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Lidia Menapace: "Non si può essere indipendenti nella testa se si dipende nei piedi"



Il giudizio sociale start 00:01:18end 00:04:53 Lidia descrive, partendo dalla sua personale esperienza di donna senza figli, la struttura sociale che opprime le donne riguardo alla maternità e osserva come nell'arco del tempo il tabù si sia forse un po' alleggerito.trascrizione LIDIA MENAPACE: "Forse quello che dico non sembrerà verosimile ma io non ho propriamente motivazioni per non avere figli, non ne ho avuti, semplicemente. E pensando alla mia adolescenza, infanzia, il passaggio delle mestruazioni, che sono il primo segno che ti richiama all'idea che potresti anche aver dei figli, non è mai stata assillata dall'idea: "mah, avrò figli, ne avrò, non ne avrò". Se non da appena dopo sposata, quando tutto il parentado ha incominciato a guardarmi la pancia ogni volta che mi presentavo in un qualsiasi posto, per il pranzo di Natale, per far visita a mia suocera, per tornare da mia madre, eccetera, perché allora tutti: "novità, novità?". Io ho cominciato da allora a dirmi: "ma questo si aspettano da me? ma io ho già fatto per esempio la Resistenza, poi ho fatto il Concorso e l'ho vinto, ho già dato alcune prove di me stessa, perché pensano soltanto che debba dare questa prova?". E ho cominciato a rifletterci, e devo dire che considero questo, non la maternità, ma questo assillo della maternità, il dover dichiarare: "io ho deciso di no" come una sovrastruttura culturale molto punitiva, perché mette le donne che non hanno avuto figli - non dico non hanno voluto, non hanno potuto, gli è capitato di, non hanno … oggettivamente, come non sono cresciute oltre il metro e 53, come è capitato a me per esempio, di cui, nessuno mi dirà mai: "ma perché non sei cresciuta?". Non sono cresciuta, punto. Lidia è piccola, va bene?
Su questo nessuno imbastisce una specie di processo, mentre quest'assillo di dover per forza dimostrare che sei madre, che puoi essere madre, mi è sempre sembrata una sovrastruttura culturale punitiva.
Nel senso che un uomo che non ha figli, decide di non averne, non ne vuole avere per nulla eccetera eccetera - spesso uno scienziato, un uomo politico importante - vuoi mica che si occupi di figli; una donna può essere una grande scienziata, può anche essere un Premio Nobel, se non ha figli incomincia: "però non ha avuto figli, come mai… eccetera". Trovo che sia uno dei segni dell'oppressione femminile culturalmente consolidata dalla Legge Mosaica in qua, diciamo, dal Codice di Hammurabi in qua, quindi una roba che per togliersela da dosso ci vorrà del tempo ancora, non può essere.
Qualcosa è cambiato nel senso, per esempio, che la domanda: "ma tu hai figli?" che prima capivo che era stata sussurrata e poi si dice: "meglio non chiederlo", insomma si capisce quando una domanda è spontanea, non subisce autocensure o censure; oggi è spontanea, è una domanda di curiosità come quella: "dove abiti?".
Molti pensano che io abiti a Roma ma apprendono senza particolari sgomenti che invece abito a Bolzano; molti possono pensare che io ho figli, perché ho avuto parecchi nipoti, a cui sono affezionatissima, quindi può darsi che abbia alcune gestualità o forme di linguaggio che potrebbero far pensare che io possa aver avuto dei figli; appartiene di più al genere di domande di pura informazione, diciamo pure anche di curiosità, ma non insistente, malevola, pesante di quanto non fosse un tempo.
In questo è vero: cioè il passaggio da "non ha figli", come notizia che è meglio tener un po'... a "non hai voluto avere figli?", che è quasi una domanda inquisitoria, al "ma tu hai avuto figli? no" oppure "hai figli?", oppure "i tuoi figli?" nel discorso, questo l'ho notato, è avvenuto, è una cosa grande."

English:
LIDIA MENAPACE: "Perhaps what I say seems unlikely, but I don't have any specific reason for not having children, I simply did not have any. And thinking about my adolescence, my first period, which is the first sign that reminds you that you could have children, I have never been bothered by the idea: "will I have children, maybe I won't".
Only after I got married, when all the relatives started looking at my belly every time I showed up, for Christmas lunch, or when I visited my mother-in-law or my mother, everyone would say: "any news?" Since then I have started to tell myself, "is this what they expect from me?
I fought in the Resistance, then I passed my public exams, I have already proved who I am, why do they think that I should prove myself further?"
And I began to think about it, and it's not motherhood in itself, but this obsession with motherhood, which forces you to declare: "I have decided not to have them" as a very punitive cultural superstructure, because it puts women who don't have children, whether they didn't want to or couldn't, but simply they didn't... As someone who is only 1.53m tall, as it happened to me for example, although no one will ever tell me: I haven't grown up, period. Lidia is small, so what? Nobody sets up a kind of trial over this, while this obsession of having to necessarily prove that you can be a mother has always seemed to me a punitive cultural superstructure. A man can freely decide not to have children: think of a scientist, an important politician, nobody expects he should have children; whereas a woman can be a great scientist, or even a Nobel Prize winner, but if she has no children everybody would ask why. I find this to be a sign of culturally rooted female oppression from the Mosaic Law onward, from the Code of Hammurabi up to now, so it will take time to get rid of it.
Something has changed, for example, the question: "do you have children? " which once was never asked upfront, thinking, "better not to ask", you understand when a question is sincere, far from self-censorship or censorship; nowadays it is spontaneous, more out of curiosity, just like, "where do you live?"
Many think that I live in Rome but they learn without dismay that I live in Bolzano; many might think I have children, because I have many nieces and nephews, whom I am very fond of, so I may have some gestures or forms of language that could suggest that I had children. It belongs to the purely informative kind of questions also out of curiosity, but no longer unrelenting, spiteful, heavy as it once was. We moved from, "She had no children!", some news you didn't really want to share... or "You didn't want children?" which is almost an inquisitive question, to the much lighter, "do you have any children?" dropped casually in a conversation. I noticed this change, and it is great!"
soggetto figli giudizio sociale tabù mestruazioni Resistenza famiglia d'origine società patriarcale


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