Lidia Menapace: "Non si può essere indipendenti nella testa se si dipende nei piedi"
Libreria delle Donne (Bolzano) 2014 ott. 28 Archivio Vivo Lunàdigas MPEG colour sonoro
Il Femminismo start 00:04:54end 00:08:08 Lidia parla della maternità e di come questa sia stata affrontata dal femminismo, in particolare da Tiziana Valpiana.trascrizione LIDIA MENAPACE: "Penso di sì, questo non posso dirlo per esperienza, per la ragione che di figli non ne ho, spero anche di non poterlo dire perché a mia volta ho avuto un atteggiamento sgradevole o poco attento alle donne che avevano figli, ma nel femminismo una certa resistenza alla madre c'era; quindi se si parlava di maternità si parlava solo di madri iperprotettive che non lasciano libere le figlie, insomma questo era un discorso molto ricorrente.
La persona, la donna, la compagna femminista che ha forse riflettuto, senza molto metterci la testa su, come dire, riflettuto spontaneamente è Titti Valpiana, conoscete? Una compagna di Verona, la sorella di Mao, quello che si occupa di non-violenza. Una volta a lei io ho detto, non molti anni fa: "guarda, mi è capitata da un paio di volte una cosa curiosa, e cioè che, mentre sono lì, un po' oziosa che sento parlare, sento dei giovani padri, e mi sembra una cosa straordinaria, interessante. Il primo esempio mi è capitato due o tre estati fa a Cuneo, ero a Cuneo per l'ANPI di Cuneo che faceva e fa tuttora un campeggio Resistente, un campeggio sulla Resistenza rivolto ovviamente ai giovani. E a questo campeggio partecipavano ragazzi e ragazze e qualche volta i ragazzi avevano appresso dei bambini piccoli e io vedevo che facevano questa cosa con grande naturalezza, allora ho detto: "ci sto attenta". Un giorno ero seduta a Piacenza in una piazza, aspettavo il tempo di andare a fare un dibattito e passano due giovani uomini che chiacchieravano tra di loro e spingevano due carrozzine con dentro dei bambini piccoli, devo dire proprio con curiosità ho cercato di capire, di sentire cosa dicevano; non dicevano: "ah, le gioie della paternità", no, stavano parlando di calcio e di donne, regolarissimamente come qualsiasi altro giovane ragazzo; ho detto: "bella cosa questa qui!" cioè aggiungono, comprendono, attivano in sé anche questa capacità di curarsi, perché intanto che parlavano di calcio uno ha provato a toccare sotto la copertina e ha detto: "ha bisogno di essere cambiato", insomma le cose tipiche, il biberon, veramente..." Quando ne ho parlato a Tiziana Valpiana, Titti Valpiana lei mi ha detto: "sei proprio sicura che diventare padre significa fare l'imitazione della madre?"
Mi pare un'osservazione molto pertinente e acuta, nel senso che forse i maschi, non è che voglio per forza dimostrare che siano un po' tonti, un po' indietro - lo credo abbastanza, ma non lo potrei affermare scientificamente, com'è ovvio - però forse questa dimensione proprio gli è venuta a mancare storicamente, e io ritengo che sia un grave deficit nella loro formazione di personalità, perché a me ha giovato molto anche il dover fare i conti, anche in maniera niente affatto drammatica, con questa cosa di essere o non essere madri."
English:
LIDIA MENAPACE: "I think so, not from personal experience, as I have no children, but I also hope not to be able to say it because I have been unpleasant or careless towards women who had children, but feminism did show quite a resistance towards the mother figure. If we talked about motherhood it was about overprotective mothers who don't let their daughters free, this was always debated. The person, the woman, the feminist companion who reflected on this, without overthinking it though, who thought about spontaneously is Titti Valpiana a companion from Verona, sister of Mao, the one who deals with non-violence. Not many years ago, I told her, "Look, something unusual happened to me, while I was out relaxed, I overheard a conversation between young fathers", and it seems to me an extraordinary thing. The first time happened to me two or three summers ago in Cuneo, I was there for the Partisans Association ANPI, who organised a camp on the Resistance aimed at young people; boys and girls took part in this campsite and sometimes the boys had small children with them. It was all very natural, I said: "Let's have a closer look".
One day I was sitting in a square in Piacenza, waiting to go to a debate, and I spot two young men talking and pushing two prams with small children, I must say I was eager to hear what they were saying. They weren't talking about the joys of fatherhood, but about football and women, as any other young boy. I thought: "This is great!"
They add something, they activate this caring side, as while they talked about football, one touched under the blanket and said: "She needs to be changed", and then gave her the bottle, naturally. When I talked about it with Tiziana Valpiana she told me, "Are you really sure that being a father means imitating the mother?" It seems to me a very relevant and acute observation, because perhaps men, I do not want to say that they are a bit dumb, although to some extent they are, but I could not prove it, of course but perhaps they have missed this dimension historically, and I believe it is a serious deficit in their personality building, because it helped me a lot coming to terms, even if not in such a dramatic way, with this thing about being or not a mother."soggetto femminismo Resistenza maternità educazione persone citate Valpiana, Tiziana (politica) [persona citata] Ente e ruolo ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia)