Silvia: "A 13 anni ho saputo che non avrei avuto figli"
Leverano (Lecce) 2023 nov. 17 Archivio Vivo Lunàdigas MPEG colour sonoro
Le ragioni della scelta start 00:00:00end 00:04:17 Silvia presenta brevemente se stessa. Evidenzia - a partire dall'infanzia e dal rapporto con la sorella - il graduale percorso di crescita e consapevolezza che ha vissuto fino ad accettarsi oggi come donna. Confessa di aver sempre avuto chiaro - a partire dai tredici anni - che non non avrebbe avuto figli.trascrizione SILVIA: "Mi chiamo Silvia Rochet, sono nata a Parigi da una madre italiana e un padre francese; madre italiana di Milano. Niente, sto vivendo in Italia da un anno, penso che c'è una questione di andare a scavare un po' le radici, anche materne, della mia identità. Ho una sorellina più piccola di sei anni.
Mi sono molto identificata con la prima scena [del film Lunàdigaselle due sorelle, di quella che è cresciuta volendo essere un maschio, e penso che nella mia vita, per tanto tempo, mi sono sempre considerata come se mia sorella era la bambina femmina della famiglia e io mi consideravo molto di più come il maschiaccio, il maschietto o comunque la parte maschile di questo duo creato con mia sorella.
Poi i miei studi, che sono stati studi lunghi, intellettuali, mi hanno permesso di esprimermi su tanti altri fronti e di fare anche astrazione completamente della questione maschile e femminile per tutta una parte della mia vita. E direi anche che, non lo so, anche la scoperta della sessualità - verso i sedici-diciassette anni - è stata una cosa molto particolare per me perché ero per la prima volta nella mia vita assegnata, categorizzata dal fatto di essere donna. Penso che dopo dieci anni - ho ventinove anni oggi, arrivo e venendo in Italia in più, riconfrontandomi ancora di più con la categoria di che cosa significa essere donna - sto arrivando un po' alla fine di un processo di maturazione, di accettarmi come donna, che è già tutta una prima parte della questione che riguarda la mia vita.
Sulla questione di avere figli o non avere figli, per me è abbastanza strano perché è come una specie di illuminazione. Io so che a tredici anni, stavo nel mio letto da sola, in stanza mia che era isolata da una parte della casa, mi sono svegliata una notte e ho saputo che non avrei avuto figli, che non era diciamo che non era il mio destino; è una cosa che mi è un po' caduta addosso, ma che considero una verità di allora, una verità di oggi. Tantissime persone, tantissimi incontri, anche con uomini, durante la mia vita mi dicevano: "dici questo perché sei giovane, vedrai cambierai, vedrai che tra poco l'orologio biologico ". Ancora oggi che, appunto, tutte le mie coetanee - siamo proprio nel momento, sui trent'anni ormai cioè non è più a vent'anni, come cent'anni fa, o a venticinque anni, ormai a trenta, trentacinque anni - tutte fanno questo passo di scegliere di avere una famiglia, fondare una famiglia o anche solo di scegliere la vita di mamma piuttosto che una vita, diciamo, professionale o di impegno sociale, qualunque sia... Per me rimane sempre molto chiaro che non è che non mi va, è che - come dice anche una delle protagoniste del film- è un bellissimo destino quello di tante donne, ma non riguarda il mio e ne sono convinta proprio fino alle ossa; è una cosa molto profonda in me."]]>soggetto famiglia identità sorella famiglia d'origine figli scelta orologio biologico