skip to Main Content

Francesca C: "La maternità mi ha fatto sentire disabilitata"



Maternità start 00:00:00end 00:04:02 Francesca si presenta come artista e performer. Racconta di aver desiderato suo figlio ma confessa di non aver fatto una scelta pienamente consapevole, e di essersi sentita - alla prova dei fatti - disarmata e a tratti pentita e affaticata rispetto al carico di cura e responsabilità da sostenere.trascrizione FRANCESCA: "Sono una performer, artista multidisciplinare, una danzatrice, autrice, terapeuta. Non so quale altro cappello posso mettere. No, scherzo. Fatico molto a dare una definizione. Sto in una complessità, quindi insomma in un processo che ha scelto come... o è stata insomma scelta, sono stata scelta dall'utilizzo di alcuni linguaggi per stare al mondo e per spiegarmi un po' il mondo. Questo.
Ho un figlio, ho scelto di avere un figlio. Non è stata una scelta completamente consapevole. Sicuramente è stato desiderato. L'ho proprio chiamato. Anzi è anche una bella storia, perché l'ho chiamato la notte del mio compleanno, sotto le stelle, in barca. E esattamente un anno dopo, il giorno del mio compleanno, ho avuto le prime contrazioni e il giorno dopo lui è nato, con due meravigliosi arcobaleni, nel cielo, quindi bello però anche complesso, perché appunto non è stata una scelta consapevole, quindi si è aperto un panorama molto danneggiato. E danneggiante.
Ci sono stati moltissimi momenti in cui mi sono sentita molto pentita di questa scelta, al netto dell'amore che ho per lui e della bellezza che so che ha. Ma proprio rispetto alla maternità, anche confrontandomi con delle amiche in modo molto chiaro, mi sono detta: "ma perché? Ma appunto, un cactus da curare, no?"
Magari, ma no, anzi, uso spesso questa... questa espressione di dire "nella prossima vita no, anche no". Tanta contemplazione e tanto altro, ma no. Ma proprio per la non possibilità di vivere la maternità in modo... in modo sereno. In modo non per forza deprivante, ecco, perché sicuramente è (almeno per me lo è) un'esperienza disarmante, ma nel disarmo ci posso stare. Ma nella deprivazione che non ha nulla a che vedere con appunto il sacrificio, nel senso del rendere sacro, è proprio una condizione sì deprivante rispetto anche al contesto lavorativo, cioè in cui sono inserita... per cui il dedicare tutto un aspetto di cura della relazione con lui, anche della distribuzione dei ruoli all'interno della coppia, mi ha permesso, se non con una grande enorme fatica e anche secondo me sì, rischio salute psicofisica, di poter continuare a fare insomma il mio mestiere. Quindi magari nella prossima vita tanta contemplazione."

English:
FRANCESCA: "I am a performer, a multidisciplinary artist, a dancer, author, a therapist. I don't know which one of the many hats to wear. No, just kidding. I struggle a lot to give a definition. I'm within a complexity, so, in short, in a process that has chosen, or it was chosen, or rather I was chosen for the use of some languages to be in the world and to explain to myself the world a little bit. That's it.
I have a son, I chose to have a child. It wasn't a completely conscious choice, surely he was desired. Somehow I called him. In fact, it's also a nice story, because I called him the night of my birthday, under the stars, on a boat. And exactly one year later, on my birthday, I had my first contractions and the next day he was born, with two wonderful rainbows in the sky, so beautiful. But even there, pretty complex, because it was not a conscious choice, so a very damaged landscape has opened up. And damaging.
There have been a lot of times when I felt very sorry for this choice, apart from the love I have for him and the beauty that I know he has. But precisely with respect to motherhood, even sharing views with friends very honestly, I said to myself, but why? But then again, why not a cactus to take care of? I wish! But no, in fact, I often use this... this expression, If I'll have another life, never again. Much contemplation and so much more, but not this. Precisely for the non-possibility to experience motherhood peacefully. In a way... Not necessarily deprivating, that's it. Because... surely it is one, at least for me it is, it's an overwhelming experience, but I can deal with overwhelming. But deprivation, which has nothing to do with sacrifice, as making something sacred, it is indeed a depriving condition with respect to... also in the work context, in the context where I work. Therefore dedicating a great deal to caring in the relationship with him, and also the unbalanced distribution of roles within the couple did not let me, or rather, it allowed me but only with a huge exhaustion, putting at risk my psychophysical health, to be able to continue to do my job. So, maybe in the next life, I'd rather choose contemplation."
soggetto pentimento salute cura scelta maternità


Back To Top