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Elena: "Quello che fai è sempre sbagliato"



L'importanza dell'amicizia start 00:26:15end 00:33:36 Elena racconta della preziosa vicinanza ricevuta durante la gravidanza da parte di un'amica turca, a sua volta diventata madre. Esalta il confronto amicale sulla maternità come antidoto ai giudizi sociali di cui le donne sono in alcuni casi anche autrici.trascrizione ELENA: "Ricordo un discorso molto bello fatto con una mia carissima amica, quasi una sorella, una ragazza turca, con cui ho instaurato uno stupendo rapporto di sorellanza, che è stata la prima a sapere che aspettavo un figlio, tra l'altro, e che dopo un annetto circa è rimasta a sua volta incinta. Lei era sposata con un ragazzo olandese e avevano viaggiato tantissimo nella loro vita e continuavano, facevano una media di… prendevano l'aereo una media di sei, sette volte l'anno. Ricordo che lei mi disse: "Adesso ho capito che cosa significa quando ti dicono che un figlio ti cambia la vita!" e lei il figlio non lo aveva ancora avuto quindi ho detto: "In che senso? Cosa vuoi dire?"
E lei mi disse: "Sai, io ho preso tanti di quegli aerei da non sapere neanche il numero. Ieri per la prima volta sono salita su un aereo ho pensato: "Oddio e se casca?"..."'
Secondo me questo è estremamente simbolico di quello che veramente ti fa, tra virgolette, la presenza di un figlio, no?
In questo senso ti cambia la vita: tu per la prima volta cominci a ragionare non solo più per te e fa un enorme differenza perché tu su quell' aereo ci sei salito simbolicamente milioni di volte senza mai minimamente preoccuparti del fatto che potesse cadere e se anche fosse caduto: ciao! Invece per la prima volta tu ti rendi conto che non vivi più solo per te e questo ti cambia completamente. E se tu avessi questa consapevolezza prima di concepire un figlio ci penseresti sopra molto bene, molto molto bene.
Questa amicizia con la mia amica turca che dura, grazie a dio, ancora oggi con tantissimo affetto e amore, anche se lei è tornata a vivere ad Istanbul, è stata una delle cose più importanti per me.
Io quando sono appunto rimasta incinta e sono andata da lei piangevo disperata, perché se da un lato ero veramente felice e sentivo in un modo del tutto inspiegabile e indescrivibile l'immensa gioia di sapere che qualcosa stava crescendo in me, dall'altra io ho avuto una vera e propria crisi di panico. E se non ci fosse stata lei ad ascoltarmi, a starmi vicina, a valutare con me i pro e i contro di quello a cui stavo andando incontro, io mi sarei sentita così profondamente sola da non essere forse in grado di affrontare la cosa. Forse sarei riuscita lo stesso a portare a termine la gravidanza, non dico di no, però quando si affronta una gravidanza essere soli è terribile. È la cosa peggiore che ti può capitare. Perché tu stai affrontando una serie infinita di cambiamenti, a partire dal corpo, che sembra uno scherzo perché ormai tutti siamo abituati a pensare: "Oh, che bello, guarda che bel pancione!". Ma vedersi crescere una pancia in maniera così spropositata, non riuscire più a camminare, non riuscire più ad allacciarsi le scarpe, trovare sollievo soltanto in acqua perché la schiena ti fa male… questo seno che cresce enormemente, tutto ti si gonfia a dismisura e la gente che ti dice: "Come sei bella!" e tu ti guardi e ti vedi mostruosa, gonfia, perfino i pori ti sembrano diversi e quindi già questo cambiamento è terribile. Per qualunque donna: sia quella che è abituata a sentirsi bella, sia quella che è abituata a non vedersi particolarmente bella. E sentirsi soli in un cambiamento del genere è terribile. Quindi, io credo che se davvero tra donne cominciassimo a parlarci, ad ascoltarci, anche a raccontarci queste cose in maniera più tranquilla, più serena, più libera, mettendoci al corrente un po' di quello che ci aspetta, senza scoraggiare nessuno, per l'amor del cielo - io penso, tra l'altro, che se una persona desidera avere un figlio puoi dirle tutto quello che vuoi, puoi anche raccontarle il parto minuto per minuto, ma il figlio se lo porterà a termine in ogni caso -, però è bello sapere: "Guarda, sai, a me è successo così, io mi sono sentita così, io ho avuto questi momenti di depressione, di stanchezza, di fatica. Non sentirti sola, non aver paura se ti succedono perché è normale". Oppure: "Sai, ho avuto dei momenti in cui ho seriamente pensato che forse non avrei dovuto avere un figlio!". "Oh! Davvero anche tu?". "Sì, anche io!".
Riuscire a ad essere più libere su questo forse potrebbe aiutarci davvero a liberare anche queste future generazioni di ragazze che hanno bisogno di sentirsele dire queste cose; hanno bisogno di sapere che la loro deve essere una scelta e una scelta consapevole in qualunque direzione vadano. Sia che decidano di non avere figli, sia che decidano di averne venti. L'importante è che sappiano che possono scegliere e che questa cosa diventi sempre più chiara, che noi, per prime, smettiamo di giudicarci, di pensare: "Però guarda quella lì cosa ha fatto, e ne aveva già cinque, ne ha fatto ancora uno, ma che cosa le è venuto in testa!". Oppure: "Ma pensa quella lì, con tutti i soldi che ha, perché non si fa dei figli?". Perché io questi discorsi li ho sentiti e invece noi dovremmo essere le prime a dire: "Che bella quella amica, voglio essere sua amica, voglio avere un bel rapporto con questa donna e chissà magari mi racconterà, se vuole o no dei suoi figli". Perché questo dovrebbe essere, cioè avere delle relazioni pulite semplici e chiare che portino le ragazze a potersi sentire libere di fare queste domande, di dire: "Ma a te è capitato? Ma tu come ti sei sentita? Sai, io vorrei, cosa ne dici?". Con la libertà di sentirsi umane e di poter essere umane."

English:
ELENA: "And I remember a very beautiful conversation that I had with one of my best friends, she's like a sister. A Turkish girl with whom I have a great sisterhood relationship. She was the first one to know I was expecting a child, and after about one year, she got pregnant too. She was married with a Dutch guy, and they had traveled a lot in their life and still did, they took a flight approximately 6/7 times a year. And I remember she said, "Now I understand what it means when they say a child changes your life". And she hadn't had the child yet, so I asked her "What do you mean?" And she told me "I don't even know the exact number of flights I took. Yesterday, for the first time, I got into the plane and I feared about a crash."
And I think this is extremely symbolic of the effect of the presence of a child. In this sense it changes your life, as for the first time, you start thinking not only for yourself. And it makes a huge difference, because you took thousands of flights, without thinking that it could crash. And even if it would. Well, tough luck!
Instead, for the first time you realize you don't live only for yourself, and this completely changes you. And if you had this awareness before making a baby you would think about much better. Very very well.
My long-lasting friendship with this Turkish girl is still here, I really love her, even if she lives in Istanbul now.
It was one of the most important things for me when I got pregnant. When I went to her, I was crying, desperate, because if on the one hand I was really happy and I felt in an incredible way, which was beyond words, the huge joy to know that something was growing inside me. On the other hand, I had a real panic attack. And if she hadn't been there listening to me, next to me, considering the pros and cons of what I was putting myself into, I would have felt so totally alone, so much so that I might have been unable to face the situation.
Maybe I would have been able to carry the pregnancy to term anyway, I'm not saying I wouldn't but.. I'm sorry...But when you're pregnant being alone is terrible. There's nothing worse, because you're facing infinite changes, starting with the body. It's seems a joke, because we are used to think "Look, such a beautiful pregnant belly." But seeing the belly growing disproportionately, no longer being able to walk, or to tie your shoes. Finding relief only in water, because your back hurts. Your breast growing incredibly bigger and bigger, everything swells excessively, and people saying "How beautiful you are". And you look at yourself and see yourself terrible and swollen, even your pores seem different. And already this change is terrible, for every woman: both those used to feel beautiful, and those not considering themselves particularly beautiful. And feeling alone in the midst of such a change it's terrible.
So I really believe that if we, as women, we started talking and listening to each others, even telling each other these things, in a more peaceful, serene and free way, sharing about what's coming, without putting anyone off, for God's sake.
Besides, I think that if a person really wants a child, you can tell her whatever, even if you tell her about your delivery in great details, she will have her baby anyway.
But it's good to know,"Look, this is what happened to me" "I felt this way" "I had moments of depression, tiredness, fatigue" "You're not alone, don't be afraid, because it's normal" Or else "At times I seriously thought I shouldn't have had a child" "Really? You too?" "Yes, me too".
Being able to freely talk about this, maybe it should help to free the new generations of girls who need to listen to those things. They need to know they can make a choice, a conscious choice, whatever direction they'll take, whether they won't have any child, or they'll decide to have 20. It's important to know they can choose, and this should be clearer and clearer.
We need to stop judging each others, thinking "What she have done?" "She already had five children, and had another one" "What were she thinking?" Or "With so much money, why doesn't she have children?" I heard these talks. We should instead be the first to say, "What a beautiful person, I want to be her friend. I want to have a great relationship with her, and if she feels like, she might tell me about her children" That's how it should be, we should have simple, clean, transparent relationships, that would encourage girls to ask these questions. Feeling free to say, "Did it happen to you? How did you feel?" "I would like to...What do you think?" With the freedom to feel and be human."
soggetto sorellanza solitudine giudizio sociale amiche amicizia maternità


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