Maria Rosa Cutrufelli: "Fare un figlio, una responsabilità troppo pesante per me"
Roma 2014 mar. 31 MPEG colour sonoro
Un tabù sociale start 00:07:57end 00:13:28 Maria Rosa Cutrufelli parla di come sia ancora radicato nella società il concetto di famiglia nucleare, nonostante siano cambiati i metodi di riproduzione e la concezione del corpo e della sessualità.trascrizione MARIA ROSA CUTRUFELLI: "Si, non c'è dubbio, nonostante tutto l'argomento è ancora tabù. Anche perché sembra, così è, la famiglia prevede ancora dei bambini, la presenza di bambini, non si può essere famiglia a due, sembra che sia una cosa mancante, manca qualche cosa. Può anche darsi che manchi qualche cosa, a volte me lo chiedo - non è che io sia una pasdaran della maternità negata, tutt'altro, me lo chiedo - però penso che sia un grandissimo tabù e che molte donne si costringano ancora a inventarsi un desiderio di maternità che magari non hanno. E questo mi pare molto triste. Però certo, non è un argomento da salotto, non è un argomento da cena fra amici perché c'è proprio come perché suscita negli altri la... come dire, è come se si affollassero tutti i propri desideri nascosti, i propri rifiuti nascosti o anche questa voglia di in fondo la maternità è l'avventura delle donne e allora tante donne pensano che chi si nega questa avventura non sia degna di far parte della comunità femminile. Io penso al contrario, che una donna deve seguire le proprie inclinazioni.
Non credo che esista un desiderio naturale di maternità, è un desiderio complicato che forse non è solo sociale, affonda anche le sue radici nella nostra biologia. Però, indubbiamente, noi non siamo, come diceva Simone de Beauvoir, noi non siamo soltanto, non siamo più una specie animale, siamo una società, quindi i nostri desideri sono è difficile dire fino a che punto sono naturali e fino a che punto sono sociali.
Però sembra che ancora il desiderio di maternità venga ritenuto come l'ultimo baluardo della naturalità, quasi più dell'essere gay, dell'essere lesbica, dell'essere omosessuale, che divide gli animi e divide il mondo. Però è in qualche modo un'idea che si fa strada, che può essere accettata, di cui si può discutere appunto pure a cena fra amici in maniera più o meno semplice. Non è così quando si dichiara che non si è avuto figli per scelta. Questo è come ancora un negare le proprie radici biologiche in un momento in cui, peraltro, fare figli è diventato abbastanza poco naturale perché le tecniche, non solo di procreazione assistita, sono molto complesse, molto artificiali, quindi anche l'essere padre, l'essere madre è un qualche cosa che è cambiato radicalmente. Però è accettato, è più accettato il desiderio di maternità o di paternità a tutti i costi; tante mie amiche si sottopongono a torture incredibili pur di essere madri.
Io non mi son sottoposta a nessuna tortura se non al rischio di prendere una pillola, allora molto pesante, per non averli invece.
Io mi augurerei che si giunga a un punto in cui sia il desiderio di maternità che il desiderio di non maternità venga rispettato in egual misura."soggetto tabù famiglia tradizionale corpo sessualità giudizio sociale desiderio persone citate de Beauvoir, Simone (scrittrice) [persona citata]