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Paregger e Risé: "La nostra vita è dono di sé agli altri, con o senza figli"



La buona madre e il segreto del femminile start 00:06:57end 00:12:20 Paregger e Risé descrivono la maternità della donna selvatica, capace di rispettare il proprio segreto femminile e caratterizzata dalla capacità di lasciare i figli alla vita, considerarli nella loro alterità.trascrizione MARIA PAREGGER: "Poi questa donna selvatica fa questi figli, dona dodici, tredici figli ma se questo suo segreto viene..."
CLAUDIO RISÉ: "... rivelato..."
MARIA PAREGGER: "... rivelato lei va e torna forse solo la mattina presto per pettinare questi bambini. Poi li lascia a questo padre..."
CLAUDIO RISÉ: "... … e poi non torna più per niente e lì c'è un aspetto interessante comunque nella maternità ma poi anche nella paternità, secondo me, che i figli non sono tuoi, i figli sono loro, sono dei figli, non appartengono in nulla ai genitori. I genitori hanno questo dono di vita, dono di accudimento, hanno naturalmente un rapporto affettivo ma è necessario per il benessere di tutti e anche per lo sviluppo del mondo che vengano riconosciuti nella loro alterità, cioè il figliolo non è mai tuo. Se pensi che il figlio sia tuo, allora certo, forse è meglio non farlo e comunque non puoi nemmeno farlo perché diventa un impegno sovrumano anche dal punto di vista della natura, perché nella realtà il figlio non è tuo, il figlio è suo, questa è la natura umana."
MARIA PAREGGER: "Sì, a me aveva colpito questa salighe che poi se ne va e lascia questi figli lì ed effettivamente si può comprendere così che…"
CLAUDIO RISÉ: "...è anche la buona madre, quella che è capace di lasciare i figli. E questa è la grande difficoltà anche proprio del mondo moderno, perché c'è questa idea di un rapporto avvolgente che dura all'infinito ma non è così, non è così nella natura e non è così, per la verità, nemmeno nella storia."
MARIA PAREGGER: "E poi io penso anche che la madre deve star bene, e appunto, se il contadino rivela il nome, la salighe non sta più bene e quindi non può più fare la madre, anche forse per quello se ne deve andare; perché lei ha bisogno di essere rispettata, ha bisogno di essere vista e accettata e forse anche poi in quello vede l'aiuto che può dare a questo padre contadino di avere una relazione di non invasione ecco, anche.
Mi è piaciuta anche questa donna salighe perché non regge se invasa dalla… come si dice… dalla curiosità, questa curiosità, questo sapere tutto della natura, della donna invece di lasciare qualche cosa di sacro nella donna che vive con te, lasciarla anche un po' anche così come è."
CLAUDIO RISÉ: "Ma lì c'è un punto molto importante, secondo me, che è la relativa imprendibilità, imperscrutabilità del femminile. Tu non puoi scrutare il femminile fino in fondo.
La donna e la donna come rappresentazione della natura, la natura è portatrice di un mistero che la razionalità umana, la conoscenza umana non può mai penetrare fino in fondo e da questo punto di vista il femminile; la donna, rappresenta perfettamente questo mistero, probabilmente di più del maschile; non che il maschile sia scrutabile fino in fondo, perché ogni uomo, nella sua completezza, ha un suo mistero ed è importante che ce l'abbia e che sappia anche mantenerlo, però, certamente la donna ce l'ha ontologicamente perché rappresenta più dell'uomo la natura, è più dell'uomo "natura", è più identificata col corpo. L'uomo, questa è proprio una caratteristica del maschile, è sempre relativamente identificato col corpo. Questo anche spiega la guerra o il fatto che l'uomo sia sempre morto con una certa facilità, abbia messo a rischio la propria vita con facilità per gli altri, per la patria, per la famiglia, per quello che è, anche per gioco mentre la donna fa più fatica in questo, giustamente, perché il suo corpo è sacro perché è anche il corpo della natura."

English:
PAREGGER: "The wild woman has children, gives life to twelve, thirteen children but if her secret is…"
RISÉ: "... revealed..."
PAREGGER: "... revealed, she goes away and comes back maybe only early in the morning to comb these children. Then, she leaves them with their father..."
RISÉ: "... and then she never comes back. Anyway, there is an interesting aspect about motherhood, but then also about fatherhood. In my opinion, children are not yours, the children belong to themselves, they don't belong to their parents. Parents have this gift of life, this gift of caring, they naturally have an affective relationship, but it is necessary, for the well-being of all and also for the development of the world, that they are recognized in their otherness, I mean, the child is never yours. If you think the child is yours, then maybe it is better not to have them and anyway you cannot even have them because it would be a superhuman effort even from the point of view of nature. In reality, the child is not yours, children belong to themselves, that is the human nature."
PAREGGER: "Yes, I was struck by this "saliga" nymph who then goes away and leaves her children behind, and actually, you can understand so that..."
RISÉ: "...she is also the good mother. A good mother who is able to leave her children. This is also the great difficulty also in the modern world, because there is this idea of an enveloping relationship which lasts forever, but it is not like that. It doesn't happen is nature, and neither in history."
PAREGGER: "I also think that the mother has to be well, and precisely for this reason, if the farmer reveals her name, the "saliga" is no longer well and therefore she can no longer be a mother. That's perhaps one of the reasons why she has to leave, because she needs to feel respected, to be seen and accepted. Maybe, even in that she sees the help she can give this farmer father, namely having a non- invasive relationship. I also love this "saliga" woman because she doesn't hold up when invaded... by…how can I say… by the curiosity, by this wanting to know everything about nature, about the woman, instead of leaving something sacred in the woman who leaves with you, letting her be as she is."
RISÉ: "But there, for me, there is a very important point, which lies in being uncatchable, in the feminine universe being impenetrable. You cannot investigate the feminine universe fully. The woman also as a representation of nature. Nature is the bearer of a mystery, that the human rationality and knowledge can never penetrate to the core and from this point of view, the feminine namely the woman, perfectly represents this mystery probably more than the masculine. But it's not like the masculine can be scrutinised all the way, because each man, in his own wholeness, has his own mystery and it is important that he has it and that he knows how to maintain it. However of course, women possess it ontologically because she represents nature, more than the man, and she is "nature" more than man, she is identified more with the body. A typical characteristic of the masculine is relatively identified with the body. This also explains the war or the fact that the man always died with a certain ease, he had risked is life easily, for others, for the country, for the family or whatever, even for fun while women struggle with this, and rightly so, since her body is sacred it is the body of nature."
soggetto maternità figli accudimento natura paternità libertà


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