Associazione Orlando: "La ricchezza delle narrazioni sulla non maternità"
Bologna 2015 apr. 17 Archivio Vivo Lunàdigas MPEG colour sonoro
Testimonianza di Elia start 00:41:34end 00:47:05 A partire dalla sua esperienza di lesbica e nonostante i desideri della madre, Elia racconta di aver fondato la sua scelta di non riprodursi su motivi politici, ecologici, sulla necessità di scardinare il giudizio sociale che valida le coppie sulla base della riproduzione e sulla distanza verso l'idea di amore incondizionato verso i figli.trascrizione ELIA: "Intanto volevo ringraziare tutte per le condivisioni di questa sera che sono state molto interessanti, intime, con un impatto affettivo forte. E devo dire che io mi ci sono riconosciuta solo in parte, nel senso che questo filo rosso del legame tra essere donna ed essere madre, sul fatto che la scelta non riproduttiva in qualche modo vada a squalificare la propria soggettività di donna e che sia quindi insomma difficile da sostenere, come lesbica non mi funziona, nel senso che io prima di scegliere di non riprodurmi, per tante ragioni, ho scelto di essere lesbica. E quindi questo mi ha posto al di fuori non solo dell'economia eterosessuale ma anche dell'economia riproduttiva. E quindi è una posizione soggettiva particolare, perché, secondo me, poi ti mette di fronte in qualche modo a quasi al problema opposto. Questo discorso è molto complesso. Lo spiegherò con un aneddoto: io vengo da famiglia medio borghese del Nord Italia, presso la quale mi sono sempre trovato bene anche rispetto alle mie scelte identitarie, e poi a un certo punto a mia madre è scattato quello che non mi ricordo chi lo diceva prima, quel desiderio di "nonnismo", quindi dovevo riprodurmi. E mia madre mi ha proposto un piano strategico di riproduzione eccellente, nel senso che io avrei dovuto riprodurmi con la collaborazione di questo mio caro amico gay, che insomma è ben noto in famiglia, e insomma creare questa forma di genitorialità complessa per cui in qualche modo poi sto bambino un po' lo tenevano loro, un po' lo tenevo io, un po' lo teneva mia madre, insomma si creava questa forma di parentela piuttosto queer effettivamente, tanto che appunto quando mamma mi spiegò sta cosa, dicevo: "ma mamma ma che è? una queerrata pazzesca! Però no grazie, cioè grazie ma non grazie, cioè capisco che sia appunto un " E mi aveva colpito come questo desiderio di "nonnismo" fosse stato tale dal consentirle di immaginare una forma di relazione, una forma di parentela così poco normativa. E però, nonostante questa offerta di collaborazione alla riproduzione io ho continuato a non desiderare di riprodurmi, un po' appunto per ragioni politiche, perché insomma stiamo attenti a quanto consumiamo mezza giornata, ma insomma abbiamo idea di quanto consuma un bambino in termini di impronta ecologica è veramente disastroso; un po' perché sento questa forma, come lesbica, sento questa forma di ricatto per cui in qualche modo il riconoscimento della tua soggettività deve passare dal riconoscimento della tua genitorialità, e questo vale molto soprattutto per le coppie, quindi in qualche modo soprattutto nei luoghi come in Italia dove non ci sono forme di riconoscimento istituzionale dell'essere in coppia, allora l'essere comunque genitori in qualche modo ti qualifica e ti consente di rivendicarti l'essere coppia. Quindi già ho problemi con la coppia, già ho problemi con la riproduzione, un disastro. Quindi sì, per me non riprodurmi è stato anche, appunto, una scelta contro questa forma di validazione che dovrebbe passare dal riprodurmi.
Poi infine in realtà, e con questo chiudo, per me la ragione più profonda che ha informato la mia scelta non riproduttiva è stata in realtà veramente molto intima e personale, cioè il fatto che io non tollero l'idea di amore incondizionato. Io l'amore lo voglio scegliere, negoziare sempre, tutti i giorni con le persone con cui sto. Dai racconti che sento mi pare che invece il rapporto con il figlio o la figlia ti installi questa forma di amore incondizionato, che per me è una coercizione che non posso scegliere."
English:
ELIA: "First, I wanted to thank everyone for sharing tonight, that have been very interesting, intimate, with a strong emotional impact. I have to say that I recognized myself only to a certain extent, because this common thread between being a woman and being a mother, the fact that a non-reproductive choice somehow disqualify our subjectivity as women, that is therefore difficult to sustain, as a lesbian, I didn't feel it this way. In the sense that, as it were, before choosing not to reproduce, I chose to be a lesbian, and this has put me outside, not just of heterosexual dynamics,
but also of the reproductive economy. So it's a particularly subjective position, because in my opinion it kind of makes you deal with almost the opposite problem. The matter is very complex, I'll explain it with an anecdote.
I come from a middle-class family from Northern Italy, in which I always felt good, also with respect to my identity choices. At some point, as somebody said before, my mother craved for grandparenthood, so I absolutely had to reproduce. My mother comes up with a strategic reproduction plan, an excellent one. In the sense that I should have to reproduce myself, with the collaboration of a dear friend of mine who is gay, who is well known in the family, and create this complex parenting arrangement, so that somehow this baby would stay with them some time, a bit with me, a bit with my mother. In short, a kind of a very queer extended family, so much so that when my mother told me about it I told her it was crazy queer. But thanks but no thanks. I mean, I understand it's a...what struck me, let's say in this...how the desire for grandparenthood had been such as to make her imagine a kind of relationship, a kind of family so much outside the common framework. Despite this, let's say...offer of cooperation to reproduction I continued not to wish to reproduce myself. Partly for political reasons, because... well, we are so careful how much we consume in half a day, but we realize how much a child consume, in terms of ecological footprint. It's really a disaster. And partly because, in fact, I feel this form as a lesbian, I feel this form of blackmail, so somehow your subjectivity is acknowledged subject to recognition of your parenthood. This is especially true for couples. So somehow, especially in places as in Italy, where couples are not officially acknowledged and recognized, being at least a parent somehow qualifies you and allows you to claim being in a couple. I have problems with being in a couple, I have problems with reproduction. It's a disaster. So yes, for me not having children it was also a choice against this form of validation which should pass though reproducing myself.
In the end, actually, and with this I close, for me the deepest reason behind my non-reproductive choice was actually very intimate and personal, the fact that I do not tolerate the idea of unconditional love. I mean, I want to choose and negotiate love every day, with the people I'm with. From the stories I hear, it seems to me that instead the relationship with a child it is based in this unconditional love which for me is a coercion that I can't choose."soggetto amore scelta ecologia madre famiglia d'origine gay lesbica