Associazione Orlando: "La ricchezza delle narrazioni sulla non maternità"
Bologna 2015 apr. 17 Archivio Vivo Lunàdigas MPEG colour sonoro
Testimonianza di Giulia start 00:58:42end 01:04:48 Confrontandosi con le testimonianze delle compagne, Giulia sostiene di non voler vivere una maternità biologica ma di non escludere di vivere una maternità di cura verso terzi. Giulia infine esprime gratitudine e ammirazione verso la madre che, da femminista nei fatti più che di formazione, non ha mai posto ostacoli alla piena realizzazione della figlia.trascrizione GIULIA: "Sono molto contenta della discussione perché è stata veramente stimolante da tantissimi punti di vista. Dopo l'aver messo in discussione, nell'intervento precedente, la parola "scelta", gli interventi che si sono susseguiti mi hanno portata a mettere in discussione la parola "maternità", che cosa significa maternità stessa, perché stiamo parlando di maternità, non maternità insomma, un discorso veramente complicato, un work in progress, dico proprio personalmente, di sentimenti rispetto a questo tema. Vi posso dire dove sono arrivata a oggi, 17 aprile 2015, aggiornamento al quindi al momento è questo. Credo di essere abbastanza, no no sicura, sul fatto per quanto concerne il dato biologico. Mi sento di poter dire di sentirmi lunàdigas dal punto di vista biologico, cioè non sento l'esigenza di avere un'esperienza biologica e fisica di maternità, questo sicuramente. Sento anche di non escludere il fatto di vivere la maternità in un'altra forma, in un futuro, potrebbe essere, cioè potrebbe essere che ci sia un incontro con un altro essere umano di cui uno potrebbe avere voglia di curarsi, quindi questa è una cosa su cui non mi sento personalmente di escluderlo, quindi una sorta di posizione, per il momento per quello che è emersa, ibrida mi faceva piacere condividerla, cioè pensare alla maternità come, sicuramente non un'esigenza, almeno personalmente, non come un dato biologico, ma come il fatto proprio di mi viene in mente sempre la parola "cura" sarà questa cura, prendersi cura, che è sempre questo legame con l'essere donna, magari ma non lo so. Ecco mi viene in mente molto la parola "cura" che non sento di escludere a priori, perché così come uno lo può poter fare con un compagno, una compagna, così vale anche con un essere, un individuo di età inferiore ai dieci anni, magari, quindi non mi sento sinceramente di escluderlo e su questo credo che, mi richiamo al discorso della scelta non definitiva, non poterlo sapere così a priori, non escludere a priori, almeno personalmente lo ritengo tale questo dato qua, cioè di non escluderlo a priori.
Per quanto riguarda questo era un po' l'aspetto fondamentale che mi sento di questo appunto può valere, non è nemmeno così legato all'essere donna, lo potrebbe dire chiunque, anche un uomo in un certo senso, quindi è un discorso abbastanza generale, però, ripensando anche ai discorsi, anche sul dato politico, questo è importante come si richiamava prima: in che mondo faccio venire al mondo un essere umano? Quindi in questo senso pensavo veramente ai tantissimi individui che sono già in questo mondo, quindi questa è stata sempre una cosa molto presente. Anche quando nel nostro paese si è parlato molto della legge 40, uno dei miei primi moti, mi ricordo anni fa, poi per carità sono una persona estremamente diversa da anni fa, però questo è rimasto, questo moto di dire, questa esigenza di dover mettere al mondo, di dover dire la maternità, la genitorialità si esprimesse necessariamente con il dato biologico, e quindi questa rincorsa alla fecondazione e alla necessità di quel tipo di procedimento, piuttosto del vivere la genitorialità in un modo che non fosse legato al biologico ma fosse proprio legato alla cura, alla trasmissione di valori, di un modo di vedere il mondo, di educare, di accompagnare, di tutto questo processo complesso e difficilissimo che ritengo sia il lavoro più difficile al mondo che è quello di essere genitori, io lo dico sempre a mia mamma.
Però sul discorso comportamentale, per dire, mia mamma, che non è assolutamente, non si definirebbe mai una femminista, per quanto era ben cosciente ventenne all'inizio anni '70, però so benissimo, perché ho sempre respirato, la sua aria e modo, che lei ha sempre puntato il famoso "nonnismo" per fortuna lei non ce l'ha mai avuto e penso che sia uno dei gesti più femministi, cioè una sorta di femminista di fatto ma non di nome, che forse ben venga, piuttosto delle cinquanta, sessantenni che si definiscono femministe e poi molti loro atteggiamenti non corrispondono a quello che secondo me il termine femminista vuol dire, preferisco mia mamma che non si è mai definita tale che però in tante sue cose di fatto lo è, mi ha influenzata molto, cioè che è quello di dire: "Mi interessa che tu in primis ti senta realizzata, qualsiasi cosa ti permetta di esserlo io sono felice". Quindi non c'è mai stato in discorso del "questo processo per te di autorealizzazione sicuramente dovrà passare del fatto di avere un figlio o una figlia e quindi di rendermi nonna", in un certo senso. E quindi aver sempre respirato questa atmosfera, questa sensazione del "sei tu libera di autodeterminarti e di capire quali siano le cose che ti rendono felice" ti fa crescere un pò con questa libertà di poter vedere le cose in questo modo; su questo è stata determinante e non finirò mai di ringraziarla. Ed è il motivo per cui io dico sempre quando qualcuno mi dovesse chiedere: "qual è il tuo modello di donna, esempio da seguire e che ringrazi?"
"È mia mamma!"
Non vi direi nessun personaggio famoso, non c'è Rosa Parks del caso ma è mia mamma. Questo l'ho detto più per l'atmosfera di condivisione che non perché necessariamente servisse a voi, però ci tenevo e anche post tre quattro bicchieri di vino, o quelli che son stati..."
English:
GIULIA: "I am very happy with the discussion because it was really stimulating on so many levels. After questioning the word choice in a previous intervention, the other interventions brought me to question the word motherhood. What does motherhood itself mean? Because we're talking motherhood, non-motherhood. A very complicated matter, a work in progress, I say personally, of feelings about this topic. I can tell you where I got to today, on April 17, 2015, updating to... so at the moment this is it. I think I'm pretty... I'm pretty sure with regard to biological fact. I can say I feel a lunàdigas on a biological level, I don't feel the need to have a biological and physical maternal experience, this one for sure. I also feel that I cannot exclude to live motherhood in another form, in the future, it might be. I could happen to have an encounter with another human being whom I may want to take care of. So this is something that I personally don't feel to exclude, from what has emerged so far a sort of hybrid position, and I wanted to share it.
Thinking of motherhood certainly for me, not as a biological fact, but as the very act of... The word caring keeps coming to mind, it might be this taking care, which is always this discourse, this connection with being a woman maybe, but the word caring comes to mind, which I do not feel to totally exclude. As one express it with a partner, so it can be with an individual under the age of 10, maybe, and honestly I don't feel to rule it out. On this non-definitive choice, of not being able to know for sure so a priori, I personally think so, not exclude it a priori. As for... This was the fundamental aspect I wanted to... in a way, it's not even necessarily connected to being a woman.
Anyone could say that, even a man, in a sense, so it's a fairly general thought.
Thinking back to what has been said, on the political choice, because this is important, as it was said before,Into which world do I bring a human being in? So in this respect, thinking to the many individuals who are already in this world, this has always been something very present.
Even when in our country there was a lot of talk about Law 40, one of my first moves years ago,then of course, I'm totally different from years ago, but this has remained, this way of saying, the need to give birth, that motherhood or parenthood could only be expressed with the biological act. And so this chase to fertilization, the need of that procedure, rather than experiencing parenthood in a way that was not connected to biological ties, but that was related to the caring, and beyond that, to what you transmit, the transmission of values, a way to see a world, to educate, to accompany, this whole complex and very difficult process that I find anyway the hardest job in the world, which is to be parents. I always tell my mom. But on the behavioral aspect, for example my mother, who would not call herself a feminist, although she was well aware and in her twenties in the early '70s. Yet I remember very well, I know because I breathed as her friends say, her way of being, that luckily she never craved to be a grandmother. I think of this as a feminist act, a kind of de facto feminist, although not self-declared. Maybe that's better, rather than those 60-year-olds who call themselves feminists, but then they behave in a way which I don't consider feminist. I prefer my mom who never identified as one, but in so many ways it is, and it influenced me a lot. That is to say "I care that you feel fulfilled, whatever allows you to be, I'm happy." So it was never about this process of self-realizationwill certainly have to go through having a child and to make me a grandmother, in a way. So having always breathed this atmosphere, this feeling of "You have the right to self-determination, to understand what are the things that make you happy, it makes you grow with this freedom to be able to see things this way.
So this was crucial, I will never stop thanking her, that's why I always say, if someone asks me what is my role model as a women, well, it's my mom. It would not be a famous character, there's not a Rosa Parks, but it's my mom. So this is an important thing, more for the sake of sharing really, as it's not necessarily useful for you. But I wanted to share it, also after 3-4 glasses of wine, or whatever we' ve had to drink."soggetto famiglia d'origine madre maternità cura persone citate Parks, Rosa (attivista) [persona citata]