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Lea Melandri: "Il femminismo è stato un atto straordinario di nascita"



Sguardi start 01:02:16end 01:04:51 Pur riconoscendo nella singolitudine anche una dimensione dolorosa, Lea Melandri ritiene di essere stata oggetto di sguardi benevoli e ammirati rispetto alla dimensione piena, progettuale e energica della sua vita non vincolata a figli, partner o famiglia.trascrizione LEA MELANDRI: "Ho sentito spesso degli sguardi affettuosamente invidiosi, nel senso: "beata te che puoi pensare a tempo pieno, che puoi scrivere, che puoi scegliere, fare una vacanza". Sì, qualcosa del mio tempo, questo mio tempo dedicato quasi totalmente per quaranta anni all'impegno femminista, che è una passione personale e politica. Ecco, ci sono i miei studi, ma ci sono anche le relazioni con le altre donne, sono le iniziative, quindi la mia vita è andata… il mio privato-pubblico insomma è andato un po' insieme. E quindi semmai più che l'ombra ho sentito invece l'idea che lì fosse questa mia esperienza di pienezza nella solitudine, dico pienezza non nel senso che non sia doloroso, ovviamente, farsi la vita da soli, adesso non esageriamo nell'idealizzazione: c'è una dolorosità anche nella difficoltà dei rapporti di coppia, ci sono delle difficoltà nel vivere la propria vita, nel fastidioso obbligo di vivere per sé…. però c'è anche una felicità di intrattenimento tra sé e sé che credo che si veda: uno pensa "pochissime relazioni sentimentali, non ha figli, non ha famiglia, pensa sempre: una triste, depressa"…. No. Io no, non lo sono. E quindi, in questo ecco sorprende che io non sia quella del ramo secco. Non mi piace l'idea della fertilità. Anche se - ripeto - mi piace veder nascere le piante, mi piace la fertilità della natura. Applicata alle donne la sento molto violenta, l'idea della fertilità. Però sicuramente ecco il fatto di non essere in coppia, di questa cosa, la "singolitudine"… però la vedono piena di vita, piena di relazioni, amicizie, progettualità, vitalità e quindi - forse - questo dà un'idea, anche una speranza, la speranza che è possibile non vincolarsi necessariamente né al figlio, né al marito, né alla famiglia."

English:
LEA MELANDRI: "I often felt some lovingly jealous looks, such as, 'lucky you! You can think full time, you can write, have a vacation... Yes, something about my time, almost totally dedicated, for forty long years, to feminist practice, which is my personal and political passion. There are my studies, but also... my relationships with other women, the initiatives... so my life, my private-public space walked together. So, if anything… I felt, more than a shadow over me, I rather felt the idea that maybe this experience of feeling fulfilled on my own... I say fulfilled, even though it is painful as well, building up a life on your own..
Let's not idealise too much, there is some pain, the difficulty of a relationship, it is also hard to live your own life, the bothersome obligation of living on one's own. There is also the happiness of entertaining yourself, which I think it shows. One might think, this one... very few sentimental relationships, no kids, no family, one might think, she must be sad and depressed. No, that's not me, I am not. And so, in this it is surprising that I am not that dead branch.
I don't like the idea of fertility. Even though I love to see plants growing, I like fertility in nature. Imposed on women, I find the idea of fertility very violent. Surely, having lived my life... They see mainly my not being in a couple, this thing of "singleness", but they see it full of life, full of connections, friendships, projects, very lively and maybe this will give the idea, but also the hope, hoping that it is possible not necessarily bind yourself to a son or a husband, nor to a family."
soggetto giudizio sociale solitudine invidia


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