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Silvia: "A 13 anni ho saputo che non avrei avuto figli"



Femminismo e senso di colpa start 00:17:13end 00:21:31 Silvia riflette sul ruolo del femminismo attuale specialmente nell'ambito lavorativo, dove c'è molta retorica ma le diseguaglianza rispetto ai diritti acquisiti dall'avere un bambino sono ancora presenti.
Porta inoltre l'esempio di come, in un contesto con famiglie e bambini, chi non li abbia sia chiamato, anche in maniera involontaria, a compensare la sua libertà occupandosi degli altri.
trascrizione SILVIA: "Le donne purtroppo spesso stanno ancora in un'attitudine dove si vittimizzano per non avere abbastanza diritti quando di fatto ci si rende conto che lì c'è una categoria, c'è un punto nero delle donne che non hanno figli che non possono neanche, diciamo, rivendicare diritti sociali supplementari o compensazioni di alcun tipo per ottenere a livello lavorativo anche solo il tempo della maternità, della gestazione, quello che significa in termini di sospensione del lavoro. Io mi chiedo: c'è realmente una comunità femminista di donne che difende la causa delle donne? Penso che sono dibattiti che esistevano tantissimo negli Anni Settanta, però con categorie molto ben definite - appunto delle donne madri, delle donne lesbiche che si affrontavano su determinati argomenti come questo. Oggi si parla di sororità, di sorellanza ma io non vedo come nel campo lavorativo le donne affrontano assieme le scelte individuali che le separano concretamente nella vita perché oggi una donna madre con figli ha molto di più, cioè può avere delle richieste molto più simili a quelle di un genitore uomo che lavora con lei rispetto a quelle di una donna senza figli che magari vuole tempo per sé sui fine settimana, vorrebbe un giorno di qua e di là per poter vivere altre cose nella sua vita, invece no, cioè è come se non ha una ragione legittima di non essere sul posto di lavoro, non può andarsene. Ma sto pensando anche a cosa vuol dire... in quanto donna che non ha figli essere condannata in un certo modo a compensare con l'attività professionale o con il volontariato, con il fatto di investirsi in progetti… comunque tu hai sempre tempo. Io mi rendo conto anche solo di quello... lievemente quando sto a casa di amici con figli: io devo fare il doppio, cioè sento il senso di colpa morale che mi dice che devo aiutare per fare il pranzo. Paradossalmente si ritrovano tutte le norme di genere associate al femminile - cioè di essere la persona che cura, la persona che si occupa del cibo, che sta attenta a come sta il marito che ha litigato con la moglie, di offrire supporto - questa situazione di assistenza sociale di psicologa di tutti, ma nello stesso tempo fai la cena, ma nello stesso tempo lavi i piatti perché lei non può, perché sta con la tetta o il biberon da dare al piccolo eccetera. Interessante perché, appunto, non è che una persona senza figli che viene lì in sostegno non fa niente, fa in quel momento lì preciso tanto di più. Ovviamente gli si dirà che tutti gli altri giorni in cui non c'è non fa niente; è la loro scelta, cioè la scelta della coppia che ha dei figli di sostenere tutte le azioni che vengono requisite per sovvenire ai bisogni dei figli. Invece tu arrivi come ospite e paradossalmente non sei un ospite, sei qualcuno che deve dare molto di più, perché in più tu stai in vacanza tutto il tempo, cioè tu poi stai nella tua vita dove si considera che non hai responsabilità, obblighi eccetera."soggetto femminismo anni Settanta diritti lavoro scelta maternità senso di colpa responsabilità amici libertà cura


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