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Anaís e Tatiana: "La maternità sarà voluta o non sarà"



Eredità e rapporto con i bambini start 00:15:12end 00:19:57 Anaís e Tatiana affrontano il tema della discendenza, in un'accezione più allargata ed inclusiva: gli spazi creativi di incontro, svincolati dagli obblighi e dalle norme che la società impone, sono spiragli di libertà che possono diventare snodi di autodeterminazione. Le due donne condividono infatti un'idea di maternità più ampia, che non prevede necessariamente la gestazione biologica, bensì anche la possibilità di essere un punto di riferimento per chiunque ne abbia bisogno: un luogo sicuro per la libera espressione di sé.trascrizione TATIANA: "A chi voglio dare? Quello che mi piace di più della libreria, è avere questo spazio a Cuenca proprio come uno spazio per quelle persone che non hanno uno spazio in città. Quindi le abortiste.. Questa è la casa delle abortiste, questo è anche lo spazio per gli omosessuali, per i gay, per le trans. E infatti le attività che a me piace di più organizzare sono gli incontri per le persone che normalmente non hanno uno spazio a Cuenca, che non hanno un posto dove ci si può sentire a proprio agio. Questo è il luogo sicuro delle co-madri, le ragazze che accompagnano le altre ad abortire in modo sicuro.
ANAÍS: "La domanda è: a chi lasceresti tutto questo?"
TATIANA: "Ah... a chi lascerei tutto questo? Ah... ho una nipote. Ho una nipote a cui vorrei lasciare questo. Ho molti nipoti, ecco."
ANAÍS: "Questa è la tua discendenza?"
TATIANA: "Sì, cioè... con tutti i figli dei miei amici, credo che bastino loro. Quando vivevo in Colombia stavo spesso con loro, con le amiche che avevano figli. Oltre ad essere un'insegnante all'asilo, un posto alternativo, che ha la mia famiglia, e credo che questa esperienza di essere lì, dedicare molto tempo ai figli dei miei amici... mi sembrava come un contributo migliore poter avere un altro punto di vista diverso dalla madre, invece di essere madre io stessa. Era così come...Hanno bisogno di avere persone dall'esterno che gli dicano cose diverse. Allora sentivo, in questo modo di essere zia "allargata", di essere la zia dei figli dei miei amici, è quello che mi sembra più bello. Mi sembra che sia super necessario, perché restare rinchiusi all'interno della casa è asfissiante. Mi sembra che sia molto difficile tirar su i figli: molte donne cercano di farlo nel migliore dei modi, molte coppie valutano come farlo diversamente, ma la società li ha intrappolati. E continuando a vivere tutti insieme nella stessa casa, è molto difficile che possano crescere in un altro modo. Quindi mi piace essere zia, proprio per contribuire a questo spazio, per sovvertire questo spazio in modo che i bambini possano relazionarsi in altro modo."
ANAÍS: "Penso che... non so... Tutte le cose, e gli ideali e ciò in cui credo e che sostengo sono già lì. Penso che dato che sono coinvolta in una lotta collettiva non voglio essere indispensabile... Non ho bisogno di essere indispensabile, allora credo che le mie compagne porteranno avanti questo. E anche che i miei progetti, le mie poesie, le mie foto, i miei video, sono come il luogo dove io lascio la mia creatività, che è la cosa che mi piace di più. Ciò che più mi fa sentire viva. Quindi, credo che sia già tutto lì e questo mi appaga totalmente. Ed è come un pezzetto di me che esce. Quando scrivo poesie, dico sempre che sono più che figlie. Sono come altri miei sé. Mi piace anche questo esperimento di condividere la maternità. Sono stata anche zia, e sono stata insegnante, non so se insegnante, ma facilitatrice, con ragazzi e ragazze Montessori. Adoro questa esperienza di poter stare vicina in un altro luogo, e motivare questa creatività, che esca e che io possa essere in una posizione che non sia quella del padre o della madre, che è piena di questi stereotipi di quello che dovrei fare, quello che dovrei dirti di fare. Meglio questa zia divertente, no? Credo che avere una zia divertente sia la cosa migliore, perché si impara di più insieme a persone divertenti. E ti ricorderai sempre della zia divertente, della persona di cui ti puoi fidare. È questo che desidero essere e penso di esserlo stata."

Español:
TATIANA: "A quien quiero dar? Lo que más me gusta de la librería, es tener ese espacio en Cuenca justamente es cómo un espacio para esa gente che no tieneun espacio en la ciudad. Entonces las abortistas.. Esta es la casa de las abortistas. Este es el espacio tambiénpara los marícas, para los gays, para las trans, y de hecho son cómo las actividadesque a mi más me gusta organizar, cómo los encuentros para la gente que normalmenteno tiene un espacio en Cuenca. No hay un lugardonde se pueda sentir cómoda. Este es el lugar seguro de las co-madres, que son las chicas que hacenacompañamiento en aborto seguro."
ANAÍS: "La pregunta es: a quien dejarías todo esto? Ah... a quien dejarías todo esto?"
TATIANA: "Ah... a quien dejarías todo esto? Ah.. tengo una sobrina. Tengo muchos sobrinos, es eso."
ANAÍS: "Esa es tu descendencia?"
TATIANA: "Sì, o sea, todos los hijos de mis amigos, también creo yo que es cómoya es suficiente, les acompañaré. Mientras que yo vivía en Colombia acompañaba a un montón, cómo a mis amigas que tenían hijos. A parte de ser profesoraen el jardín infantil, así cómo alternativo, que tiene mi familia, y también yo creo que esta experiencia de estar allí,cómo poder dedicarle mucho tiempo, a los hijos de mis amigos. Me parecía cómo un mejor aporte poder tener otro punto de vistadistinto de la madre, que ser madre. Era así cómo.... uff... ahi...Ellos necesitan gente fuera de su casa, que les digas otras cosas, no? Entonces sentía,en este sentido de tía expandida, de ser la tía de los hijos de mis amigos, es lo que me parece más chévere. Me parece que es super necesario, porque la vida serradade hogar es asfixiante. Me parece quees muy difícil criar también, cómo que hay muchas mujeresque tratan de hacerlo en la mejor manera, muchas parejas que se lo plantean como bueno podemos hacerlo de otro modo, pero la sociedad los tieneserrados, atrapados, mientras siguen viviendotodos juntitos todos en una sola casa, es muy difícil que puedancriar de otro modo. Entonces me gusta ser tía, justamente para aportar en este espacio, para subertir ese espacio y que los guaguas se puedanrelacionar de otro modo."
ANAÍS: "Creo que... no sé, como... Todas la cosas, y los idealesy lo que creo y que aprecio ya están por allí igual. Creo que como estoyen medio de una lucha colectiva quiero no ser indispensable y quiero no.. O sea no necesito ser indispensable, entonces creo que mis compañeras puedan ser las que sigan y también siento que mis proyectos,mis poemas, mis photos, mis vídeos, son como el lugar dondeyo dejo mi creadividad, que es lo que más me gusta. Lo que más me hace sentir viva. Entonces, creo que allí está y con eso me conformo completamente. Y es cómo un pedacito de mi que sale. Cuando escribo un poema,yo siempre digo que son más que mis hijas. Son cómo mis otros yos. Y me gusta ese experimento de poder también hacer compartida la maternidad. También he sido tía,y he sido profesora, no sé si profesora, pero facilitadora, con chicos y chicas Montessori, y me encanta esa experiencia de poderestar cerca de ese otro lugar y motivar a esta creatividad, que salga y que sea más cómo... En otra posturaque no es el padre o la madre, o esta llena de estos estereotipode lo que debería hacer, lo que te debería decir que hacer. Si no esta tía divertida, no? Tener una tía divertidame parece que es lo mejor, es donde más apriendes con quien más te diviertes. Y realmente siempre te acuerdasde tu tía divertida, de la persona con la que puedes confiar. Esa quiero ser yoy creo que he sido eso."

English:
TATIANA: "Who do I want to give to? My favorite thing about the bookstore, is to have this space in Cuenca which is purposefully a space for those who don't have a space in the city. So those pro-abortions... This is the home of abortionists. This is also the space for queers, for gays, for trans, and these are actually the activities that I like to organize, like meet ups for people who normally do not have a space in Cuenca. No place where they can feel comfortable. This is the safe place for co-mothers, who are the girls that accompany women to have safe abortions."
ANAÍS: "The question is: who would you leave all this to?"
TATIANA: "Ah... who would I leave all this to? Ah.. I have a niece. I have a niece that is already involved. I have many nephews and nieces."
"Your descendants?"
TATIANA: "Yes. I mean, all my friends' children, I think that's more than enough. While I was living in Colombia I was often with them, with my friends who had kids. Apart from being a teacher in kindergarten, as well as alternative, which my family runs, I also believe that this experience of being there to be able to spend a lot of time with my friends' children. I feel this is a much better contribution, being able to have another point of view from their mother's, than being a mother myself. It was like... They need people from the outside to tell them other things, right? So I felt, that this role of "extended" aunt,being the aunt of my friends' children, what much cooler. And I find it really needed, because the home closed to the outside is suffocating. I think it's very difficult to raise children as well, a lot of women try to do it in the best possible way, many couples who think how to do it in a different way, but society keeps them trapped, while they continue to live all together all in one place, it is very difficult to find another way. So I like being an aunt, excactly to contribute to this space, to fill that space so that the kids can relate in another way."
ANAÍS: "I think... I don't know... All my things, and ideals and what I believe and support they are already there. I think that as I am in the midst of a collective struggle I do not wish to be indispensable. I don't need to be indispensable, so, I think my companions will be take on my fight. I also feel that my projects, my poems, my photos, my videos are like the place where I will leave my creativity which is what I like the most, what makes me feel most alive. So, I think there it is and I am happy with that. It's like a piece of me that comes out. When I write a poem, I always say that they are more than my daughters. They're like my other selves. And I like this experiment as well to share motherhood. I've also been an aunt, and I've been a teacher, not really a teacher, more a facilitator, with Montessori boys and girls, and I love that experience of being close to this other place and motivate this creativity, that it comes out and that it's more like... It's different from being the father or the mother, full of these stereotypes of what should be done, what I should tell you to do. Better a funny aunt, right? Having a funny aunt I think it's for the best, you learn a lot with those you have fun. And you will always remember of your funny aunt, the person you can trust. That who I wanted to be and I think I am."
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