Veronica Pivetti: "Non credo di esercitare mai il mio istinto materno"
Roma 2014 mar. 31 Archivio Vivo Lunàdigas MPEG colorato sonoro
Il lavoro start 00:09:44end 00:13:20 Esternando il suo entusiasmo verso l'inchiesta di Lunàdigas, Veronica racconta di sentirsi pienamente realizzata nel suo lavoro per il teatro e l'audiovisivo. Riconosce la dimensione generativa e di cura dei suoi progetti e la responsabilità verso le persone che lavorano con lei.trascrizione VERONICA PIVETTI: "Io quando mi avete contattato per questo... a parte mi ha fatto piacere perché io sono sempre un po' quella che viene interpellata per dare un'opinione sulle vacanze o su i saldi e io dico sempre: "No grazie, non mi interessa, non so, perché ci sono i saldi?", cioè, essendo un'attrice comunque brillante mi devo occupare di cazzate sempre, necessariamente. Invece ho detto: "cercano me per questa cosa, menomale!", e poi mi sentivo molto adatta a questa vostra inchiesta, a questo vostro lavoro. Io penso che sia... il motivo per cui ho detto sì è che, secondo me, questa operazione è importantissima e utilissima, utilissima, perché dà un altro punto di vista finalmente, dà un altro punto di vista della donna, siccome io presuppongo che voi intervisterete persone della mia età, cioè cinquantenni, intervisterete forse anche delle trentenni, delle ventenni, delle ottantenni, perché siamo sempre donne, fino a che non moriamo siamo donne e non importa l'età che abbiamo, credo che sia importantissimo dare più punti di vista di persone che però hanno fatto tutte questa scelta; poi magari intervisterete anche donne che non hanno potuto avere figli e sono disperate perché non hanno potuto avere figli, questo io... anche di questo ho massimo rispetto, però penso che sia importantissimo dare voce a questa cosa e soprattutto spiegare che una donna è importante lo stesso anche se non figlia perché questa è un'altra cosa che trovo veramente da medioevo: cioè una donna che non fa figli... A parte che, tra l'altro, io per esempio le cose che faccio le costruisco, cioè professionalmente, le cose che faccio le costruisco molto, le vedo proprio nascere quindi in qualche modo io non genero esseri umani ma genero progetti, genero lavoro, genero cose che mi riguardano e che, oltretutto, coinvolgono sempre un sacco di altre persone per cui c'è una sorta di istinto materno nei progetti che io faccio, sicuramente io li curo come dei figli perché sono quello che probabilmente mi dà più gioia in assoluto, quello che mi realizza, quindi questo è fondamentale. A me ha realizzato il lavoro, non mi ha realizzato un figlio e quindi do al lavoro tutto quell'amore, quella dedizione, quelle notti insonni, perché sai le notti insonni non le fanno mica solo le mamme che devono allattare, delle quali ho il massimo rispetto, ma tante notti insonni me le faccio anch'io per il mio lavoro. Ma non perché allora dice : "Ah, allora, tu sei concentrata su di te!" - intanto sì e trovo che sia sanissimo perché non mi sembra scandaloso dedicare a una cosa che ti fa esprimere, che ti fa realizzare, tutto il tempo che hai a disposizione, altroché. Ma non solo, siccome il mio lavoro oltretutto non è un lavoro solitario, ma è un lavoro sempre cumulativo, sul set siamo cento persone, in teatro siamo venti persone, cioè, comunque siamo sempre tanti, io sento anche tanto la responsabilità di tutte le persone che lavorano con me, per cui c'è questo senso di famiglia, poi questo mestiere secondo me lo dà moltissimo il senso di famiglia.
Penso che questa vostra operazione sia raris cioè forse siete le uniche che danno così voce a questo aspetto della donna, della femminilità, perché voi parlate di donne che sicuramente non abdicano alla loro femminilità per niente, cioè io penso che le persone che intervistate, lo farebbero sia da madri che non da madri, insomma cioè, sono binari assolutamente paralleli, non è che le cose si intersechino per forza, per cui credo che dare voce a tante donne, immagino molto diverse, che hanno tutte però fatto quella scelta sia prezioso, penso che questo lavoro sia prezioso!"
English:
VERONICA PIVETTI: "When you contacted me for this... I was pleased because I'm always the one who's asked to give opinions on vacations or sales or whatnot, and I say, "No thanks, I'm not interested, why, they're having a sale?" Being a comedian, I am I always have to deal with this kind of crap.
In this case, I said, "I'm glad they're looking for me for this!", I feel like I'm very suitable for this interview of yours, for this project of yours. The reason why I accepted is that I believe this project is very important and useful, very useful because it shows another point of view. It shows a different point of view, since I assume that you interview women my age, around fifty years old. Maybe you also interview thirty, twenty, eighty-year-old women, because they're all women. We are women until the day we die, age doesn't matter, I think it is very important to showcase
different points of view of people who have all made this choice. Maybe you also interview women who couldn't have children and are desperate because of it.
I've the utmost respect for this too, but I think it is very important to give voice to this, and above all, to explain that women are equally important even if they don't have kids.
This is something else that I find really outdated: the judgment on women with no children. But besides that, as far as I'm concerned, professionally speaking, the things I create, I build them meticulously, I see them come to life, I don't generate human life but I generate projects, I generate work, things that concern me and that, moreover, involve a lot of other people.
I feel a sort of maternal instinct towards my projects, I take care of them like children because they give me the most joy, what makes me happy, this is fundamental. My work fulfills me, not a child, so I give my work all that love and dedication, sleepless nights, because sleepless nights are not just for mothers who breastfeed, for whom I have great respect. I did many sleepless nights for my work. "So, you are focused on yourself" Well, yes I am, and I find it very healthy, I don't think it's outrageous to focus on something that fulfills you, in which you express yourself, all the time you have. Not at all. Not only that, since my work is not solitary, but it is always very social,hundreds of people on the set, in theatre we are a dozen... lot of people, anyway.
I feel a sense of responsibility for the people I work with. There's this sense of family, I believe this job builds a strong sense of family. I think that this project you're doing is very rare... probably you are the only ones who explore this aspect of womanhood, of femininity.
You talk about women who certainly do not give up their femininity. I believe the those you interview would not give up their womanhood regardless being mothers or not. Both things exist separately and they don't have to necessarily intersect. Giving voice to so many women, from very different backgrounds, who have all made that choice, is extremely valuable, I think that this work is priceless!"soggetto progetto lavoro realizzazione cura responsabilità cinema