A casa di Susi: "La vita è fatta di tanti progetti, non solo quello di fare figli"
Torino 2015 mar. 28 Archivio Vivo Lunàdigas MPEG colorato sonoro
La struttura familiare start 00:28:38end 00:35:14 Marisa critica la struttura familiare occidentale e auspica un impegno più collettivo sulla crescita dei bambini.
Rosanna porta sue esperienze personali con donne di altri Paesi dove la maternità è obbligo e illusione di mantenimento di relazioni di coppia.trascrizione Italiano:
MARISA: "Voglio dire una cosa sulla struttura della famiglia in questa nostra società: la trovo insopportabile. Cioè che ognuno abbia i suoi figli, in questi cubicoli chiusi, e possano fare ciò che vogliono di questi bambini nel bene e nel male, lo trovo insopportabile; secondo me i figli dovrebbero essere allevati dalla comunità, e non al chiuso in due camere da due persone che non si sa bene se son sane o non son sane di mente. Invece dovrebbe esserci un sistema più collettivo dove magari, non dico arrivare allo scambio, però dove ognuno possa allevare per un pezzo questi bambini, anche chi non ha figli, anche chi - non so, mi immagino delle case attorno ad un cortile e questi bambini "
ROSANNA: "Questo è il modello africano."
MARISA: "E sono figli di tutti. Cioè ecco, non sopporto che siano figli di quel padre e quella madre biologica, e questi hanno un potere enorme, questo padre e questa madre, su queste creature; enorme, le possono rovinare senza che nessuno possa fare niente. Sicuramente io mi sarei comportata anche peggio, però trovo che una gestione più collettiva dei figlioli sarebbe molto più sana per la società. Invece vedo questi palazzi alti, questi appartamentini, lo trovo di una angoscia terribile. Non so, eh?"
LILIANA: "Si, bisogna essere convinti che la società sia migliore degli individui e questo, di questi tempi "
ROSANNA: "No, io ho vissuto tanti anni a contatto con donne di altri paesi, che mi hanno insegnato molto sulla storia dei figli. Intanto all'inizio ero un po' scioccata perché da una parola in su: "saluta tua zia" ai bambini di queste donne, e io dicevo: "ma io non sono zia, no?". E allora io ho nipoti per cinquanta, sessanta, settanta città perché sono zia di tutti sti bambini di donne d'Africa, donne sudamericane, perché il bambino, la bambina, riconosce nell'adulto che conosce la mamma immediatamente zio e zia: non è più l'amica della mamma, e ha un potere sul bambino, cioè se tu dici qualche cosa a quel bambino il bambino ti deve ascoltare perché tu sei un adulto, legittimato dalla relazione che hai col genitore a parlare. Qui nel nostro mondo spesso è il contrario: "come ti permetti di dire qualche cosa a mio figlio?" mentre là sei legittimato; questo mi ha fatto anche pensare ad un modello diverso, quello che dici tu. Cioè nelle case in Africa questa cosa, ma anche per motivi di sopravvivenza immagino, è molto normale che i bambini si aprano le porte, entrano in un cortile, i più grandi guardano i più piccoli, le persone grandi guardano i bambini di tutti mentre gli altri lavorano o insomma, quindi c'è questo controllo.
Mi è venuta in mente una storia. Io ho passato un po' di anni della mia vita in Centro America: andavo là, insegnavo, lavoravo con le donne, con le ragazze e i ragazzi eccetera, e la prima domanda che mi facevano era: "tu hai dei figli?" e io dicevo: "no", e loro: "estas inferma?". Ero malata: non è pensabile che tu, donna fertile - avevo trentacinque, non so quanti anni - non avessi figli. E sicuramente sei malata. Allora di nuovo questa roba qua mi scatenava delle rabbie per cui poi passavo, mi infilavo in discussioni con queste donne per tentare di far capire che si può anche scegliere, o che in qualche modo ti può non interessare l'articolo della maternità, ma loro immediatamente ti giravano la frittata e ti dicevano: "eh ma come fai con l'uomo?". Perché cos'è che lega un uomo a te? E' fargli un figlio, perché l'altra cosa che loro dicevano dopo un attimo che stavano con un uomo era: "ti faccio un figlio" - che poi è una balla disumana perché poi non è vero, infatti 'ste donne hanno sei figli di sei uomini diversi sempre nel tentativo di tenere il maschio legato. Quindi è tutta una costruzione di un principe azzurro che non esiste, che deve sempre arrivare, sarà quello buono eccetera; tutto ciò nella mia testa mi ha sempre di più confermato questa idea, questa convinzione che appunto io non dovevo passare di lì, non volevo quella roba, non volevo che il mio stare al mondo passasse per quella porta, pur riconoscendo quello che dice Sonia di questa esperienza d'amore impagabile, no? Lo capisco, lo intuisco sicuramente, come provo delle fortissime emozioni e commozioni quando vedo dei bambini appena nati, ho visto i miei nipoti; sento che è qualche cosa di diverso da qualsiasi altra roba, questo è evidente."
English:
MARISA: "I want to say something on the structure of family in our society, I find this family structure unbearable. Everyone having their own children, in these closed cubicles, and they can do whatever they want with these children, for better or for worse, I find it unbearable. I think children should be raised by the community.
And not indoors, in two rooms, with two people who no one knows whether they are mentally healthy.
There should be instead a more collective system, where maybe, I'm not saying going as far as an exchange, but where everyone can have a part in raising these children. Even those with no children or other. I imagine houses around a courtyard, and these children in the courtyard."
ROSANNA: "This is the African model."
MARISA: "And they are everybody's children. I can't stand it that they are children only of their biological parents, locked up. And these parents have a huge power over these creatures. Really huge. They can ruin their lives and no one can do anything about it. Surely, I would have behaved even worse, but I find that a more collective management of the children would be much healthier for society. Instead, I see these tall buildings, with these small apartments. I find this all terribly distressing. I don't know."
LILIANA: "Yes, you have to be convinced that society is better than individuals. That's true. And in days, this is not so sure. Instead... Sorry, go ahead."
ROSANNA: "I have lived many years in contact with women from other countries. They taught me a lot about children. At first I was a little shocked, as soon as we met it was "Say hello to your aunt".
These women's children. I mean, I am not an auntie. Auntie Rosanna. I have probably up to 70 nieces and nephews around town, because I am an aunt of these children of women from Africa, or from South America.
Children recognise in an adult who knows their mother immediately an uncle or an aunt. It's not their mom's friend. And they have power over the child. If you say something to that kid,
the child must listen to you. Because you are an adult, legitimized to talk by the relationship you have with their parent. Here in our world, it's often the opposite, "How dare you say anything to my child?" There, you have the right to do it. So, that also made me think to a different model, as you were saying.
In the houses in Africa, this thing, maybe also for survival reasons, it is very normal for children to go outdoor, enter a courtyard, the older watch the younger ones, older people look after everyone's children, while others go to work or something. So, there is this control.
Something came to my mind. I spent a few years of my life in Central America. I used to go there to teach, I worked with women, with girls and boys and so on. And the first question they asked me was "Do you have children?" And I said no. "Ah! Estas enferma?" For them, I was sick.
It was unconceivable that you, a fertile woman, I was 35 or something, didn't have children. Surely, you must be sick. Again, this thing made me so angry. I entangled myself in endless discussions with these women, trying to make them understand that you can also choose. Somehow you might not be interested in motherhood. But they would immediately turned the argument around, telling you, "What do you do about men?" Because what binds a man to you, if not giving him a child? Because the other thing they said soon after meeting a man was, "I'll give you a child", which is a total lie. In fact, these women have six children from six different men. Always with this attempt to keep the man from running away. It's just a construction of an ideal prince charming, the expectation, wondering whether it's the good one. This has only strengthened my idea, this conviction of mine, that I should have not gone through that. I didn't want that stuff. I didn't want my being in the world to pass through that door.
While acknowledging what Sonia says of this experience of love. Priceless, isn't it? I get it, I can grasp it, for sure. As I feel very strong and moving emotions when I see newborns, my nieces and nephews. I can feel it's something different from anything else. This is clear."soggetto famiglia fertilità zia comunità