Momi: "L'esperienza devastante della gravidanza extrauterina"
Firenze 2012 mar. 31 Archivio Vivo Lunàdigas MPEG colour sonoro
Il rapporto con le amiche con figli start 00:08:29end 00:10:30 Momi racconta del supporto ricevuto dalla famiglia e dagli amici durante la gravidanza extrauterina.trascrizione MOMI: "Compianto, no; soprattutto perché vengo da una famiglia dove la compassione, nel senso proprio: "ah poverina!" non esiste, anzi immediatamente cercano di farti cambiare il dolore in una forza.
Prendi forza da questa cosa e cambia, cioè cerca di trasportarla in qualcos'altro. Trasformalo!
Quindi anche i miei amici sono stati bravissimi, soprattutto la mia migliore amica che, quando è successo, stava per partorire. Dopo due mesi ha partorito e per me è stata una tragedia e io non sono riuscita a toccare sua figlia tipo per mesi, fino a che un giorno lei - fantastica - l'ha lasciata lì vicino a me, ha detto: "io vado a fare il biberon", è andata in cucina, questa ha iniziato a piangere a dei livelli mostruosi e io mi sono trovata, dopo dieci minuti che la lasciavo piangere lì, ho detto: "vabbè, la prenderò in collo", e lei era lì che aspettava questo momento, mi ha dato il biberon e detto: "hai visto che ce l'hai fatta?". E poi mi ha chiesto di diventare la sua madrina quindi io sono legatissima a questa bambina e diciamo che mi fanno fare molto la zia ecco, e quindi ho trasformato in una situazione di grande zia, molto presente, molto materna anche. Ma compassione no, nessuno, anzi tutti intorno a me sempre a dire: "Forza! Avanti!". Cioè può essere un'occasione per fare qualcos'altro."
English:
MOMI: "I've never been pitied. Mainly because I come from a family where pity, such as, "ah poor thing!" does not exist. On the contrary, straight away try to make you turn pain into strength. Acknowledge this strength and change, that is, try to move it onto something else. Transform your pain! My friends were great too, especially my best friend who was about to give birth when it happened. She had a baby two months later, and it was heartbreaking for me. I haven't been able to even touch her daughter for months, until one day, she was so amazing to leave me alone with her, saying: "I'm going to prepare the baby bottle" and went to the kitchen. The baby burst out crying, and after letting her cry for ten minutes I said: to myself, "oh well, I'll hold her". My friend had hoped this would happen, she gave me the bottle, saying: "You've made it, see"? And then she asked me to be her godmother. I feel a strong bond with this little girl, and let's say they let me be her aunt, and so I transformed it into a role of her great aunt, very present and very maternal too. But I never felt pitied, instead, everyone around me always saying: "Come on! You can do it"! It can be an opportunity to do something else."soggetto amici figli gravidanza famiglia d'origine