skip to Main Content

Veronica Pivetti: "Non credo di esercitare mai il mio istinto materno"



La famiglia start 00:05:00end 00:09:43 Riconoscendo la sua condizione di privilegio nell'avere avuto dei genitori che l'hanno valorizzata, Veronica parla dell'abuso di potere che si esercita all'interno del sistema famiglia verso il neonato, la cui crescita passa tramite un percorso faticoso di libertà e autonomia dalla famiglia stessa.trascrizione VERONICA PIVETTI: "Io sono probabilmente una figlia molto fortunata perché io ho avuto una madre che mi ha... mi ha molto assecondato, mi ha molto ascoltato. E anche devo dire molto valorizzato, cioè io ho avuto la fortuna di avere, e devo dire in questo caso parlo anche dei genitori, due genitori che mi hanno sempre chiesto: "cosa ti piacerebbe fare? per cosa ti senti più portata?" Non è una cosa così scontata, non è così… così ovvio, invece per me è stata ovviamente molto importante, perché non sono stata…non ho avuto un'educazione coercitiva, ecco, questo sicuramente no.
Poi vabbè certe cose sì probabilmente mi sono state imposte, e piano piano con l'età mi sono ripresa quello che non avevo… ho creato quello che non era stato formulato chiaramente nella mia testa, mi sono ripresa quello che non avevo avuto, ma questo è logico insomma, la vita è fatta… è bella perché è fatta di queste cose. Però secondo me c'è un abuso di potere spaventoso delle madri nei confronti dei figli, ma proprio un grande abuso di potere, un grande abuso di potere dei genitori, un grande abuso di potere dei nonni, cioè in sintesi della famiglia che nei confronti dell'ultimo nato ha una sorta di venerazione secondo me pure esagerata, però anche una gran… esercita anche una grande coercizione. Poi alla fine io quello che mi domando sempre è: "sì, tutti intorno al bambinello come se fosse veramente sacro, però poi lo ascoltano, gli chiedono veramente cosa vuol fare, cosa gli piace?" Questo a me lascia sempre un po' perplessa, mi sembra sempre una bomba innescata un neonato, e lo dico con grande amore nei confronti dei neonati, anche se non li ho avuti, però mi metto sempre nei panni… a me capita spessissimo, sarà una cavolata, una cazzata, non lo so, quando vado in giro e vedo i bambini in carrozzina, a me mi si stringe un po' il cuore. Io, non lo so perché, però penso a quanta poca libertà ha quell'essere lì dentro, perché, non solo perché è lì dentro che, anzi, deve essere anche un luogo molto comodo, io non me lo ricordo, ma deve essere comodo, stare in carrozzino deve essere stupendo, ti portano quindi, insomma, da quel punto di vista deve essere molto piacevole, però poi uscirne da quella carrozzina è dura, difficile. Infatti, secondo me c'è gente che anche alla mia età non ne esce, stanno sempre in carrozzina. Per cui, non ti nascondo, che a me vedere un bambino in carrozzina mi dà anche un po' di angoscia perché penso a quando questa persona si libererà di tutto questo amore, di tutto questo salvagente d'amore e di teste altrui, pensieri altrui: quando potrà uscire? Poi in molti casi sicuramente molte persone hanno questa fortuna, hanno dei genitori comprensivi, delle madri che si sanno ritirare, che sanno stare... fare il famoso passo indietro che in politica non si parla d'altro che fare un passo indietro e non lo fa mai nessuno, ma insomma, vabbè. Ecco, quando le madri fanno un passo indietro? È quello che io auguro sempre ai bambini, che è il motivo per cui appunto, quando li vedo sorrido magari, però, con un po' di fatica perché penso che ci sia... cioè c'è tutto un futuro da augurargli di grande fatica, secondo me. I neonati fanno una grande fatica, e non perché debbano imparare a parlare, camminare, quelle sono tutte cose, si sa, sono cose tecniche, è tutto il resto che mi spaventa. Non è per questo che non ho fatto figli. Non è per questo che non ho fatto figli perché come ho detto non ho fatto figli perché evidentemente non ne avevo voglia. Guarda, è tanto semplice, è inutile cercare motivazioni. Non mi andava, non era tra le mie priorità e quando una cosa non è tra le tue priorità non la fai, magari, appunto, campi tutta una vita e poi dici: "uhu non ho un figlio", beh evidentemente …
Non è per questo, appunto, non è questo il motivo per cui non li ho fatti però guardo molto quello che mi succede intorno e mi faccio tanto questa domanda, cioè mi faccio tanto la domanda di quanto poi una madre che fa un figlio sia pronta a mettersi da parte e a farlo esprimere, crescere, svilupparsi come cavolo vuole lui o lei, non importa, parliamo nel senso di figlio. Quanta autonomia una madre è disposta a regalare a suo figlio da subito. Perché poi la vita si basa su quello, su quanto tu ti sai arrangiare, hai anche la libertà di far vedere quello che sei. A me quella è la cosa che fa più impressione e insisto non trovo che sia un mestiere per tutti, anzi trovo che sia un mestiere per pochissimi. Pochissimi."

English:
VERONICA PIVETTI: "I probably am a very lucky daughter, because I had a mother.... who has always been very supportive, and who has listened to me, and she also valued me a lot. I have been lucky enough, and I talk about both of my parents, two parents who always asked me: "What would you like to do? What do you feel more inclined to?" This is not obvious to everyone, it's not so... so obvious. As for me, it was obviously very important, because I was not... I didn't have a strict upbringing, that's for sure. Certain things were imposed on me though, for sure.
Slowly with age, I acquired the things I lacked... I created the things that weren't clear in my head before, I took back what I did not have, but this is logical, that's life... That's the beauty of it. But I believe some mothers abuse the power they have over their children.
Abuse of power exercised by parents, grandparents, by the family in general, towards the last born who is kind of venerated, which is a bit too much so, at times, but it is also subject to coercion. I always end up asking myself: "you're all focused on the newborns as if they were sacred, but do they listen to them, do they ask them what they want to do? What do they like?" This always leaves me a bit perplexed, to me that a new born is like a bomb waiting to explode.
I say this with great love towards children, although I didn't have them, I always try to empathize... It happens to me very often, it may sound silly, When I see children in baby carriages, it wrings my heart a bit. I don't know why, but I think about how little freedom that child has in there. Not because they're in the carriage, as it must be a very comfortable, being in a stroller must be wonderful being carried around, it must be very pleasant in a way, but what is hard is getting out of that baby carriage, it's difficult. I think that some people my age haven't got out yet, they are stuck in that baby carriage. So, I won't hide that seeing children in carriages gives me some anxiety because I think about the time when this person will stop receiving all that love, that serves as a lifeline and other people's ideas: when will they get out?
On the other hand, in many cases, people have the luck to have understanding parents mothers who know how to step down, who know how to... take that famous step back. It's a very talked-about topic in politics, although nobody does, anyway... So, when do mothers take a step back?
This is what I wish for children, which is also why, when I see them, I smile but with a bit of concern, because we wish them a great future but great difficulties ahead of them. Newborns have a hard time, not for learning to talk and walk. Those are all things, you know... that are technical, it's everything else that scares me. But that's not why I didn't have children. That's not why I didn't have them because, as I said, the reason is I didn't want to.
It's very simple, useless to look for reasons. I didn't feel like it, it wasn't among my priorities and when something is not a priority you don't do it, you go on all your life and then you realize: "I don't have a child", well obviously...
This is not the reason why I haven't had them, but I observe what happens around me, and I ask myself a question I ask myself to what extent a mother is ready to put herself aside to let her child express themselves, grow, and develop as they want, him or her, it doesn't matter, we are talking about a child.
How much autonomy a mother is willing to give her child right away. Life is based on that, on how much you can handle by yourself, you have the freedom to show what you are. To me, that's what's scary, and again, I don't think it's a job for everybody, I think very very few can do this job."
soggetto genitori famiglia d'origine famiglia figli potere pressione


Back To Top