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Alessandra B: "Fino ad oggi ho scelto consapevolmente di non avere figli"



Il giudizio sociale e il lavoro start 00:09:30end 00:16:02 Alessandra racconta del giudizio della società che avverte su di sé e degli episodi che le sono capitati a riguardo. Racconta anche del suo lavoro e delle sue relazioni sentimentali.trascrizione ALESSANDRA B: "Posso dirti quello che è capitato a me una volta andando ad un incontro di lavoro con delle persone, insegnanti. E c'era questo insegnante, ormai proprio prossimo alla pensione, per cui posso capire anche diciamo la matrice culturale generazionale. Io ero con mio padre: "allora, lei è mia figlia".
"Ah tanto piacere, e lei che fa?"
"Io lavoro con papà"
"E' sposata ha figli?": la classica domanda. Io molto tranquillamente: "No".
"Eh, ma allora lei è una donna incompleta". E io lì ovviamente in una situazione di lavoro, l'avrei mandato volentieri a cagare; ma insomma, che ne sai te? Mi lasciò perplessa, non me la presi, ma mi lasciò, come a dire: beh, stiamo ancora a questo livello. Pazienza. Nel senso che l'importante è che la decisione la prendo io, e che io sono tranquilla con questa mia scelta. Anche se poi gli altri non lo capiscono, se insistono. Poi tante altre persone mi hanno detto: ‘tu saresti un'ottima madre", sì, forse sì, forse no, non lo so.
Certo è che vent'anni fa uno dei motivi che mi facevano dire di non voler avere figli era: non mi sento di potergli insegnare granché. E' ovvio che adesso potrei, qualcosina.
Io sono editore, mi occupo di libri per insegnare l'italiano agli stranieri, lavoro ereditato da mio padre, la casa editrice è stata fondata da mio nonno e nel tempo libero ho scoperto questa grande passione per la fotografia. Io sono un'osservatrice abbastanza silenziosa, soprattutto nell'infanzia, e in un momento molto difficile della mia vita ho trovato questa forma di tirar fuori. E quindi piano piano, da una macchina più piccola ad una più grande ho iniziato ad appassionarmi di più. E quindi cosa sto facendo? Sto cercando di fare un calendario da regalare ad amici e parenti. L'altro anno ne ho fatto uno bello, che è piaciuto. Però quest'anno ho difficoltà a trovare delle foto altrettanto efficaci. E quindi sto tirando fuori tutte le mie risorse per cercare di trovare qualcosa.
Io mi sono spesso sentita quella strana per certe cose, per altre assolutamente no. Perché, ti chiedi - al di là della maternità - perché quella persona è felice facendo quella cosa e io non riesco a provare nessuna emozione, e perché io mi emoziono semmai trovando l'impronta di una scarpa con una fogliolina, e dico: "fermi tutti". E mi metto lì, e l'altra persona che mi dice: "ma che stai facendo". Sul piano della maternità, ripeto, quando da bambini si gioca si fa, poi quando arrivi ai venti, trent'anni vedi che tutti, prima o poi seguono la loro strada, vedi che molti vanno in quella direzione e tu non la senti. Quindi sì, è un tema che mi sono posta. La curiosità c'è. Ma anche nel mio migliore amico: dunque, io ho la mia più cara amica, anche lei non ha figli, e il nostro comune amico dice: "beh prima o poi!". Noi ci guardiamo: "e poi che?". Prima o poi per adesso niente, quindi o ci pensi tu… ma neanche lui ha figli, quindi.
Però non la trovo una domanda imbarazzante, perché io non mi sento imbarazzata a dare la risposta. Ovvio che se io non la percepisco imbarazzante, va bene, puoi chiedere, puoi anche andare a scavare. C'era questo fidanzato avvocato che poi essendo lì, andava a scavare, costruiva tutta la cosa, per poi tirare fuori questa affermazione, di cui io gli sono ancora grata, di dire che non puoi sapere quello che tu sarai domani. Grazie. Ma veramente grazie, nel senso che mi dai un pezzo in più di me. Mi dici ok, fino adesso posso dirlo, ma domani non posso sapere se incontro un uomo con cui c'è una sintonia per fare figli, e magari non c'è una sintonia di portare avanti un progetto insieme di altro tipo. Quindi no, situazioni imbarazzanti no. Certo magari ogni tanto trovi dall'altra parte una rigidità nell'accettare una risposta che non piace, la percepisco; cerco di convincere che appunto la mia posizione è serena, non è una rinuncia, non è una protesta, non è un atto di femminismo - io poi non ho mai ben capito che cosa sia il femminismo. Ho una mia idea sicuramente di cosa possa essere. Però poi se vedo che la rigidità continua, e ci sono quelle domande che sono volutamente fatte per farti scricchiolare, beh problema tuo. Nel senso che poi non torno a casa e dico: "eh no perché?"; no, falli te! Ce li hai? Sì. E allora che problema c'è!"

English:
ALESSANDRA B: "I tell you what happened to me once, going for a work meeting, with some teachers. One teacher, on the brink of retirement, so let's say I can understand the cultural and generational gap. I was with my father: "This is my daughter".
"Ah, nice to meet you. What do you do?"
"I work with my father" "Are you married? Any children": typical question.
I answered very calmly: "No".
"Well, then you are incomplete as a woman".
Clearly, I couldn't say much, being a work meeting, but I really wanted to tell him to go to hell! How dare you? I felt really puzzled, I wasn't upset, but I thought: if this is still the level of conversation... Tough luck! What's important is that it is my decision, and that I feel at peace with my choice. I don't care if the others don't understand, or keep asking... I've often been told: "You'd make a great mum". Yes, maybe, maybe not, I don't know. What I know is that twenty years ago, one of the reasons for not having children, was that I did not feel I had much to teach them. Clearly now I could certainly teach them something.
I work as a publisher of books to teach Italian as a foreign language. I have inherited this work from my father, the publishing house was founded by my grandfather, and in my spare time I discovered this great passion for photography. I am a pretty silent observer, especially when I was a child, and when I went through a really rough patch in my life, this helped me externalise. Little by little, first with a small camera, then to a more professional one I started to really get into it. You know what I am doing now? I am trying to create a calendar to give to friends and family.
Last year I made a really nice one which everybody loved it, but this year I can't seem to find pictures as good as last year. So I am taking out all my stuff, hoping to find something. I've often felt like the weird one, for certain things, but not for others. So you ask yourself, beside motherhood, why that person finds happiness in that, and I feel nothing at all. And why do I get moved instead when I find a shoe print with a small leave, and I say: "Don't move!", and I protect it, and the other person says: "what are you doing?". As I mentioned before, regarding motherhood, when you are a kid, you play around, but when you are twenty or thirty, everybody chooses their own direction, and most choose that path, but you don't feel like it. So, yes, I have thought about it. I am very curious about it, for sure, but so does my best male friend... My best girl friend doesn't have children either, and our mutual friend says: "well, sooner or later!" We looked at each other: "what about sooner or later"? For now, neither sooner nor later, so either you think about it or... but he doesn't have children either, so... Anyway, I don't find it an embarrassing question, because I don't feel uneasy answering it. Clearly, if I am at ease, I am ok for you to ask, and even dig deeper.
This boyfriend of mine who was a lawyer, who was really keen on digging into things, and built everything up to formulate this statement, for which I am still grateful for: "you can't know now what you will be later on". Thank you! Really thanks, because this gives me an extra piece of myself. I can say what's true up to now, but I can't possibly know if in the future I will meet a man with whom I would want to have children, but maybe not on the same page regarding a common project of other kind. So, I was never not at ease.
Of course, sometime you feel that some are not open enough to accept an answer that they don't like, I do notice that, and I try to convince them that I am at ease with it, I didn't miss out on anything, it's not out of rebellion, and neither a feminist action. I haven't understood well what feminism is, anyway, of course I have my idea about it. But if I see someone too inflexible, asking a certain type of questions to make you crumble, well, then it's your problem. I certainly don't go back home thinking "Why didn't I?". Nope. You can have children, nobody stops you. So, where's the problem?"
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