutti, quindi non aveva bisogno di focalizzare l'affetto su un parente stretto.
No, non ho mai sentito da loro questa richiesta, non ho mai sentito neanche la richiesta di matrimonio, di vita comunque che rispettasse determinate regole. Non mi sono mai sentita incalzata da loro.
Semmai mi sono sentita, per un periodo, incalzata da me stessa, nel senso che il tempo c'era, il compagno c'era, e perché io non desideravo avere questo figlio che era per tutti un passo naturale?
Quindi all'inizio pensi che, appunto, dipenda da tutto quello che per te è stato raccontato come gravidanza, come parto eccetera, infatti lo somatizzavo, per me una donna incinta era una donna malata, cioè la immaginavo come una donna malata, poi più avanti, lavorando un pochino più su di me, ho capito altre cose.
Ho capito, intanto, non che io non abbia un senso materno, perché, anzi, io credo di averlo anche molto sviluppato: non ho l'egoismo che ha avuto mia madre, perché per mia madre un figlio era la salvezza, e io non... dopo, col tempo ho capito che non volevo un figlio perché non volevo poter fare i danni che loro avevano fatto a me, ma non perché non mi amavano, anzi è proprio questo il punto: che amare un figlio non ti salva dagli errori che puoi commettere. E quindi prima bisogna lavorare molto bene su se stessi e poi si può capire se si può avere un figlio che non subisca i tuoi danni.
Per tanto tempo ero convinta della mia decisione però per tanto tempo temevo che poi, arrivando al punto di non ritorno, che ancora adesso non è arrivato perché ormai si hanno figli fino a sessant'anni, però qualche anno fa magari lo sentivo come punto di non ritorno, mi sarei pentita della scelta. Questo era il timore.
Invece no. No, non la penso mai come una scelta sbagliata, forse non la penso neanche come una scelta, è stata una cosa così naturale che non la sento come una cosa così meditata."
English:
LIVIANA GREOLI: "I realised that I was never truly a daughter, I was always a mother, to my mother, above all, but also to my father. Mom was a small woman, she needed to be protected. At the age of ten, I was already taller than her. She expressively asked to be protected, and I always did.
I was always responsible, but not because I was by nature, strangely enough, but because I could've never hurt her.
I just couldn't. She had already gone through so much, I couldn't have added anything on top. When I say these things, I always fear I'm portraying my parents negatively, but that's not the case. I would never have wanted other parents but them. They loved me a lot, but perhaps they didn't have the tools to love me as I needed. She never pressured me on that, I was my mom's whole world, I was enough for her. My mom was like me: she loved everyone so she didn't need to focus her affection on a single next of kin. They didn't pressure me on that, nor did they pressure me to get married, or to have a life conforming to social norms. They never pressured me.
If anything, I felt pressured by myself for a while, as the time was right, I had a partner, so why didn't I want children, that everybody considered the natural progression of things?
At first, you're led to believe that your attitude depends on what you know about pregnancy and childbirth. And in fact I did somatized it. To me, pregnant women were ill, I saw them as somehow sick, but then I started working on myself and I realised other things. Firstly, I realized that I don't lack maternal instinct, I believe I do have a pretty developed one. I'm not driven by selfishness like my mother was, to her, a kid was meant to save her And I don't...
It took me some time to realise I didn't want a child, as I didn't want to damage someone the way they did with me. And my parents did love me, and it was precisely for that reason. Loving a child doesn't exempt you from making mistakes. We all need to work on... we need to work deeply on ourselves first, and then we can decide if we're able to have children without hurting them.
Although I was very convinced of my decision, for a long time I feared that when my time was up which theoretically still isn't, as nowadays people have kids until their sixties, but back then I feared that reaching the point of no return, I would have regretted my choice. That was my fear. But that was not the case. No. I never see it as a wrong choice, I don't even consider it a choice. It happened so naturally, I don't feel it as a thought-through decision."soggetto madre padre famiglia d'origine protezione genitori pentimento scelta egoismo