Mario Gamba: "L'istinto paterno non so proprio dove trovarlo"
Roma 2014 mar. 30 Archivio Vivo Lunàdigas MPEG colour sonoro
Il giudizio sociale start 00:06:22end 00:11:08 Il racconto di Mario Gamba restituisce le memorie del bar del paese padano dove è cresciuto: dalle battute dei maschi a sfondo sessuale alla necessità di dare futuro al cognome familiare.trascrizione MARIO GAMBA: "Questo qui è un altro episodio, ci sono altri episodi che mi allontanano un po' ma quello che insomma rimane di fondo è questo quando io incrocio donne amiche che mi parlano di questo desiderio di maternità sentito come qualcosa di fisico, anzi qualcosa di sensuale persino o comunque di, non so bene quanto sia cultuale, adesso su questo andrebbe fatta un'analisi specifica che non tocca a me fare, io lì lo capisco, lo attribuisco a un fattore molto diretto; quando sento parlare di un bisogno di paternità, e succede anche, forse con i ragazzi giovani, i trentenni, non so, succede che sento parlare di queste scenette di famiglia del neonato che fa la popò e tu che... e questo giovane padre che lo accudisce, che insieme alla madre lo pulisce con un sorriso smagliante di gioia a me viene invece un rifiuto, mi viene un impulso di ironia verso questo tipo di cose. Insomma non sono portato, ecco, diciamolo pure. Non coltivo in me un impulso, un istinto, un desiderio, un bisogno, una raffigurazione di situazioni che combacino con la paternità. Poi se uno mi dice che sono egoista e che se fossero tutti come me la specie si estingue, io dico: "va beh, che si estingua!", perché in fin dei conti questa specie ha fatto già un bel po' di cose che noi reputiamo buone e tantissime altre che reputiamo pessime. Potrebbe anche estinguersi.
Naturalmente io ho ben impresso nella memoria tutto il discorso paterno, in particolare, sulla necessità di proseguire la stirpe, di continuare la famiglia eccetera che, devo dire, non era martellante in casa mia perché non eravamo una dinastia, non so, particolarmente prestigiosa, ma però insomma serpeggiava, come in tutte le famiglie, specialmente di un tempo. Questo anche non ha lasciato in me nessuna traccia, nessun pentimento; l'idea di pensare che il ramo della mia famiglia si interrompe a me non fa nessunissimo effetto, che si interrompa, non so, non capisco bene che cosa devo tenere in piedi, cosa devo difendere, eccetera."
English:
MARIO GAMBA: "There are some episode from life in my hometown, where I remember men sitting at a café talking about their sons, talking about having children, with a touch of male pride, as if they were their property, as if having children is an important source of pride for men. As if that's something that pertains to men, not to women, they were not even contemplated in this picture. It was a pure male pride in having kids, having descendants. But then, after my first marriage, I returned to my village from Milan where I was living at the time, I met these same characters and they asked me if I had kids and I said I didn't. They half-seriously, or rather totally jokingly, and a bit maliciously asked me if I "were able to". I vividly remember this joke and their association of paternity and male sexual potency and even ownership This is a concept I discovered later on speaking to my feminist friends who gave some deeper insight. The idea of paternity as an expression of male sexual potency is essentially groundless because it doesn't take much power to impregnate a woman. It might even be the opposite but let's not get into that. This is one episode, but there are others that drew me away from this, but the bottom line is this... Some of my women friends describe their maternal instinct as a physical, almost sensual desire. It may also be a cultural factor, that should be properly looked into, but not by me. I can understand that, as it is a very direct reaction, but when I hear men talking about their desire for fatherhood this happens quite a lot especially among youngsters... I hear them talking about these home routines, with their newborn who poohs and this young father taking care of them, both parents change the child's diaper with joy, as a bonding experience. Well, I have a feeling of rejection, I find these things laughable. Well, it's not my thing really, let's face it. I don't nurture this instinct in me, this desire, this urge or this portrayal of fatherhood. If people tell me that I'm selfish and that if everyone were like me human species would go extinct, I say, "let's go extinct then!"
After all, this species achieved many things some good, but also many very bad ones, so it may well disappear. Naturally, I vividly remember the whole fatherhood "propaganda", on the necessity of carrying on the family line, of preserving the family etcetera, which, to be honest, wasn't so oppressing at home, because there wasn't much of a legacy to be carried. Nevertheless, there still was this underlying pressure, in all families, especially back then. But I have no regrets, the thought that my family line will stop with me, doesn't even remotely affect me. Let it stop with me, I don't know."soggetto femminismo desiderio egoismo giudizio sociale rimpianto famiglia d'origine