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Erri De Luca: "Non sono padre, sono rimasto sospeso; un vicolo cieco"
erri de luca
Collegio di Sant'Anselmo (Roma) 2015 mar. 19 Archivio Vivo Lunàdigas MPEG colour sonoro



La maternità di Maria start 00:07:06end 00:15:11 Attraverso una analisi semiologica, Erri De Luca narra la storia biblica della nascita di Gesù evidenziandone i collegamenti storici con la cultura ebraica del tempo, in cui l'accettazione di Maria si iscrive nella funzione rivelatrice del profeta e il contributo genealogico di Giuseppe ne permette l'accettazione sociale.trascrizione ERRI DE LUCA: "La Madonna è una ragazza madre. E in quella storia noi siamo abituati ad immaginarci una irruzione di un angelo fornito di tutti gli apparati della apparizione sovrannaturale: ali, simboli divini. Ma in realtà nella storia ebraica il "malak" è semplicemente un messaggero, non è il cherubino, il serafino; quelli esistono, e sono quelle figure che sono rappresentate con le ali appunto, sopra l'Arca dell'Allenza. Invece il "malak" è semplicemente un messaggero della divinità, ma un messaggero di fattezze umane. Non lo si riconosce come messaggero della divinità se non dopo; e allora bisogna immaginare nella storia letteraria ebraica di quel tempo che la presenza nella stanza di Miryam sia la presenza di un uomo che viene ad annunciarle la sua notizia. E quello che sorprende di più è la sua accoglienza: invece di mettersi a gridare o scappare da quella stanza per l'irruzione di un uomo, ammette la presenza, la accoglie e accoglie immediatamente il suo messaggio. E quel messaggio la trasforma in "piena di grazia": il momento in cui lei accoglie quel messaggio è "piena di grazia", che non è una manifestazione superficiale della bellezza ma è lo scatenamento di una energia interna, che la riempie e che irradierà anche gli altri intorno. Una energia interna che le permette di affrontare il mondo intero, rispetto al quale lei è una adultera dichiarata, perché incinta prima del matrimonio e non del suo sposo; le permette, quella forza, quella pienezza di grazia di stare davanti al mondo e ignorarlo, senza nemmeno scomporsi. Semplicemente era quella pienezza di grazia che possiedono alcuni profeti, i quali vanno contro il pelo del mondo, vanno ad annunciare le cose più difficili da ascoltare, spediti dalla divinità, e lo fanno senza nessuna protezione, senza nessuna reticenza, lo fanno e basta, perché quello è stato il messaggio consegnato. Dunque quella grandezza che hanno i profeti di andare contro il pelo del mondo e aggredirlo, e minacciarlo, e condannarlo perché quel mondo cambi i suoi costumi, ecco, quella stessa potenza sta nella accettazione di quella ragazzina, che diventa in quel momento madre ma anche una forza di combattimento. Ed è quella che travolgerà, che irradierà poi anche la suo promesso, Giuseppe - Joseph; nessun Vangelo dice che è vecchio, dunque noi abbiamo la possibilità di immaginarcelo giovane - è molto innamorato, è molto vicino alla sua promessa sposa, tanto che crede, lui, alla versione inverosimile di quella gravidanza. Ma la verità è spesso inverosimile, e ha bisogno di amore, di slancio, di entusiasmo per essere creduta. E Joseph ce lo mette questo slancio: Joseph in ebraico vuol dire "colui che aggiunge", e lui si aggiunge a quella fede, crede a quella ragazza; si aggiunge e va anche come sposo secondo di quella ragazza, e così le permette di salvarsi dai sassi della Legge, perché per la Legge lei è una adultera. È protetta dal matrimonio, che il giovane Joseph conferma, ribadisce e realizza. E poi Joseph si aggiunge anche come padre secondo di quella creatura che dovrà nascere, e non solamente perché lo porta a bottega e lo fa diventare un falegname come lui, ma che perché lo iscrive a suo nome, lo iscrive nella anagrafe ebraica e a suo nome. E allora "Yeshu'a", Gesù sta nella lista e nell'elenco della genealogia di Davide, quella del messia, perché Joseph è di famiglia in quella lista, in quella genealogia. Senza questo gesto di iscrizione nella anagrafe ebraica a suo nome quel figlio sarebbe un figlio di nessuno, non starebbe dentro quell'elenco. Dunque Joseph fa le cose giuste che riguardano il suo nome; si aggiunge, si aggiunge a quella ragazza che guida, lei è la sua guida, e credo che sia così per tutte le storie di gravidanze. È la donna che va avanti, che si inoltra nella sua gravidanza, che la esplora, e conduce, si porta dietro il compagno, lo sposo, come socio, come alleato di questa unione. Quella che noi chiamiamo Maria - ma si chiama Miryam nella sua lingua; in ebraico la "m" ha due formati, uno se si trova in mezzo alla parola o all'inizio, e un altro formato se si trova alla fine della parola. Nel caso di Miryam, con queste due "m" che aprono e chiudono il suo nome, la "m" di apertura del suo nome è una "m" aperta, dischiusa, di grembo, mentre la "m" finale è una "m" completamente chiusa, serrata. Sta un po' a simbolo della sua esperienza di madre, che dopo averlo aperto, quel grembo, con quella parola, poi ha dovuto accettare che quel grembo fosse chiuso da quella parola che glielo aveva messo dentro. Chiuso perché dentro quella parola c'era il mandato e la profezia di quella creatura che doveva nascere, che doveva offrirsi alla fine della sua breve esperienza; quindi c'è una apertura e una chiusura nel nome di Miryam."

English:
ERRI DE LUCA: "The Virgin Mary was a young mother. In that story, we are used to imagine the intrusion of an angel with all the characteristics related to divine visitation, like wings and religious symbols. But in the Jewish story, the malach is a simple messenger. He's not a cherub or a seraph. These angels exist and they're illustrated with wings on the Ark of the Covenant. The malach, instead, is just a God messenger but with human features, and you realise he's a divine being only at the end. We need to imagine that in the actual Jewish story of that time, that the presence appearing in Miriam's room is a man announcing her the news. The most surprising thing is how she welcomes him, instead of yelling or running away because a man bursts into her room, she admits his presence, she welcomes him and immediately embraces his message. And that message transforms her into "full of grace". When she embraces that message, she is "full of grace", and it's not a superficial demonstration of beauty, but it triggers an internal energy that overwhelms her and those around her. An internal energy that allows her to face the whole world, in which she's an adulterer as pregnant before marriage and the baby is not her husband's. This strength and fullness of grace allow her to face and ignore the world, remaining unperturbed. A fullness of grace that only some prophets have. They go against the evil of the world. They're sent by God to announce the hardest things to hear. They do that without any protection, without any reserve. They just do that because that's their mandate. The strength that some prophets have to go against the evil of the world and confront, threaten and condemn it so it can change its habits, can also be found in the approval of that young girl, who in that moment becomes a mother but also a fighter. That strength will overwhelm her
and will shine upon her groom too, Joseph. No Gospel describes Joseph as an old man, so we can imagine him as a young boy, deeply in love and close to his bride, so much so that he believes in that improbable pregnancy. But the truth is often implausible, and it needs love, strength, and enthusiasm to be believed. And Joseph has this strength. The Jewish name Joseph means "he who will add". He embraces that faith, he believes in that woman, and then becomes a second husband to that girl saving her from being punished with a stoning as she is an adulterer according to law. She is protected by the marriage that young Joseph confirms, renews, and reiterates. Joseph also becomes the second father of her forthcoming baby, not only because he teaches him to become a carpenter like him, but because he registers him under his name. He register his birth under his name in the Jewish registry, so Yehoshu'a, Jesus, is part of Davide's lineage, that of the Messiah, because Joseph belongs to it, to that lineage. Without the registration under his name, that child would have had no father, he would not be in that lineage. So Joseph follows the meaning of his name, he adds his presence next that girl who guides him, she is his guide.
I think that's what happens in every pregnancy, women look ahead, venturing into their pregnancy, exploring it, bringing their companion, their husband along as a partner in their union. The Jewish original name of Mary is Miriam. In Hebrew the "m" has two forms: one if it's at the beginning or at the end of the word, and another one if it's at the end of it. In Miriam these two forms that open and close her name, the first "m" is open, it's clearly an opening, reminding of a womb opening up, whereas the last "m" is completely closed, clenched. A bit like her experience of motherhood, after opening her womb with that message, she had to accept that that same womb will be closed by the same message that opened it. Closed because within that message there was the mandate and the prophecy of that creature bound to be born, and who had to sacrifice himself at the end of his short experience. So there's an open and a closure in Miriam's name."
soggetto religione gravidanza giudizio sociale matrimonio persone citate Giuseppe (sposo di Maria di Nazareth) [persona citata] Gesù di Nazareth (fondatore del cristianesimo) [persona citata] Maria di Nazareth (madre di Gesù) [persona citata]


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