Momi: "L'esperienza devastante della gravidanza extrauterina"
Firenze 2012 mar. 31 Archivio Vivo Lunàdigas MPEG colour sonoro
La casa start 00:21:38end 00:25:52 Momi confronta la propria casa, intesa come luogo temporaneo di deposito delle sue cose, alla ricerca del luogo in cui sentirsi bene, con le case degli amici con figli.trascrizione MOMI: "Io sono stata la mia indole sarebbe avere un posto dove poter tornare, dove tenere tutto però intanto io frullo in giro per il mondo; per un periodo era così. Dove ci troviamo è la casa dove sono cresciuta per molti anni e dove prima c'erano tutte le mie cose. Poi ho deciso di spostarmi da un'altra parte e tutte le scatole che vedete sono così da nove anni.
Io non ho fatto altro che andare in su e in giù lasciando tutte le scatole qua, cioè quasi tutta la mia vita tranne un po' di vestiti che ho a casa dei miei genitori insomma valigie varie. Però qua dentro c'è quasi tutta la mia vita; mancano dei mobili che sono sparsi per il resto della casa ma tutti i miei piatti, le tazzine, i libri, le macchine fotografiche del mio bisnonno che è stato uno dei primi fotografi al mondo, quindi ho un sacco di cose a cui tengo e che, purtroppo, a volte non mi ricordo dove le ho messe, non posso neanche riaprire tutte le scatole. Perché io dico sempre che siccome sono di una famiglia mitteleuropea che si è ritrovata in Italia e ha deciso di essere italiana, e in realtà sono la prima italiana vera dopo diverse generazioni, ho dentro di me le grandi migrazioni.
Non è qui il mio posto, non lo so dov'è, io sento che non è qui; sono andata in giro a cercare dove fosse, ancora non so dov'è.
Per questo lo scatolone mi rappresenta, perché sono così tanti anni che ho tutte le cose in scatola e sto cercando di capire dove devo stare. Però non è che questo implica un'agitazione fortissima che non mi porta a fare delle cose, no, è proprio che io vado nei posti e devo sentirmici.
Non c'è la cuccia, quel senso di "ecco, sono qua!" ancora non l'ho trovato e quindi preferisco avere le cose nelle scatole in modo tale che così quando lo trovo vado via velocemente, è già tutto pronto! A quel punto non me lo devo far sfuggire il posto.
In realtà le case delle mie amiche o comunque dei miei amici che hanno figli... è cambiata molto l'idea della concezione della casa adesso.
Prima, mi ricordo quando ero bambina, le case erano tutte di un certo tipo: tutte molto curate, il salotto, quello e quell'altro. Io ho tutti amiche i cui figli dipingono sulle pareti dei salotti, fanno di tutto. Cercano di essere precise ma lasciano molto liberi i bambini di esprimersi, quindi poi alla fine ci sono delle belle case però molto distrutte. Da un certo punto di vista sì, da altri in questo, sono un po' chi non ha figli magari è un po' più rigido.
Io sarei per un: "No, quello non lo fai, quell'altro non lo fai!". Sono molto rigida nell'educazione. Il pensiero per me è: un bambino sì, lasciamolo libero di esprimersi, però non mi distruggere la casa."
English:
MOMI: "As for myself, personally I would love to have a place to go back to, where I could keep everything while I travel around the world; for a while it was like that. I grew up in this house for many years and where before I used to have all my things. Then I decided to move somewhere else and all the boxes you see have been like this for nine years.
I have done nothing but travel around, leaving all the boxes here, that is almost my whole life
except a few clothes I have at my parents' house... in short, various suitcases. Here is almost my whole life; except some furniture that is scattered around the rest of the house but all my plates, cups, books, the cameras belonging to my great grandfather, who was one of the first photographers, so I have a lot of things I care about, and that unfortunately, sometimes I forget where I put them, I can't even reopen all the boxes.
I always say that since I come from a Central European family who settled down in Italy and decided to be Italian, and in reality I am the first true Italian after several generations, I have the great migrations in my DNA.
My place is not here, I don't know where it is, I feel it is not here; I searched around trying to find where it was but I still don't know where it is. This is why the boxes represent me, because I have had all my things packed up for so many years, that I am trying to figure out where I should be. This does not imply a very strong anxiety which stops me from doing things, it is just that I go to places and I have to feel at home. I still haven't found my 'home sweet home', that feeling of 'That's my place!' I haven't found it yet that's why I prefer to have my things in boxes, so when I find it I can leave quickly since all is packed. At that point I don't have to let the place slip away.
In reality, when I think of my friends' homes, of my friends who have children, the concept of the house has changed a lot now. Before, I remember when I was a child, the houses were all kept in a certain way; very neat, the living room, this and that. I have all friends whose children paint on the walls of the living rooms, they do whatever they like. They try to set rules, but then they let their children express themselves freely, so they might have a beautiful house, but totally wrecked. In this respect, I am a bit ... those with no children are perhaps a bit more strict. I would be more like: "You can't do this, you don't do that". I am very strict. I think that children should express themselves freely, but they should not tear my house down!"soggetto casa identità figli educazione