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Le ostetriche: "Non essere madri è un po' come rinunciare a una parte di sé"



Il ruolo di accompagnamento dell'ostetrica start 00:03:59end 00:08:42 Le ostetriche affrontano l'argomento della maternità da un punto di vista professionale, sottolineando l'importanza della cura e dell'ascolto che bisogna garantire alle donne e di come spesso sia proprio la presenza di questo vuoto assistenziale a creare problemi.trascrizione VALENTINA: "Aggiungerei che nel nostro caso non tanto il lavoro quanto io, quando voi, conoscendovi, abbiamo scelto l'ostetricia come passione, e non tutte le donne sono portate a fare le ostetriche. E' una scelta molto non scontata. Una donna in quanto ostetrica deve mettere alla base di tutto l'empatia e l'altro, e quindi mettersi a disposizione dell'altro tramite l'ascolto attivo. Ascoltare senza giudicare, cercare di capire delle dinamiche totalmente assenti nella nostra vita personale, e cercare di aiutare la donna che talvolta neanche a parole chiede aiuto. E quindi ascoltare nei suoi gesti, nelle sue parole, e quale momento migliore del parto, della gravidanza permette di fare uscire queste cose."
ELEONORA: "Molto spesso infatti la gravidanza, in quanto trasformazione, evoluzione tira fuori nella donna cose che ancor prima non erano emerse."
ILARIA: "Si, è vero pure che a volte per alcune donne la gravidanza comporta anche fare un lavoro su sé stesse, una evoluzione, che poi quando nasce il bambino si trasforma in difficoltà."
VALENTIINA: "Ricreare un equilibrio che si è interrotto."
ILARIA: "Esatto, e quindi si inizia una gravidanza fuori dalla gravidanza. Quindi un altro percorso, un nuovo percorso da fare con il bambino, e penso che la nostra presenza sia fondamentale, più che nella gravidanza."
VALENTINA: "Infatti uno dei problemi che ci sono oggi nella nostra società è il vuoto in cui è lasciata la donna subito dopo il parto, il cosiddetto vuoto assistenziale. Di conseguenza quale migliore figura dell'ostetrica può aiutare si in termini pratici la donna, ma può sostenerla essendo una donna anch'essa. Quindi porsi nella sua stessa dimensione e cercare di calarsi nei suoi panni, aiutandola semplicemente a prendere un thè insieme, delle soluzioni a possibili problematiche dell'allattamento ad esempio."
ELEONORA: "Al di là di tutto è vero che il nostro compito principale è quello di ascoltare, accogliere. Perché noi stesse non dobbiamo influenzare quello che è il nostro lavoro, che io non chiamerei lavoro ma missione, verso la donna, quindi un aiuto verso la donna senza influenzarlo con quelli che sono i nostri pensieri, quella che è la nostra decisione di vita, quella che il nostro progetto futuro. Perché la donna va accolta al di là di tutto, al di la di quella che sia la scelta di avere un figlio, una scelta di allattarlo lei stessa o di ricorrere a un allattamento artificiale, o una donna che ha un tipo di religione che è diversa dalla nostra. L'accoglienza secondo me va al di là di tutto, e nel nostro lavoro è una delle cose principali perché la donna sempre, sempre, in qualsiasi momento, si trova sola."
ILARIA: "Ricollegandomi a questo discorso vorrei dire che rispetto anche a chi decide di non avere figli, che comunque è una scelta più che legittima, è sicuramente motivata. Secondo me il nostro ruolo, a parte stare vicine, è informare. Informare sul modo giusto, sui metodi con cui non si possono avere figli, con cui c'è molta probabilità di non averne, e quindi evitare di ricorrere a eventi poi traumatici per la donna, che comunque poi segnano indipendentemente dal fatto di averne o meno."
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