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A casa di Susi: "La vita è fatta di tanti progetti, non solo quello di fare figli"



Rosanna: le ragioni della scelta start 00:00:00end 00:06:40 Rosanna racconta la sua vita caratterizzata dalla critica ferma della famiglia e del lavoro fisso, e dalla ricerca di forme collettive, trovate nel femminismo, che superino gli stereotipi del lavoro e delle relazioni.trascrizione Italiano:
Saluti iniziali
ROSANNA: "Io sono nata e cresciuta (nata no, ma cresciuta) dai sei anni in poi, in un bar. I miei genitori avevano un bar.
Mia madre, una madre praticamente assente, anaffettiva totale, pensava solo al lavoro, eccetera.
Allora, la prima cosa che ho capito intorno ai dieci-undici anni è che non volevo essere come lei, quindi questo proprio mi è stato chiarissimo nella scuola media.
Ho capito anche che ero molto sola, cioè che dovevo pensare io a me stessa, perché gli altri non avevano tanto tempo. Allora, questa vicenda ha fatto sì che siccome non volevo essere come mia madre, non volevo essere una moglie e non volevo essere una madre; il mio stare al mondo doveva passare da altre parti.
E allora tutto il mio andare avanti, la mia vita è sempre stata alla ricerca di stare in questa realtà senza passare per quella strada, e così è stato.
Perché quello che poi ha sostanziato, ha sostenuto, ha fatto sì che tutto ciò fosse possibile, è il fatto che poi io le cosiddette madri, una famiglia, un collettivo, un qualche cosa, l'ho trovato negli anni Settanta, cioè quando io avevo quindici, sedici anni. In quegli anni lì ho trovato tutte le persone che hanno reso possibile quel modo di stare al mondo, no? Ma per me è stato fondamentale. Se non avessi incrociato quegli anni probabilmente la mia vita sarebbe stata completamente diversa. Non penso alla possibilità di decidere in totale solitudine, al di fuori del mondo, e di tutto il resto, non ci credo; credo che noi siamo attraversate da tutto quello che ci sta attorno, no? Allora gli incontri che fai, le persone con cui hai a che fare sono le persone che poi aiutano, determinano in parte quello che sarà la tua vita.
Tanto è vero che io ho abortito, ho abortito a venti e qualche anno perché non ci stava, perché non volevo. In quel momento lì poi in modo particolare i figli non ci stavano perché prima io volevo trovare il mio posto nel mondo, e lo potevo trovare solo da sola - ero molto sola, cioè non avevo una famiglia dietro, avevo un fratello che mi sosteneva in parte da lontano. Questo non vuol dire che a me non piaccia amare, io adoro la malattia dell'amore, trovo che sia una malattia meravigliosa, una grande malattia, mi piace moltissimo, mi sono innamorata un sacco di volte, non è quello il discorso. Il discorso è che anche in queste relazioni qua appunto non mi sposo, ma non mi sposo perché non volevo la famiglia, perché la famiglia che ho avuto era una roba che per me era il massimo del negativo, fondata sull'ipocrisia, sul denaro, o solo sul lavoro, niente affetti, per cui proprio "no" a caratteri cubitali e quindi no al matrimonio, no alla coppia chiusa, tutte quelle storie. Questo però, questa scelta ha anche fatto sì che tutte le energie siano andate nella direzione di creare e avere cura di altro, perché secondo me quel pezzo lì, e quindi una vita fatta di... pensavo sempre oggi camminando, se penso alla mia vita, la mia vita è fatta di tanti progetti, uno dopo l'altro. Cioè ho sempre rifiutato il lavoro fisso, ma perché? Perché, di nuovo, il lavoro fisso mi avrebbe impedito - nella mia testa, forse sono balle, ma insomma - di continuamente cercare come cambiare questo mondo, di come farlo migliore, di come io potevo lì dentro lavorare per il cambiamento, per questo, per quest'altro, sempre proiettata sul futuro. Allora non potevo stare in un posto chiuso; faccio un progetto, quello è avviato, poi lo mollo, ne attacco un altro, mai individuale, sempre con altre persone. Per cui a sessant'anni compiuti da poco mi ritrovo che, se dovessi disegnare la mia vita, sono appunto tanti progetti uno in tromba all'altro: iniziati, alcuni continuano, altri son finiti, ma io continuo a pensare ad altri, cioè non riesco a... è come una vita che guarda sempre a quello che farò, allora o è una roba che ho il senso dell'onnipotenza o sono molto piena di me, non so come dire, perché è come se io dovessi non star mai ferma. E per non star mai ferma devi avere delle valige leggere, devi viaggiare leggero, non puoi avere figli, famiglie, no, devi essere molto leggero."

English:
ROSANNA: "I was born and raised, well, not born, but rather raised from the age of six in a bar. My parents had a bar. My mother was practically an absent mother, totally cold and distant, she only thought of work, and so on.
So, the first thing I figured out around the age of 10 or 11, was that I didn't want to be like her. So, this was very clear to me since middle school. And I also realised I was very lonely, I had to think of myself, as the others did not have much time. Therefore, this event has meant that since I didn't want to be like my mom, I didn't want to be a wife and I didn't want to be a mother. My being into this world had to go through something else. That stuff there really... So, all my moving forward, and my life has always been about researching how to exist, without going down that road. And so it was.
What substantiated and supported, made all this possible, is the fact that the so called mothers, a family, a collective or something, I found all that in the 70s, when I was 15 or 16. In those years, I found all the people who made possible my way of being in this world. But for me it was fundamental. If I hadn't gone through those years, probably my life would have been completely different. I don't think of the possibility to decide in total isolation outside the world, and all. I don't believe this. I think we're crossed by everything around us, right?
The people you meet, the people you deal with, are the persons who in part determine what your life will be. So much so that I had an abortion, when I was 20 or so, because it was not the right time especially in that specific moment, having children was not the right thing to do, because before I wanted... I wanted to find my place in this world, and I could only find it alone. I was very lonely, I had no family behind me. I had a brother who partly supported me from afar, but anyway... This doesn't mean I don't like to love. I mean, I adore to be love sick. Isn't it a wonderful disease? Love sickness can be harsh, but I like a lot. I fell in love many times. That's not the point.
The point is that even in these relationships, as I said, I didn't see myself married. But I didn't because I didn't want family, because the family that I had was a totally negative experience. Based on hypocrisy, on money, only on work, no loving care. so absolutely NOT! So, no to marriage, no to the exclusive couple and all that. However, this choice has also meant that all the energies were channelled towards creating and taking care of something else. Because I think that part there... And so a life made of, I thought while walking today, if I think of my life, it is made up of many projects. One after the other.
I mean, I've always turned down permanent work, but why? Again, because a steady job would have prevented me, in my head, maybe it's rubbish, whatever, to continually search a way to change this world, or how to make it a better place. How I could, in that environment, work for a change, for one thing or another. always projected on the future.
I couldn't stay in a confined space. I work on a project, once it's started I leave it and start another. Never an individual project, always with other people. Therefore now, having just turned 60, if I had to draw my life, there are many projects, one after the other, some started, some ongoing, others are finished, but I keep thinking about others. I mean, I can't... It's like a life spent looking at what I am going to do next. So, either I have a feeling of being omnipotent, or I'm very full of myself. I don't know how to say it... It's as if I can't stand still.
And if you never stand still you must have light baggage, you have to travel light. You can't have children and families. No, you must be very light."
soggetto anaffettività madre famiglia d'origine anni Settanta solitudine aborto lavoro adolescenza infanzia


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