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Silvia: "Se sei lesbica e sei madre è più facile l'accettazione sociale"



Reinventare la famiglia start 00:09:44end 00:15:34 Facendo riferimento alla sua esperienza quotidiana, Silvia ragiona sulla possibilità di superare il concetto di famiglia tradizionale per affermare una modalità libertaria e egualitaria di fare famiglia, che scardini i ruoli sociali prestabiliti e garantisca i diritti di tutti i suoi componenti.trascrizione NICOLETTA: "Le testimoni di Lunàdigas, quelle che suppergiù hanno la nostra età, hanno discusso molto proprio la "famiglia", quest'idea di voler comunque fare riferimento a questo tipo di struttura sociale. Come interloquisci con questo argomento?"
SILVIA: "Questa è una domanda difficile. Diciamo che anch'io, vent'anni fa mettevo molto in discussione l'idea di famiglia, tanto è vero che, al tempo avevo un fidanzato, gli dicevo: "Io famiglia con te non la faccio perché non mi ci rinchiudo in ruoli stabiliti, prescritti, non mi ci vedo". E scherzando gli dicevo: "Quando troveremo il lavoro ognuno a casa sua" e mi ricordo che lui si offendeva. E poi invece è stato curioso come, quando mi sono innamorata invece di una donna, sentivo proprio il bisogno di creare una famiglia. Però quello che per me era rassicurante era che era tutta da inventare, perché è vero che la chiamiamo "famiglia", anche io la chiamavo "famiglia", però era da inventare: nel senso che era da inventare come costruirci i ruoli, chi fa cosa, così come, quando sono nate le nostre bambine, è stato tutto una scoperta, è stato tutto da inventare, è stato tutto da costruire. Quindi io penso che ci sia questo dilemma interessante nelle famiglie come la mia. Da una parte, sì, si cerca di riproporre la famiglia e questo termine torna - vediamo anche tutto il dibattito che c'è stato sulla step-child adoption, ma questo soprattutto poi per una questione di tutela dei bambini e quindi che qualcuno dice: "Volete il matrimonio? Quindi volete, come dire, scimmiottare la famiglia tradizionale che tanto le femministe hanno criticato?", in realtà non è questo, il discorso è che vogliamo tutela per i bambini ed è un'altra cosa.
D'altra parte però… l'altra parte del dilemma è quello che proprio comunque costruiamo delle famiglie diverse in cui tutto è da costruire e da inventare in cui soprattutto i ruoli di genere vengono completamente scardinati perché non essendoci un uomo e una donna, chi fa cosa va rinegoziato quotidianamente. Il che è sicuramente più faticoso perché non c'è niente di prescrittivo e prescritto; quindi, è estremamente più faticoso e discutiamo e litighiamo… "Chi fa cosa… tu fai il bucato… tu stai facendo di meno… come i bambini… perché io preparo sempre lo zaino e non tu?". Però alla fine, secondo me, ti garantisce di essere veramente più quello che vuoi essere; nel senso che alla fine il frutto della negoziazione è dato da quello che tu veramente vuoi, combinato insieme a quello che l'altra vuole. Molto più faticoso ma, tra virgolette, un mondo molto più - io dico sempre - libertario e più egualitario nel quale il frutto della rinegoziazione è quello che dicevo, cioè io in casa mi sono assunta il ruolo che mi sono voluta assumere, così come la mia compagna. Su certe cose ci veniamo incontro come dappertutto, però non rispondiamo certamente a copioni. Quindi la mia risposta è che forse nel costruire questa famiglia, cerchiamo di decostruire tutto quello che poi è stata la famiglia tradizionale e proporre un nuovo modo di fare famiglia."
NICOLETTA: "La chiameresti "famiglia" se non ci fossero le tre bambine?"
SILVIA: "Bella domanda. Adesso sì, la chiamerei famiglia perché, appunto confrontandomi soprattutto con l'ambiente LGBT, con tante persone che non hanno figli e che hanno scelto di fare una vita insieme, io le chiamo famiglie perché, secondo me, la famiglia è fatta da due persone che hanno un progetto di vita in comune che può comprendere i figli o no."
NICOLETTA: "Non senti l'esigenza di trovare un altro termine?"
SILVIA: "In questo momento non la sento, forse se domani approvassero la legge, forse dopo aver avuto accesso al matrimonio egualitario, allora inizierei a dire "mi sta stretto… troviamo altri modi, altre formule". Probabilmente sì."
MARILISA: "Diverse da "famiglia" e "matrimonio"?"
SILVIA: "Sì, diverse da "famiglia" e "matrimonio", non solo in termini di etichette linguistiche, ma ovviamente anche di istituzioni e di tutto quello che questo comporta. Sì, però in questo momento no, forse perché In questo momento è l'unico modo che vediamo per poter garantire dei diritti ai nostri figli e alle nostre figlie, per cui siamo molto in ansia perché, paradossalmente, adesso se io dovessi venire a mancare una delle nostre figlie, quella che ho portato in pancia io, un giudice potrebbe decidere di affidarla a uno sconosciuto o ad una sconosciuta, di darla in adozione. È assurdo. Questo ci porta ad appiattirci su modelli più tradizionali. Questo sì."
soggetto famiglia arcobaleno famiglia famiglia tradizionale


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