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Moni Ovadia: "La voce del sangue non esiste"



Le ragioni della scelta start 00:00:00end 00:06:01 Moni Ovadia racconta le ragioni, professionali e private, che hanno portato lui e la moglie Elisa a non sentire l'urgenza di avere dei figli.trascrizione MONI OVADIA: "No, non ho scelto in modo deciso, io ho avuto una consapevolezza molto forte che se uno mette al mondo un figlio se ne deve occupare davvero. Cosa che succede sempre di meno nella nostra società. Che occuparsene significa impegnare tempo, energia, e che col tipo di progetto di vita che avevo io diventava piuttosto complicato.
Per anni e anni ho vissuto una vita molto balorda, e pur avendo avuto compagne, diciamo diverse compagne nella mia vita, anche alcuni rapporti lunghi, però non sentivo che ci fosse un legame, pur essendo ottimi rapporti, un legame tale, perché poi io so che c'è la logica, esiste una logica presso alcuni: sì i figli si fanno non ci si pensa tanto poi…. Ecco, io non ho mai avuto questa logica, non vengo da questa logica, non ho avuto una formazione religiosa per cui i figli diventano una sorta di modus vivendi, ho visto troppi disastri, di genitori normalissimi, combinare autentiche catastrofi con i figli, cioè generando infelici, sbandati, drogati, troppi ne ho visti.
Allora, diciamo che poi ho conosciuto la mia attuale moglie, è stato un grandissimo amore, una grande relazione: considero Elisa, prima che una donna meravigliosa, una persona straordinaria, e a quel punto eravamo nella possibilità di mettere al mondo perlomeno un figlio, Elisa aveva trentacinque anni quando ci conoscemmo, trentacinque e mezzo e io quarantanove, quarantanove e mezzo, e però a quel punto si determinò una cosa abbastanza curiosa. Elisa mi disse: "non ho questa urgenza, non ho questa urgenza di far figli; se tu vuoi, se tu hai l'urgenza allora…" e io a mia volta dissi: "no, io non ho l'urgenza. Io ero pronto con te, nel senso che ti consideravo la donna per quanto, tanto ti abbia aspettata, ti considero la donna con la quale io costruisco la vita, il progetto di vita. Non è solo una relazione interindividuale è molto di più che questo. Per questo te l'ho detto e te l'ho proposto subito". Ma vedendo che lei non aveva questa urgenza e questa convinzione, e che… se tu non vuoi, ammesso di potertelo permettere, fare crescere i figli con la tata, significa che devi fare molti sacrifici. Soprattutto siccome il mio lavoro mi portava via duecento, duecentocinquanta giorni l'anno, la persona doveva dire: "sono io che devo stare a casa".
Allora Elisa non aveva questa urgenza perché lei ha le sue ferite emozionali, di crescita, pur avendo avuto una famiglia normale, come si dice, ma queste sono cose di Elisa, sì, no... lei aveva una ragione forte. Non, nient'affatto come si dice superficialmente egoistica perché lei è una persona di una totale generosità, si prende cura di tutti.
Per esempio Elisa aveva con suo padre, un uomo straordinario, un grande artista, un pittore, secondo me davvero geniale e grande direttore della fotografia… vedere Elisa con suo padre è una delle cose più commoventi, di tenerezza umana che abbia visto. Ma altrove c'erano delle ferite. Questa è la vita di Elisa dovrebbe parlarne lei, ma ho capito che non c'era questa pulsione e poi col fatto appunto che io ero impegnato in una vita… certo ho delle amiche e colleghe che fanno questo lavoro, ancora una volta non faccio nomi, di fronte alle quali io veramente mi inchino, perché hanno cresciuto figli facendo questo mestiere di teatranti con inenarrabili sacrifici, cioè viaggiare dieci ore di notte per farsi trovare nel letto del figlio, e hanno cresciuto figli davvero magnifici. Strano no? Famiglie normali magari hanno cresciuto figli disgraziati, e loro con queste vite turbolente eccetera hanno cresciuto figli magnifici, delicati, forti, umanamente stupendi. Il punto è quanto affetto si dà, il resto sono solo chiacchiere.
Sappiamo tutti che la voce del sangue non esiste, è una delle più grandi stronzate che sia mai stata inventata: cioè la voce che crea i legami, è la voce dell'affetto, del rispetto, dell'accoglienza del figlio come creatura amata, ma anche nella sua alterità, nella sua dignità. Va beh, comunque insomma... Questo alla fine, queste motivazioni ci hanno portati a non avere figli e nessuno dei due ha grandi rimpianti."

English:
MONI OVADIA: "No, I didn't choose decisively, I was very aware of the fact that if you have a child you have to take care of them. Which is something that happens less and less in our society. Caring about someone means investing time and energy, and that didn't work with my lifestyle.
For years, I lived pretty recklessly, and even though I had many partners, and with some women throughout my life, also some long-term relationships I didn't feel a strong enough bond, no matter how great the relationship, a strong enough bond, then again, I know there is a kind of reasoning, where some people think: you have children without really giving it much thought. I never had that thought process, I wasn't raised with it.
I didn't receive a religious upbringing, where children become a sort of modus vivendi, I witnessed too many disasters with perfectly normal parents who really messed up their children's lives, turning them into unhappy people, lowlifes, drug addicts. I have seen one too many.
So, then I met my current wife, which has been a great love and a beautiful relationship. Elisa, not only is a wonderful woman, but also a fantastic person. and at some point, It would have been possible for us to have at least one child. She was 35 when we met and I was 49, 49 and a half. Then something quite odd happened. Elisa told me "I don't have the urgency, I don't feel the urge to have children but if you want, if you feel this urge then... In turn, I replied "I don't either. I would have been ready with you. Because I thought of you as the woman... As I waited so long to meet you, for me you are the woman with whom want to build a life together. It's more than just a relation between two people. That is the reason I asked right away." But I saw that she didn't have the urgency was she convinced and if you don't want, provided you can afford it, to have a nanny raise your children, you have to make a lot of sacrifices. Especially since my job took up 200/250 days out of a year, she would have been the one who stayed home. Elisa didn't have this need because of the emotional trauma she endured while growing up, although she had a normal family, well, this is Elisa's business… but she had a strong reason. Her reasoning wasn't at all selfish, she's completely selfless, she takes care of everyone.
For example, Elisa's relationship with her father, who was an outstanding man, a great artist, a painter, a true genius, in my opinion, a great director of photography… seeing Elisa with her father is among the most moving and tender things I have experienced in my life. But there was some trauma. This is her life though, she should talk about it, but I understood that she didn't have this urge, and since I was always at work…
I have female friends and colleagues at work, I'm not going to name names, that have all my admiration. They were able to raise children while doing this job, they sacrificed a lot, sometimes even traveling 10 hours in the night only to kiss their children goodnight, and they raised truly wonderful children. Odd, isn't it? Normal family might raise messed up children, and they, instead, despite unruly lives, raised wonderful children, sensitive, strong, wonderfully human. It all comes down to the love you give, the rest doesn't matter.
We all know blood ties don't really exist, it's one of the biggest bullshit ever. The only forces able to connect people are love and respect, welcoming a child who will be loved even though they're different from us, recognising their dignity. Well...anyway, these are the reasons that led us to not have children and neither of us has regrets."
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