Nives: "Non mi è mai piaciuta la limitazione della famiglia"
Bolzano 2014 ott. 29 Archivio Vivo Lunàdigas MPEG colour sonoro
Le ragioni della scelta start 00:00:00end 00:04:50 Mentre ricama, Nives si presenta e spiega le ragioni che l'hanno portata a condividere con il consorte la scelta di non sposarsi e di non avere figli, dedicandosi agli altri attraverso il lavoro e l'associazionismo.trascrizione NIVES: "Allora vediamo un po', il rosso, no il rosso no, l'ago, ecco qua! - Allora io sono una signora di una certa età ormai, sono nata nel 46, sono una signora senza figli, potrei dire anche senza marito, ma non è del tutto vero perché io posseggo, diciamo così, un consorte da ben cinquanta e rotti anni, ci siamo conosciuti sui banchi di scuola. Non lo chiamo marito ovviamente perché non ho nessun diritto di chiamarlo tale, preferisco oltretutto il termine consorte perché è proprio l'uomo che divide con me la mia sorte di vita. Abbiamo deciso, abbiamo deciso insomma dai via, diciamo, ho deciso io già tanti anni fa che non avrei avuto figli, nel senso che non mi è mai piaciuta la limitazione della famiglia, per un motivo molto semplice; perché io sono nata in un paesetto di 3.000 anime, ero una ragazzina piuttosto riflessiva e osservavo molto in giro: le signore, le famiglie, gli uomini, i rapporti fra donne e uomini... e trovavo tanta incomprensione, tanta infelicità, tanta crudeltà da parte degli uomini nei confronti di queste donne che dedicavano tutto il loro tempo alla famiglia, ai figli, al marito, alla casa. Una forma di novella schiavitù. E io mi dicevo fra me e me "no, io non voglio assolutamente fare questa fine, tutti continuano a dire: ah sì ma tu sì sì, studia pure però dopo a diciotto anni ti sposerai", io presto ne ho settanta e mi devo ancora sposare... "ma no vedrai, è tutto così". E d'altra parte vedevo un paio di maestre di scuola, zitelle, un tempo si diceva zitella non single, zitelle che erano tranquille, beate, felici, un po' criticate dal paese naturalmente - sì, qua funziona - dal paese naturalmente perché si vestivano elegantemente, andavano in città, andavano in città a fare shopping, non erano sposate, non avevano figli, avevano il loro lavoro, avevano le loro soddisfazioni, ed io che cosa ho fatto? ho studiato, ho fatto l'insegnante. I miei alunni erano per me come dire dei figli forse è eccessivo, però li ho trattati così bene, con tale affetto e con tale comprensione dei loro piccoli problemi, che adesso che sono professori dell'orchestra Haydn, io insegnavo al Conservatorio, ancora mi salutano con un sorriso: "Ah professoressa Simonetti, si ricorda quando facevamo le parole crociate e tutto...". Ecco, ecco queste sono state le mie soddisfazioni.
Non ho avuto figli, non ho voluto avere figli, non ho voluto mettere su una famiglia. Mi sono dedicata alla comunità, mi sono dedicata alla scuola, mi sono dedicata al mio lavoro, al mio consorte, alle mie amicizie. Ora che sono in pensione mi dedico a rendere felici altre persone con una associazione musicale che organizza concerti nel pomeriggio per le signore, dico proprio signore più che signori, che non hanno mai potuto accostarsi alla musica, all'arte, alla lettura, perché dovevano badare ai figli, badare al marito, badare alla casa, cucinare eccetera eccetera poi a sessant'anni finalmente si sono aperte alla vita, alla musica, alla lettura, all'arte, ai viaggi, alla conversazione, e io con loro sono molto contenta perché le rendo felici. Si rendono conto che si può vivere anche senza figli, anche senza dedicarsi esclusivamente, dico esclusivamente perché ci si può dedicare ad altre persone anche in altro modo, esclusivamente al proprio nucleo familiare. Già il termine "nucleo familiare" ti fa capire che è una cosa ristretta e poco aperta verso la comunità."
English:
NIVES: "So let's see the red one, no, not the red one, the needle, there it is! I am a lady of a certain age now, I was born in 1946, I am a woman with no children. I could say without a husband but that's not quite true because I have a partner for 50 years, we met at school. I don't call him husband because I have no right to do so. I prefer the term partner because he is the man I share my life with. We decided, or rather I decided many years ago, that I would not have children. I mean that I never liked the limitation of the family, for a very simple reason, because I was born in a small town of 3000 inhabitants, I was a very thoughtful girl observing the world around me: women, families, men, the relationships between women and men. And I found so much incomprehension, so much unhappiness, so much cruelty on the part of men towards these women who devoted all their time to their families, their children, their husbands, their homes. A form of new slavery. And I told myself: "no, I absolutely don't want to end up like this." everyone kept saying: "ah yes, study if you want... but after 18 you'll get married" I am nearly 70 and still have to get married "but you'll see, that's how it is". And on the contrary, I remember a couple of schoolteachers, who used to be called spinsters not single, who seemed trouble-free, blissful, happy, a bit the talk of the village. Yes, it's working here. They were criticized because they dressed up to go into town, they went shopping, they weren't married, they didn't have children, they worked they were fulfilled. And what about me?
I studied, I became a teacher. My pupils were to me, well, not exactly like my own children, but I treated them so well, with such love and such understanding for their little problems that now that they are professors in the Haydn orchestra, I used to teach at the conservatory, they still greet me with a smile. "Professor Simonetti, do you remember when we did the crossword?" These were my satisfactions.
I don't have children, I didn't want children, nor did I want I to start a family. I dedicated myself to the community, to school, to my work, to my partner, to my friendships. Now that I'm retired, I'm dedicated myself to make other people happy with a music association that organizes afternoon concerts for ladies rather than gentlemen, who never had the chance to approach music, art, reading, because they had to look after their children, their husbands, their house, cook and so on. Then, at 60, they finally opened up to life, to music, to reading, to art, to traveling, to conversation, and I'm very happy with them because I make them happy.
They realize that you can live without children, without dedicating yourself exclusively, and I say exclusively because you can dedicate to others in other ways too, exclusively to your family unit. Even the term "family unit", reminds you of something confined, and not very open to the community."soggetto figli partner matrimonio famiglia d'origine coppia infanzia