Il Cerchio del Melograno: "Sui rami secchi"
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Esperienze - testimone 25 start 01:22:29end 01:32:25 Una donna (testimone 25) racconta del blocco psicologico e relazionale che ha subito dopo aver visto a nove anni i genitori fare l'amore.trascrizione TESTIMONE 25: "Io credo di essere un futuro "ramo secco", nel senso che credo difficile avere dei figli, in quanto il problema sta ancora prima, alla radice. Mi sento diversa dalla gran massa della gente, non tanto per un discorso di avere o non avere figli, ma più che altro per qualcosa che viene prima. Mi è difficile anche esprimermi. Il mio grosso problema è proprio questo. Non sono mai stata con nessuno. E non ho mai baciato nessuno. Il che deriva da diverse cose, molto probabilmente da motivi culturali, familiari e non familiari, e dal fatto che ho avuto una brutta esperienza a nove anni. Io sono la maggiore, siamo tre fratelli e tre sorelle più io; sono la maggiore e quindi non ho mai avuto qualcuno, un modello da seguire, di solito i fratelli minori seguono i maggiori; c'ero io e i miei genitori, io e la mia famiglia, però erano tutti più piccoli quindi non hai nessuno da prendere come modello. La mia famiglia è molto religiosa. Tante cose della religione cattolica sono passate a me e per certi aspetti alcune le ho accettate, altre un po' meno. E quindi io ho questo condizionamento sociale, che è della mia vita. In più c'è stato il fatto che per sbaglio a nove anni non riuscivo a dormire, sono andata a informare i miei genitori che non riuscivo a dormire, la porta della camera si è aperta tranquillamente senza fare rumore, e li ho visti fare l'amore. Mi ha scandalizzato. Anche perché i film più o meno con scene d'amore o con scene più spinte li ho visti più tardi di quel tempo, ancora ero in una fase in cui non sei sviluppata, non hai questa concezione, i fidanzati sono qualcosa più di sentito dire attraverso le battute degli adulti, più che qualcosa che tu conosci. Quindi il vedere il mio babbo soprattutto in quella posizione e vederlo nell'atto sessuale è stato un po' un colpo, come se qualcuno da dietro ti facesse "bau" all'improvviso e un po', io mi ricordo, ci ho messo tre giorni per capire quello che avevo visto, come l'avevo visto, che cosa stava succedendo. Dopo tre giorni sono riuscita finalmente a prendere il mio babbo per la mano, a dirgli " se hai cinque minuti ho bisogno di parlarti" e gli ho raccontato quello che avevo visto. Però questo mi ha condizionato molto nella mia vita; è come un bambino di prima elementare che impara appena a riconoscere, a distinguere l'A dalla B e che per sbaglio capita in una classe di terza media e viene scambiato, magari per la sua altezza, per un bambino di terza media; per cui si ritrova la professoressa che in qualche modo pretende il tema di quattro colonne. Come mentalità, tutto quello che mi ha condizionato da allora in poi, è che tutto comunque finiva lì; i fidanzatini non erano più quelli che si tenevano per mano, ma quelli che prima o poi avrebbero fatto sesso, tanto per dire. E questo mi ha portato a rifiutare qualsiasi esperienza di questo genere. E tutt'ora io sento che sono molto condizionata da questo. Il mio primo corteggiamento, quando mi sono resa conto di essere corteggiata, eccetera l'ho subito senza rendermi conto quanto fosse una mia scelta che io avessi deciso di non avere fidanzati o quanto invece fosse una cosa normale. Questo mi ha condizionato parecchio. Quindi il mio problema non sta tanto nell'avere figli o non avere figli perché è una cosa che avverrà dopo, quando sarò riuscita a superare il mio scoglio che è quello di riuscire a fidarmi di una persona, di vedere che questa non mi può portare solo a letto; devo riuscire a fidarmi degli altri, da questo punto di vista. Riuscire a parlarne, diciamo che forse fino a vent'anni ho sempre fatto provocazione con i miei genitori per riuscire a buttare fuori questa cosa, però non ero mai riuscita a dirlo al di fuori del nucleo familiare. Ho cominciato a dirlo a un'amica; quello che sto cercando di fare è riuscire a dirle queste cose. Mi avete vista molto agitata, io ero a chiedere conforto. E quindi il discorso di sessualità, di avere figli, io più che altro lo vedo in questo momento non tanto come non esserci in me l'istinto, ma come incapacità mia di non superare i miei scheletri nell'armadio, perché sono scheletri nell'armadio. Posso parlare di tutto tranquillamente, posso fare anche battute, però poi alla resa dei conti sento che quello che la società ritiene scontato... l'altra volta si parlava di sessualità e non c'è stata nessuna che ha detto "non ho ancora fatto l'amore con" magari c'è stata qualcuna che dice "conosco un'amica che" ma è sempre stato riportato perché è scontato per la nostra società che a tredici, quattordici, "un'esperienzina" l'hai fatta e forse quello che mi è mancato un po'' nell'adolescenza è stato questo discorso che le persone si approcciano a te su questo piano "hai il fidanzatino?" e con i commentini che sono esteriori alla fine. Forse io avrei avuto bisogno, dato che ho vissuto quest'esperienza, che a quel momento, anche quando ero piccina, anche quando ero ancora adolescente, qualcuno come una sorella maggiore, un fratello maggiore che non ho e che io riesco difficilmente a trovare, mi accompagni. Io ho bisogno, sento di aver bisogno di una guida, di farmi anche un'idea mia di quello che voglio, di quello che posso fare e non posso fare, cos'è giusto, cos'è sbagliato. Io ho molta confusione su questo, perché non so quanto è dettato dalla religione o quanto è dettato da quello che sono io, cioè non lo so, detto proprio sinceramente. Questa è un po' la mia vita. Quindi ecco quello che ho visto è che non sono la "strega di casa", nel senso, essendo la maggiore, ed avendo la sorella seconda che era quella che non riusciva a dire di no quando i fratelli venivano in camera, io magari avevo da studiare, ero quella che li poteva prendere di peso e portare fuori di camera. Però mi sono resa conto, iniziando a fare da babysitter praticamente, cosa che sto facendo tutt'ora, che io in realtà con i bambini ho questa voglia di avvicinarmi, quindi di dare in qualche modo me stessa, però forse più a quelli degli altri, perché non avrei il peso di essere io la mamma, per adesso. Non lo so. Poi sono un tipo di persona che se fa una scelta è difficile che torni indietro perché sorella maggiore, quello che intraprendo ho un po' il difetto di pensare di non poter tornare indietro, per cui prima di fare un passo mi ci vuole le calende greche..."soggetto trauma sesso genitori giudizio sociale famiglia d'origine infanzia religione