Il cerchio delle ceramiste: "Sulla mistica della maternità"
Roma 2015 mar. 19 Archivio Vivo Lunàdigas MPEG colour sonoro
Il post-gravidanza start 00:00:00end 00:07:14 Silvia racconta alle amiche come si sente dopo tre mesi dalla nascita del figlio e come la maternità, scelta avvenuta dopo essersi immaginata per anni senza figli, stia mettendo in discussione la sua identità femminile fondata sull'indipendenza, sulla libertà e sul dinamismo. Maria - anche lei madre - condivide il racconto di Silvia.trascrizione LAVINIA: "Come stai Silvia?"
SILVIA: "Diciamo che il periodo è abbastanza impegnativo di per sé. Però insomma voi sapete qual è la situazione, insomma."
LAVINIA: "Sei stanca?"
SILVIA: "Sono un pochino stanca e un pochino... c'è un insieme di elementi che compongono questo periodo che sono impegnativi. Avendo avuto un figlio da tre mesi, insomma, sto affrontando quelli che sono, penso, i primi momenti dell'essere madre che di per sé ha un impatto, secondo me, sulla vita di una donna abituata a pensare a se stessa, indipendente, che ha fatto sempre tutto, molto forte. Perché è un momento in cui uno nella vita si ferma, per cui, mi guardo intorno e vedo che tutti gli altri progrediscono, fanno cose, si muovono, sono in evoluzione e io mi sento completamente ferma. E questa è una cosa che nella mia vita non ho mai provato e non so neanche se riuscirò mai ad accettarla completamente. Però, dicono che sia normale, per cui la prendo così, insomma. Spero che passerà come cosa."
LAVINIA: "Comunque è una cosa che avevi previsto?"
SILVIA: "Però, per quanto te la puoi immaginare, secondo me non arrivi mai a capirla fino a quando non la provi. Poi, ovviamente cioè questi sono solo i lati negativi, poi c'è tutto l'aspetto positivo, che esiste, è reale, è tangibile ed è fortissimo a livello emotivo; però secondo me, per la vita come singola donna la maternità è un momento di fermo, è un momento in cui bisogna fare i conti col fatto che c'è qualcuno che decide per te, non sei più tu a decidere pienamente per la tua vita, almeno in questa fase, poi non lo so come sarà in futuro."
MIRIAM: "Ma perché la percepisci come io non capisco... cioè perché lo percepisci come un momento di fermo? Cioè nel senso...non è un divenire? ...nel senso il fatto che sia cambiata "
SILVIA: "Sicuramente è passaggio, è una trasformazione; il passaggio da una donna senza figli a una donna con un figlio è un momento in cui avviene una trasformazione nella propria vita, però se analizzo quelle che sono... cioè, quale è la mia condizione di essere umano al mondo, mi sembra che in questo momento la mia condizione è una condizione limitata. Capito? È una condizione in cui non posso esprimere quello che riuscivo ad esprimere prima: non sono libera di viaggiare, non sono libera di alzarmi la mattina quando mi pare, non sono libera di farmi una ceretta, non sono libera di fare tutta una serie di cose che prima decidevo in libertà. E questo è un dato di fatto. Certo, ovviamente il ragazzino c'ha tre mesi, e quindi sicuramente adesso è una condizione limitante dal punto di vista proprio fisico, dopo diventerà invece probabilmente un impegno e una responsabilità sotto altri punti di vista. Però questa è, secondo me, una realtà della maternità che ci dobbiamo raccontare in qualche maniera perché esiste come... cioè non è che l'amore materno scatta appena vedi un ragazzino, non è vero; si costruisce giorno dopo giorno, pezzetto dopo pezzetto e sono felice di questa scelta però ci sono dei giorni che guardo la casa dove vivevo prima, alzo lo sguardo e dico: "uff forse tornerei lì". Forse tornerei in quella vita lì. Sono momenti, sono frazioni, sono attimi, però ogni tanto questo pensiero ci sta."
MIRIAM: "Ma tu ti eri immaginata madre prima?"
SILVIA: "Io no, ma io non sono un essere umano molto materno come... è una scelta che improvvisamente è arrivata e che non ti so neanche spiegare il motivo per cui l'ho presa. Insomma io mi sono immaginata sempre senza figli, poi improvvisamente è arrivato questo momento e l'ho colto insomma, in qualche maniera. L'ho colto anche perché ho tutte le amiche senza figli, forse, e mi sono anche un po' stancata di tutte coloro che scelgono di non averne perché, secondo me, ormai soprattutto tra le donne, diciamo, di sinistra, le donne che hanno fatto un percorso di analisi profondo su se stesse, è quasi più comune la scelta di non aver figli, e quindi dentro me stessa invece ho come provato a ritrovare la naturalità di questa scelta, proprio biologica: riproduzione e basta insomma."
SARAH: "Ciao!"
LAVINIA: "Silvia ci stava raccontando di quest'ultimo periodo della sua gravidanza. Tu Maria più o meno hai avuto lo stesso percorso parlavamo "
MARIA: "Io la capisco bene, sì Io, in realtà, sono sempre stata ribelle e quindi anch'io non mi sono mai immaginata né materna né mamma, poi pure io è successo così, è andata così, e forse l'ho fatta pure come "contro-ribellione", cioè, per fare una cosa inaspettata anche rispetto a come sono, ero. Spiazzante. Quindi... però anche questa cosa quando ti sei emozionata la capisco bene perché è una bella botta. Però, è vero, passa, non sono come i cani, si autonomizzano e quindi piano piano guadagnano competenze, capacità e quindi la vita la riacquisti, però il primo anno e mezzo, forse anche i primi tre anni sono tosti. Son tosti perché non sei più sola, appunto, non decidi più della tua vita da sola. Hai un esserino che dipende in tutto e per tutto da te, e soprattutto tante volte non hai voglia. Quindi però, invece ti ritrovi tutto addosso tu perché poi per quanto insomma uno vive in un mondo più aperto, con, magari, dei compagni un po' più emancipati, più non cambia la vita ugualmente "
English:
LAVINIA: "Silvia, how are you doing?"
SILVIA: "Well It's a very difficult time. But you know what my situation is."
LAVINIA: "Are you tired?"
SILVIA: "I'm a little bit tired and... there are some elements in this period that are challenging. I had a baby three months ago. I'm facing what I think are the first moments of being a mum, which have a significant impact on the life of a woman who's used to think about herself, independent who has always done everything. It's a moment in which life stops. Looking around me, I see everybody else making progress, doing things, moving on and evolving, and I practically feel totally standing still.
And it's something that I've never felt in my life. I don't know if I'll ever fully accept it. But they say it's normal, so I take it like that. I hope I'll get over this feeling."
LAVINIA: "Is it something you expected?"
SILVIA: "As much as you can imagine it, I think you won't ever fully understand that unless you experience it. Of course, these are just the negative aspects, there are the positive ones too. They exist, they are real and tangible, and they have a deep impact on our emotions. But I think that for each single woman's life, motherhood it's like standing still. You must deal with the fact there is someone else who decides for you. You can't fully decide for your life anymore, at least in this phase. I don't know how it will be in the future."
MIRIAM: "Why do you perceive it as I don't understand, why you perceive it as if you're standing still. Isn't it a change? The fact that you have changed... "
SILVIA: "It's definitely a passage, a transformation. The passage from being a childfree woman to a woman with children is a moment in which a transformation of your own life happens. But if I analyze who I am, I mean what my condition as a human being in this world is, I think that at this moment my condition is limited. It's a condition in which I can't express what I could express before. I'm not free to travel, to wake up whenever I feel. I'm not free to get a wax. I'm not free to do all the things I used to do before. And that's a fact.
Of course, the baby is only three months old and now it's a limiting condition from a physical point of view, but then it will become a commitment, a responsibility from other points of view. For me, it's a reality of motherhood that we must talk about somehow, because it exists. It's not that motherly love pops up as soon as you see your baby. It's not true. You develop this feeling day by day, piece by piece and I'm happy about my choice. But there are days when I see the house where I used to live, I look up and I say that I'd like to go back there. Maybe I'd go back to that life. But these are just moments, seconds and instants. But I think about it sometimes."
MIRIAM: "Did you ever imagined yourself as a mum before?"
SILVIA: "I'm not a maternal human being. It suddenly happened and I don't even know the reasons why I made that choice. I've always imagined myself without kids, but that moment came, and I made that choice. I decided also because all my friends are childfree, and I'm tired of women who choose not to have children, because I think, especially among liberal women, the ones who did a deep path of self-analysis choose not to have children. I tried to find the nature of this choice just as a biological reproduction."
SARAH: "Hi"
LAVINIA: "Silvia was telling us about this last period, about her pregnancy. Maria, you had pretty much the same experience..."
MARIA: "I understand her very well. Actually, I've always been a rebel. I've never imagined myself neither maternal, nor as a mum, but then it happened, that's how it went. Maybe I got pregnant as a form of counter-rebellion. I did something unexpected towards who I was and who I am. It was surprising. I know why you got emotional. I can fully relate to that. It's a big change. But it's true, it will end. They're not dogs, they become independent. They gradually develop skills, abilities and you get your life back. But the first year and a half, maybe the first three years are tough. That's because you're not alone anymore, you can't decide for yourself anymore. You have a tiny baby who depends on you for everything and sometimes you don't want to. And you deal with all of this alone because, even if we live in a more modern society, with emancipated partners, more... Life changes anyway..."soggetto gravidanza maternità indipendenza scelta responsabilità libertà