Lea Melandri: "Il femminismo è stato un atto straordinario di nascita"
Carloforte 2012 ago. 06 Archivio Vivo Lunàdigas colour sonoro
Argomento taciuto start 00:55:21end 00:58:04 Lea Melandri racconta della rubrica della sua rivista "Lapis. Percorsi della riflessione femminile" che raccoglieva racconti di maternità, occasione per le donne della redazione di interrogarsi del perché non avevano figli: in quell'occasione capirono che la questione del non avere figli era ancora un terreno minato.trascrizione LEA MELANDRI: "No. Dunque intanto io credo - a mia memoria, di quello che ricordo - non mi pare di ricerche, studi, interrogativi su questo non ne ho visti finché, appunto, non ho incontrato Paola Leonardi. Ecco, no sbaglio. Io ho diretto per dieci anni la rivista "Lapis. Percorsi della riflessione femminile": una delle rubriche si chiamava "racconti di nascita". In realtà erano racconti di gravidanza e di parto. E abbiamo interpellato molte donne, perché raccontassero della loro maternità, maternità proprio, anche come gravidanza e parto. E lì non è stato difficile, anche lì con qualche... all'inizio, non così... non era un tema... Perché anche sul parto poi cala un'ombra, cala un momento insomma è come se il dolore del parto non venisse raccontato, almeno dalle donne della mia generazione veniva poco raccontato. Era più la felicità, poi, del figlio. Le ragazze più giovani - ho notato invece in molti incontri che ho avuto sulle scritture di esperienza - le ragazze giovani invece descrivono con una durezza estrema proprio la fase, la dolorosità fisica del parto, la lacerazione fisica. Alcune poi sulla questione dell'epidurale hanno scritto, hanno fatto anche dei siti, hanno scritto Quindi diciamo che se c'è un cambiamento generazionale è che c'è meno retorica e una percezione, una narrazione molto più puntuale, anche dell'aspetto fisico del parto. Dicevo c'era questa rubrica "racconti di nascita", racconti del corpo e a un certo punto noi della redazione, quasi tutte allora erano senza figli, poi qualcuna a quaranta l'ha fatto il figlio, però eravamo senza figli. E dovremmo anche dire perché noi non li abbiamo fatti. È stata una discussione allucinante, cioè venivano fuori delle fantasie, fantasie anche mostruosità, di qualcosa di perverso cioè c'era nel fondo, evidentemente, dietro al non aver fatto figli, evidentemente c'era qualcosa di anomalo che veniva visto, delle anomalie. C'era qualcosa di torbido, di oscuro, nella fisicità, legato al corpo, legato all'immaginario dei genitori. Quindi abbiamo capito che era un terreno minato in quel momento, che era difficile da portare allo scoperto, perché era carico di fantasmi. Quindi abbiamo rinunciato."
English:
LEA MELANDRI: "No. First of all, I believe, from what I remember, I haven't seen any studies or researches on the subject, until, as I said, I met Paola Leonardi. There wasn't... Well, no, I am wrong, I directed for ten years the magazine "Lapis. Paths for a feminine thinking"; in one of the features, it was called "tales on birth", they were tales of pregnancies and childbirth.
We asked many women to tell us about their motherhood, motherhood meant as pregnancy and childbirth.
And there it hasn't been hard, although at the beginning... it's not an easy topic, because also on childbirth there's a kind of silence, it's as if childbirth pains don't get told, at least very little from the women of my generation. It was more the happiness for the child. Younger women instead, I've noticed in many meetings I had on writing of your own experience, younger women write with extreme harshness about that phase, about the physical pain of childbirth, the physical laceration. Some wrote on the epidural as well, they created websites. Let's say with the new generations there is less rhetoric, the perception, the narration is much more precise, also regarding the physical aspects of childbirth.
This feature "tales on birth, tales on bodies" then, we in the editorial team were all childfree, although someone at 40 had a child, but back then we were childfree. So we thought we had to tell why we didn't have them. It was a incredible debate, so much came out, some fantasies, also kind of perverted, monstrous. Clearly, deep down, behind not having children, clearly there was something unusual, something regarded as an aberration. There was something dark, unclear, linked to the body, linked to the parents image.We understood it was a very thorny topic, at that time it was difficult to unearth because it was full of ghosts. So, we gave up."soggetto maternità tabù dolore felicità parto gravidanza scrittura persone citate Leonardi, Paola (sociologa) [persona citata]