Il cerchio delle ceramiste: "Sulla mistica della maternità"
Roma 2015 mar. 19 Archivio Vivo Lunàdigas MPEG colour sonoro
Oltre la mistica della maternità start 00:07:15end 00:15:02 Partendo dalle esperienze personali vissute come madri o come figlie, le ceramiste discutono su come la narrazione sociale della maternità stia a poco a poco - ma non ancora a sufficienza - includendo anche gli aspetti meno idealizzati: la fatica, la solitudine, il senso di inadeguatezza rispetto alle aspettative sociali di retaggio cattolico che indicano nella maternità la condizione di perfezione per la donna. Silvia riflette su come in Italia non ci siano le condizioni per esprimere una maternità individuale e questo si traduca nel ritorno dei figli ad appoggiarsi sul nucleo della famiglia d'origine.trascrizione SARAH: "No, di questo, già per fortuna, se ne comincia adesso a parlare, no? Anche degli aspetti non per forza positivi, forse non so come rispetto all'idea di una maternità appunto positiva, naturale, solo bella eccetera non lo so, ultimamente io comincio insomma a sentire voci fuori dal coro rispetto ad una situazione che io non conosco perché non sono madre, non lo so, però che, appunto... so che mia madre ha avuto insomma un periodo molto difficile quando siamo nate io e mia sorella per cui... però diciamo che è stata molto sola, anche per questo, perché socialmente forse non era una cosa molto accettata; poi lei, poverina, era straniera, non parlava italiano, era sola. Poi, anche a noi, lei stessa a noi questa cosa l'ha confessata abbastanza tardi, per cui in realtà è importante invece, no? che emergano anche come normali queste cose."
MARIA: "Però secondo me in realtà non è così. Io mi sono ritrovata ai giardinetti e l'ho raccontato a Lavinia una volta. Nel senso che ti ritrovi da sola, perché, appunto, stai sola, lo fai in due, non c'è più la famiglia allargata, non c'è più la comunità, quindi stai sola, ti ritrovi al giardinetto a dover parlare di cacche, di biberon, di cose così, che ti senti anche un po' mmm e però, se come battuta - io ne faccio anche di un po' ciniche, cioè, si sa che le faccio -, mi è uscito, ho detto che lo volevo ammazzare, si è creato il gelo intorno a me. Lo sguardo era proprio: "ma che stai scherzando?" E infatti ho attivato un gruppo di mutuo-aiuto, sì, eravamo quattro "
SARAH: " tutte che lo volevate ammazzare "
MARIA: "Più o meno, le fantasie erano quelle Però sì, cioè dove almeno potevi tirare fuori pure un po' di nero e non solo rosa, perché questa cosa "quanto sei realizzata, quanto sei bella, di quanto è tutto stupendo": col cavolo! A me non mi risulta proprio. Cioè, insomma poi è vero ci sono tante cose bellissime, intense, è una conoscenza, insomma, c'è un esseretto... ciao!... però, insomma non è tutta sta passeggiata e questa gioia nell'essere madre io personalmente non l'ho, no "
SARAH: "Ma neanche adesso?"
MARIA: "No, cioè non parlerei così neanche delle relazioni mie importanti, perché quindi di un figlio devo dire quanto è stupendo? Cioè, non è solo questo."
SILVIA: "Ma poi, tra l'altro, la cosa che ti accade, secondo me, appena uno diventa madre, ne accadono diverse però insomma, quelle che almeno a me hanno colpito di più: tutti ti chiedono se hai latte e se allatti. Come se io a tutto il mondo dovessi dire, che ne so, quante volte vado al bagno, come faccio la cacca, domande molto personali, per cui dico: perché?
E poi l'altra cosa che tutti ti dicono: "ti cambierà la vita!" Ma potrò fare io un bilancio di quello che è la mia esperienza? E se non ti sembra che ti sia cambiata la vita ti senti pure un po' in colpa, un po' responsabile, dici: "Mah, forse la sto prendendo male". Perché c'è secondo me veramente una responsabilità sociale nel diventare madre. Lo devi diventare secondo certi canoni e secondo... cioè, seguendo una certa strada.
È vera, secondo me, questa cosa che hai detto prima rispetto a tua madre. Secondo me c'è come una non-libertà di raccontare anche quelle che sono le proprie difficoltà nel ritrovarsi in questo ruolo. Soprattutto, secondo me, per donne che appunto nella propria vita non hanno pensato sempre "un giorno metterò al mondo trenta figli", cioè per donne che nella loro vita sono arrivate a questa decisione attraverso, appunto, diverse fasi, anche attraverso la fase del dire "questo mondo mi fa schifo, un figlio non lo voglio mettere al mondo qui, adesso". Per cui secondo me c'è una visione molto stereotipata di come una madre si debba sentire, di come una madre debba essere, in qualche maniera."
MARIA: "Ma poi anche questa mistica che il non-plus-ultra dell'essere donna o dell'essere femminile è la maternità. A me ha sempre dato ai nervi e a tutt'oggi mi dà fastidio. Io non penso che mi abbia minimamente reso più donna e quindi anche su questo, anche lì ti ritrovi a cercare di voler sfuggire perché è come se automaticamente se sei una madre, sei una persona affidabile, sei responsabile, sei comprensiva, sei paziente sei materna!!!
Per niente, sono un disastro e un disastro sono rimasta, nel senso ... quindi è vero che poi entri in una categoria esistenziale a parte che, però, appunto è la realizzazione completa di quello che in potenziale potevi essere col piffero."
MIRIAM: "Dici anche che la mamma moderna è concepita in questa maniera secondo te?"
MARIA: "Sì."
MIRIAM: "Cioè, secondo me, un po' si è sfatato comunque questo mito della mamma perfetta, cioè oramai cioè nel senso sì, in linea di massima può essere rimasto un retaggio culturale, che poi figuriamoci, in Italia, poi la mamma è proprio... è amplificato forse questo punto di vista perché comunque con il retaggio culturale, anche cattolico, insomma, no? Però la mamma moderna secondo me è una mamma molto dinamica, che forse ecco riesce a far collimare quello che è il ritmo della propria vita con l'essere madre. No? Forse c'è una dimensione anche diversa rispetto a prima del crescere un figlio insieme ad un compagno, quindi anche la figura paterna è mutata "
SILVIA: "Però, lo sai Miriam, secondo me dove tutto questo discorso si infrange nella realtà? Si infrange, secondo me, nel momento in cui, almeno per quanto mi riguarda, nel momento in cui io ho preso questa decisione e poi sono rimasta incinta, ho dovuto sentire il bisogno di rientrare, almeno a livello di supporto, in quello che era la mia famiglia di origine, perché questa è una società che non ti permette di esprimere una maternità individuale; cioè io sono una donna, sono sola, o al massimo ho un compagno e cresco un figlio: questo assunto non funziona, a meno che non sei ricco proprio, probabilmente lo riesci a fare, altrimenti ti devi appoggiare, nella maggior parte dei casi ovviamente ti appoggi a quella che è la famiglia di origine a meno che non hai proprio un gruppo di amici, molto molto presenti e con cui fai una vita di comunità, diciamo . E questo, però, ti riporta ad uno stadio preliminare, cioè tu hai fatto un percorso di uscire dalla famiglia, sei uscita, hai fatto la tua vita, hai sempre fatto tutto da sola eccetera... nel momento in cui diventi madre ritorni e c'è una doppia frustrazione su questo meccanismo. Per cui è vero che le madri moderne sono molto dinamiche, sono molto la conciliazione per esempio lavoro-famiglia in Italia non esiste."
English:
SARAH: "Luckily, we're starting to talk about this, about the negative aspects of the idea of a positive, natural, maternity Just the beauty of it. Recently, I've heard voices out of line, towards a situation which I don't personally know, because I'm not a mum. But I know my mum went through a difficult time when my sister and I were born. She felt alone, maybe because it wasn't socially accepted. She was a foreigner, didn't speak Italian, was alone. She told us about her feelings pretty late. But it's important that those aspects are seen as normal."
MARIA: "But they're not. I was at the park and one time I told Lavinia, that you find yourself alone, because you're alone. It's just you and your partner, no extended family, or a community, so you're alone. You find yourself at the park talking about poops, baby bottles and stuff like that, and you feel like... eww. As a joke, I said, I make some cynical jokes, everybody knows that. I said I wanted to kill him, and everybody was petrified. They were like: "Is she kidding?" That's why I created a self-help group, it was four of us."
SARAH: "You all wanted to kill him."
MARIA: "Yeah, exactly. But yeah, we could about some darkness and not just feel-good tales. When people say: "You're so fulfilled, you're so beautiful. Everything's good." Hell no! That's not how it is. There are indeed wonderful and intense moments, it's a new awareness. There's a baby but it's not that easy. Being a mum personally doesn't really bring me that much joy."
SARAH: "Not even now?"
MARIA: "I wouldn't talk like that even for my most important relationships, why for a child then I should say how wonderful it is? It's not just that."
SILVIA: "I think what happens to you once you become a mum, a lot of things happen but, what strikes me the most is people asking if you breastfeed. As if everyone should know how many times I go to the bathroom or when I poop. Those are very personal questions, I wonder why they ask them.
Another thing everyone says is: "It will change your life!" Shouldn't I be the one to evaluate what my experience is? And if you feel your life hasn't changed you feel bad and responsible and you say: "Maybe I'm taking it the wrong way." I think you feel a sort of responsibility towards society once you become a mum. You should become a mum following certain standards, following a certain path. I think it's true what you were saying about your mum. Women aren't really free to tell what their troubles are once they become mums. Especially women who haven't always thought to have one day like 30 kids, or women who made this decision going through different phases, through the phase of "I don't want to have a baby in this world now." I think there's very much a stereotypical concept of how a mum should feel and how she should be."
MARIA: "The mysticism thinking the highest achievement of being a woman or of being feminine is believed to maternity has always bothered me and still does. I don't think that becoming a mum made me feel more feminine. So, even on this topic, you try to avoid that because if you're a mum you're automatically dependable, responsible, understanding and patient, more... you're maternal. Not at all. I'm a mess, I've always been... That's the way it is. You seem to enter into a separate existential category as if this totally fulfils whatever potentials you had. Hell no!"
MIRIAM: "You think the modern mum is perceived like that?"
MARIA: "Yes"
MIRIAM: "Well, I think the myth of the perfect mum debunked. Maybe there's still a cultural heritage, especially in Italy where mums are They're extremely important also because of a Catholic heritage. I think a modern mum is very dynamic, she's able to balance the rhythm of her life and her mother role. Isn't it so? Maybe it's different from the past: now you raise a kid with a partner, - the father figure also changed."
SILVIA: "Do you know where what you're saying differs from real life? It doesn't happen when, that's what happened to me, when I made this decision and I got pregnant, because I felt the need to go back at least for some support, to my family of origin, because our society doesn't allow you to live your pregnancy alone. I mean, I'm a woman, I'm alone, maybe I've a partner, and I raise my child. Well, this assumption doesn't work, unless you're rich, that might work. Otherwise, you must ask for support, in most cases, to your family of origin unless you have a very close-knit group of friends, with whom you have a community life, but this brings you back to an initial state. You moved away from your family. You built your own life, you've always done everything by yourself. But once you become a mum, you go back to them. There's a double frustration in this mechanism. Modern mums are indeed very dynamic but balancing your work and family time in Italy it's not possible."soggetto solitudine maternità giudizio sociale stereotipi famiglia d'origine cattolicesimo