Sarah Diehl: "La maternità idealizzata è una prigione per le donne"
Berlino (Germania) 2015 - 2015 Archivio Vivo Lunàdigas MPEG colour
Critica al nucleo familiare start 00:15:24end 00:24:10 Sarah Diehl vede nel nucleo familiare isolato uno dei motivi per cui le donne non vogliono fare figli. Nella società occidentale le madri sono assorbite dall'educazione dei figli e presto si disconnettono e isolano dalla società, differentemente da quanto avveniva nel passato. I bambini stessi non sono più parte attiva nella società ma soggetti da gestire in aree protette. Solo recentemente le madri stanno portando in pubblico e al lavoro, persino in politica, i figli e si sta riflettendo sulla "genitorialità sociale" come responsabilità condivisa della comunità.trascrizione SARAH DIEHL: "E penso anche al grande isolamento a fine giornata. Ciò che mi rattrista di più a proposito di tutta la faccenda, onestamente, è davvero quanto questo perfezionismo, questo pensiero della famiglia nucleare, dove tutto si svolge in un tale isolamento, ci ha totalmente diviso e alienato come società.
Alla gente piace sempre dire che le donne senza figli sono in qualche modo contro la società o non sono interessate a tutto questo, che non sono socialmente impegnate. E direi proprio che è il contrario.
Per me è proprio la famiglia nucleare il motivo del perché siamo tutti separati l'uno dall'altro. Specialmente per l'educazione dei figli le donne sono isolate e da sole ad affrontarla in casa. È sbagliato.
Quando guardo le mie amiche che hanno figli, che sono davvero sempre così isolate da sole in casa, mi dico, forse... magari vanno a un bar per bambini o al parco giochi, ma per il resto fanno tutto da sole a casa. E ovviamente si stufano ad un certo punto, molto velocemente. E si sentono totalmente isolate, come si può dire, lasciate indietro. Molte donne si sentono presto totalmente disconnesse dalla società perché sono così isolate. E penso che sia un errore enorme.
Ho avuto una conversazione molto piacevole con una donna alla presentazione di un libro. Mi succede sempre, lei aveva circa settant'anni. E mi ha detto che è cresciuta in una fattoria. Ed era assolutamente chiaro che non era solo la mamma da sola che si prendeva cura di loro a casa, preferibilmente con un figlio unico, ma c'era sempre qualcuno nella fattoria, succedeva sempre qualcosa, tanta gente, la nonna, il nonno, zie, zii, le persone che lavoravano lì. I bambini potevano saltare da una parte all'altra e andava bene, perché qualcuno li teneva sempre d'occhio. E quella è stata una bellissima infanzia.
Non voglio idealizzare la famiglia allargata, perché ovviamente c'erano anche un sacco di vincoli sociali. Quello che sto cercando di dire è... una volta avevamo un altro modo di vivere insieme, dove i bambini erano ovunque e noi eravamo dappertutto e ci si conosceva meglio, ci siamo presi cura l'uno dell'altro, sì. Penso che sia veramente un pensiero carino.
Da circa duecent'anni c'è invece questa idea del nucleo familiare, dove tutto è così isolato e racchiuso. E questo ci ha completamente isolati. Penso proprio che... questo è uno dei motivi per cui le persone non vogliono più avere figli, non necessariamente perché pensano che i bambini siano una brutta cosa, ma perché trovano brutto vivere con i bambini nella nostra società, sì.
Il fatto che poi devi rinchiuderti e dipendere l'uno dall'altro, devi anche comprare una casa e si è giudicati da tutti, devi fare tutto da sola in qualche modo, perché è proprio questa comunanza che non esiste più, sì.
Penso che la mancanza di figli sia anche una sorta di pulsante di reset, quando la gente dice: "ehi, aspetta un minuto, non vogliamo più questa cosa che ci viene imposta, come dovrebbe essere la famiglia". E stanno succedendo molte cose, si creano dei "genitori sociali", case abitate da diverse generazioni, si creano case condivise più grandi perché in realtà penso che il bisogno umano sia molto più semplice. Anche una divisione del lavoro molto meno stressante, è possibile se diverse persone si prendono cura dei bambini e non solo la donna a casa da sola.
Perché le donne stanno fuggendo, sì. Penso che tutta questa faccenda ha anche a che fare con ciò che abbiamo imparato, ovvero che i bambini sono protetti solo a casa in qualche modo con la loro mamma. Ci siamo completamente dimenticati che i bambini sono una parte normale della nostra società. Perché è solo nell'area protetta che deve avvenire tutto, o all'asilo. Penso che stia cambiando lentamente ora, perché le donne escono di casa, devono portare con sé i loro figli. Se ne parla molto di più, ora che si iniziano a vedere le parlamentari che portano i loro figli in parlamento. Questo dimostra che è un dato di fatto.
Cosa mancava prima? Cosa mancava prima, quando gli spazi pubblici erano definiti come maschili e le donne e i bambini erano a casa da soli in quel modo? Questo sta diventando ovvio ora, da quando le donne portano i figli in pubblico. Ed è così, penso, le persone si irritano perché pensano che faccia parte della società. Deve essere pubblico, giusto.
Voglio dire, c'è una buona ragione per cui la politica è stata così ostile alle donne per decenni, perché i bisogni delle donne sono stati resi invisibili, perché non si sono sedute in parlamento con i loro figli e non erano naturalmente coinvolte in politica. Quindi anche questa è un'idea, che i centri diurni siano collegati alle aziende. Anche questa è un'idea nuova, ed è fantastica, giusto. Perché si può fare di meglio invece che portare il figlio A a Kreuzberg, il figlio B a Schöneberg e poi andare al lavoro fino a Treptow. Molte donne vivono in questo modo ora, perché non hanno accesso a un asilo nido o almeno non per due bambini.
Ma che se ne tenga conto, che davvero famiglia e bambini siano integrati dato che sono una parte normale della società e non più isolata, sì.
Per questo ho deciso di dedicare un intero capitolo finale del mio libro alla genitorialità sociale. Perché era chiaramente un argomento da esplorare, su come vogliamo davvero vivere insieme.
Se vogliamo criticare la famiglia nucleare dall'alto verso il basso, devo anche dire che se la gente vuole vivere così, lasciamoli fare. Non voglio andare contro qualsiasi concetto per principio, voglio che le persone siano spinte a soddisfare determinati concetti, che sono anche politicamente sostenuti, voluti politicamente. Questo è il problema, perché le persone fuggono da questo, lo vedo molto chiaramente. Essere senza figli è anche una fuga da questi concetti di famiglia obsoleti e anche dai concetti di genere. Perché, beh, voglio dire, è, sì, no, esattamente.
Perché è incredibilmente difficile per le donne... quello che dicono molte donne è: quando arrivano i bambini, allora l'uguaglianza cessa. Perché poi arriva di nuovo questa storia di biologia, psicologia, questa è la tua grande prigione e non puoi uscirne, perché se qualcosa va storto, il bambino soffrirà e sarà colpa tua. Quindi questo senso di colpa, questo meccanismo, la maternità, la maternità idealizzata... questa è una prigione molto grande per le donne, è molto difficile per le donne difendersi da tutto ciò. Perché il bisogno del bambino è poi naturalmente sostenuto come un argomento per cui, ovviamente, è molto facile per gli uomini dire che è colpa tua, perché la biologia dice che solo tu puoi farlo. Se il bambino fa qualcosa di sbagliato, era solo la madre e non il padre, che se ne occupava. Beh, non esattamente.
Questo ci riporta alla genitorialità sociale. Esattamente.
Ma forse un'altra cosa, per concludere. A causa della biologia e cose del genere, sì... questa narrazione che le donne hanno un istinto materno, che le abilita a prendersi cura del bambino, diversamente dall'uomo, non è una storia così vecchia. E questa narrazione ha chiaramente a che fare con la fondazione del nucleo familiare, dove è molto chiaro come il lavoro femminile sia stato definito tutto in una volta, dagli educatori, dai sociologi, dagli scienziati, uomini. E questi ne hanno ovviamente anche beneficiato.
Ritrarre la donna con queste caratteristiche per descriverla in questo modo era come una descrizione del lavoro. La donna può farlo, la donna lo fa alla perfezione. È così che funziona la nostra società. E questa idea dell'istinto materno, è stata creato lì. I primi a descriverlo sono stati Rousseau, Leibniz, sì. Sono stati quei primi pedagoghi che hanno pensato come funziona meglio la famiglia. Va bene, così. Abbiamo bisogno di questi tratti caratteriali? Chi ce li ha? Ah, la madre. Tuttavia, questo è ancora il caso oggi.
È solo che, penso, questa conoscenza scientifica generale, che ha persistito fino ad oggi, che la donna in qualche modo ha più qualità di cura dell'uomo sia una schifezza assoluta, sì. Cioè, solo perché le donne possono allattare e possono partorire, non significa che in qualche modo hanno una diversa capacità di amare. O una comprensione maggiore del corpo di un bambino, che è altrettanto nuovo per lei come lo è per un uomo, come prendersene cura. Non ha senso. Veramente."
English:
SARAH DIEHL: "And I also think of the great isolation at the end of the day. Because I think that what really saddens me the most about the whole thing, honestly, is really how much this perfectionism, this thought of the small family, where everything takes place in such isolation, has totally divided us and alienated us as a society.
People always like to say, the childless women are somehow against society or they're not interested in all this, that are not socially engaged. And I'd rather say, it's the other way around. For me it's actually the nuclear family the reason why we are all so separate from each other.
Why child-rearing in particular is so incredibly lonely at home for women. I think it's bad.
So when I look at my friends who have children, who are really always so isolated alone at home, they maybe go to a children's café or go to the playground, but otherwise it's all done alone at home. And of course they get fed up at some point, very quickly. And feel totally, left... what do you call it, yes, left behind. Many women quickly feel totally disconnected from society because they are so isolated. And I think that's a huge mistake.
I had a very nice conversation with a woman at a book presentation. It always happens to me, she was about 70. And then she said, yes, she grew up on a farm. And it was absolutely clear that the mother wasn't the only one who looked after them at home. Preferably with only one child, but she was always on the farm there was always something going on, a lot of people, grandma, grandpa, aunts, uncles, the people who worked there. So the kids could jump around there and it was just like that, always someone kept an eye on her. And that was just a great childhood.
So I don't want to idealise the extended family either, as of course there were also a lot of social constraints, yes. What I'm trying to say is we once had another way of living together, where children were everywhere and we were everywhere and we got to know each other better, we took care of each other, yes. I think that is indeed simply a very nice thought.
And then, only 200 years ago, this thought of the family unit, where everything is so shielded and enclosed. And that totally isolated us. And I really think that's one reason why people no longer want to have children, it is not necessarily because they just think children are so bad now, but because they now find it bad, how to live with children in our society, yes.
The fact that you then have to you have to withdraw and depend on each other, you also have to buy a house and is scrutinised and judged by everyone, you have to do everything on your own, because it is precisely this communality that no longer exists at all, yes. I think childlessness is also a kind of like a reset button, yes. So where people say, hey, wait a minute, we no longer want it that way, how this is forced on us, this way, what family should look like, yes. And a lot is happening there, that social parents are created, houses built for several generations, larger shared houses are created because I actually think that the human need
is much more simple, that even then a much less stressful division of labour, that you can get several people to take care of the children and not just the one woman home alone. Because women are fleeing from it, yes.
I think this whole thing also has to do with what we've learned that children are only shielded at home somehow with their mum. So we have totally forgotten, that children are a normal part of of our society. Because that's only in the private area had to take place all at once, or just like that in kindergarten.
I think that's just slowly changing now, because women get out of the houses, they take their children with them. That's why it's becoming more public, as now they are looking at women taking their babies to parliament. So that just shows.
What was missing before? So what was missing before, when the public spaces were always defined as masculine and the women and the children were home alone like that?
This is becoming obvious, when women take their children with them to the public. And that's the way, I think, people are so irritated that they think it's part of society. That has to be public, right.
I mean, there's a good reason why politics was so hostile to women for decades, because the needs of women were made invisible because they didn't sit in parliament with their children and were not naturally involved in politics.
So that's also this idea, that day-care centres are connected to companies. This is also a new idea, which is also great, right. Because if you can do that much better, because you don't have to take a child A to Kreuzberg, child B to Schöneberg and then go to work all the way to Treptow. Many women live like this right now, because they don't get a daycare place or at least not for two different children, yes. But that this is taken into account, that really family and children are integrated and are a normal part of society and no longer isolated, yes.
So I decided, an entire final chapter of my book about social parenting. Because it was clearly about the book not hanging, because it was clearly about how we want to live together.
So how do we want to go about criticising the nuclear family from top to bottom, where I also have to say, if people want to live like this, let them do it. So I don't want to go against any concept in itself, but that people are being pushed to fulfill certain concepts, which are also politically supported, politically willed, yes. That's the problem, because people are fleeing from it, I see that very clearly. So, being childfree is also an escape from these outdated family concepts and gender concepts, too. Because, well, I mean, it's, yeah, no, exactly. Because it's incredibly hard for women that's what a lot of women say, when children come, then equality ceases. Because then comes this story again of biology, psychology, this is your big prison and you can't get out, because if something goes wrong, the child will be suffering and it's your fault. So this sense of guilt, this mechanism, motherhood, the mother ideals, this is a very big prison for women it's insanely hard for women to defend themselves against it.
Because the neediness of the child is then naturally held up as an argument, that is, of course, very easy for men to say it's your fault, because biology says only you can do that.
If the child messes up, it was only the mother and not the father, who didn't take care of it. Well, exactly. This brings us back to social parenting because it was important before. Exactly. But maybe one more thing, to round it off, because of biology and stuff, yeah. This narrative that women have a maternal instinct, which enables them to take care of the child, different from the man. This story is not that old. And this narrative has clearly to do with the establishment of the nuclear family, where it is very clear as women's work has been defined all at once, by educators, by sociologists, by scientists, by men, yes, which of course also totally benefited from.
To portray women in this way and also their character traits to describe it that way. That was like a job description. So, the woman can do that, the woman does it perfectly. This is how our society works. And this idea of maternal instinct, was only created there. So the first ones to describe it, were Rousseau, Leibniz, yes. They were those early pedagogues, who have just thought about how does family work best. All right, like this. And do we need these character traits? Who has that? Ah, the mother.
However, this is still the case today. That's just, I think, this general scientific knowledge, which has simply persisted to this day, that the woman somehow has more for caring qualities than the man. That's absolute rubbish, yes.
I mean, just because women can breastfeed and women can give birth, does not mean that they somehow have a different capacity for love. Or other understanding of a child's body, which is just as new to her as it is to a man, how to take care of it. So, let's not go there."
Deutsch:
SARAH DIEHL: "Und ich denke mal auch, wie viel Isolation auch am Ende Weil ich denke, dass was mich bei der ganzen Sache am meisten wirklich traurig macht, ehrlich gesagt, ist halt wirklich, wie sehr dieser Perfektionismus, dieser Gedanke der Kleinfamilie, wo alles so isoliert stattfindet, uns als Gesellschaft total entzweit hat und entfremdet hat.
Es wird ja immer gerne gesagt, die kinderlose Frau ist irgendwie gegen die Gesellschaft oder die interessiert das alles nicht, die engagiert sich nicht sozial. Und ich würde eher sagen, es ist genau umgekehrt.
Also die Kleinfamilie ist für mich ein Grund, warum wir alle so getrennt sind voneinander.
Warum auch gerade Kindererziehung so unglaublich einsam zu Hause stattfindet von Frauen. Es finde ich schlimm. Also wenn ich meine Freundinnen, die Kinder haben, betrachte, die halt wirklich immer so isoliert alleine zu Hause sind, dann machen sie vielleicht was
so ein Kindercafé oder gehen wir auf den Spielplatz, aber ansonsten findet alles irgendwie alleine zu Hause statt. Und natürlich haben sie die Schnauze voll davon irgendwann, also sehr schnell. Und fühlen sich total, ja eben abgehängt, wie heißt das, abgehängt.
Viele Frauen fühlen sich ganz schnell, als Mitte total abgehängt von der Gesellschaft, weil sie so isoliert sind. Und ich finde, das ist ein riesiger Fehler.
Ich hatte ein sehr schönes Gespräch mit einer Frau bei einer Buchverstellung. Ich hatte es immer, die war so um die 70. Und die hat dann erzählt, ja, sie ist ja auf dem Bauernhof groß geworden. Und das war total klar, dass eben nicht nur die Mama alleine zu Hause sich um sie kümmert, am besten noch mit Einzelkind, sondern da war halt auf dem Hof, da war immer was los, ganz viele Leute, da haben sich eben auch Oma, Opa darum um sie gekümmert, Tanten, Onkel, die Leute, die halt da gearbeitet haben.
Also die Kinder konnten da rumspringen und es war einfach so, immer hat jemand ein Auge auf sie gehabt. Und das war halt eine geile Kindheit. Also damit will ich auch nicht, die Großfamilie idealisieren, weil da gab es natürlich auch sehr viele soziale Zwänge, ja.
Was ich damit sagen will, ist, wir hatten doch mal ein anderes Zusammenleben, wo eben Kinder überall waren und wir waren überall und man hat sich besser getroffen, man hat da voneinander aufgepasst, ja.
Das finde ich in der Tat einfach ein sehr schönen Gedanken. Und dann, eben vor 200 Jahren, hatte ich dieser Gedanke der kleinen Familie, wo alles so abgeschirmt und eingehegt auf einmal ist, ja. Und das hat uns total isoliert.
Und ich glaube ja wirklich, dass ein Grund, warum Leute keine Kinder mehr haben wollen, ist gar nicht unbedingt, weil sie halt jetzt Kinder so schlimm finden, sondern weil sie jetzt schlimm finden, wie man mit Kindern zusammenleben muss in unserer Gesellschaft, ja.
Dass man dann in der kleinen Familie sich zurückziehen muss und dann wird die Abhängigkeit voneinander immer größer, muss man auch Häuschen kaufen und wird dabei beäugt und beurteilt von allen, man muss alles irgendwie alleine schaffen,
weil eben diese Gemeinschaftlichkeit überhaupt nicht mehr existiert, ja.
Ich glaube, Kinderlosigkeit, das ist für mich auch so eine Art, wie so eine Resetknopf, ja.
Also wo Leute sagen, hey, Moment mal, wir wollen das nicht mehr so, wie uns das aufgedrängt wird, diese Art und Weise, wie Familie auszusehen hat, ja.
Und da passiert ja auch ganz viel, dass eben soziale Eltern schaffend entstehen, mehrere Generationenhäuser entstehen, größere WGs entstehen, weil ich glaube tatsächlich, dass das menschlichen Bedürfnis viel mehr entspricht einfach, dass man auch eben dann eine viel entlastendere Arbeitszeit hat, dass man mehrere Leute sich auch im Kinder kümmern müssen und eben nicht nur die eine Frau allein zu Hause, ja. Weil davor fliehen die Frauen, ja.
Ich glaube, dies ganze hat auch damit zu tun, dass wir gelernt haben, dass Kinder nur zu Hause abgeschirmt irgendwie bei der Mama sind, ja.
Also wir haben total verlernt, dass Kinder normaler Bestandteil unserer Gesellschaft sind, ja.
Weil das eben dann ja nur eben in dem privaten Bereich auf einmal stattfinden musste, oder halt im Kindergarten so.
Ich denke, das bricht halt jetzt langsam auf, weil eben Frauen die aus den Häusern rausgehen, die müssen ihre Kinder halt mitnehmen.
Deswegen werden sie auch öffentlicher, dass sie jetzt als Parlamentarierinnen ihre Babys mit ins Parlament nehmen. Also das zeigt einfach, ja, was hat denn vorher alles gefehlt? Also was hat denn vorher gefehlt, als eben diese öffentlichen Räume immer so männlich definiert waren und die Frauen und die Kinder waren dann so alleine zu Hause?
Das wird erst offensichtlich, wenn die Frauen ihre Kinder mitnehmen in die Öffentlichkeit.
Und das ist so, ich glaube, Leute sind so irritiert, wo sie denken, das ist ja auch Teil der Gesellschaft. Das muss ja auch öffentlich sein, ne.
Ich meine, das hat ja auch einen guten Grund, warum ja Politik auch jahrzehntelang so Frauen feindlich war, weil eben die Bedürfnisse von Frauen unsichtbar gemacht wurden, weil sie eben nicht mit ihren Kindern im Parlament gesessen haben und selbstverständlich beim Politik machen dabei waren.
Also das ist auch diese Idee, dass eben Kitas angeschlossen werden an Betriebe. Das ist ja auch eine neue Idee, die auch super ist, ne.
Weil wenn man das viel besser vereinbaren kann, weil man nicht erst noch eine Kind A nach Kreuzberg, Kind B nach Schöneberg und dann muss man noch in Treptow arbeiten gehen.
Ich meine, viele Frauen leben so gerade, weil sie keinen Kita-Platz bekommen oder jedenfalls nicht ein für zwei verschiedene Kinder, ja.
Sondern dass das mitgedacht wird, dass eben wirklich Familie und Kinder integriert werden und normaler Bestandteil der Gesellschaft sind und nicht mehr isoliert, ja. Also ich habe mich ja entschieden, ein ganzes letztes Kapitel von meinem Buch über soziale Elternschaft handeln zu lassen.
Weil es ja auch ganz klar darum ging, in dem Buch, das nicht hängt, weil es ja ganz klar darum ging, wie wollen wir eigentlich zusammenleben.
Also wie wollen wir eben, also wenn ich eben so von vorne bis hinten die Kleinfamilie kritisiert habe, wobei ich auch sagen muss, wenn Leute so leben wollen, sollen sie es tun.
Also ich will gar nicht gegen irgend ein Konzept an sich sprechen, aber dass Leute dazu gedrängt werden, gewisse Konzepte zu erfüllen, die auch politisch gefördert werden, politisch so gewollt werden, ja.
Das ist halt ein Problem, weil davor fliehen die Menschen, das sehe ich ganz klar, ja.
Also Kinderlosigkeit ist auch eine Flucht vor diesen veralteten Familienkonzepten und Geschlechterkonzepten, ja.
Weil, ja gut, ich meine, es ist, ja, ne, genau. Weil es eben für Frauen wahnsinnig schwer ist das sagen auch ganz viele Frauen, wenn Kinder kommen, dann hört die Gleichberechtigung auf.
Weil dann kommt wieder diese Erzählung von Biologie, Psychologie das ist dein großes Gefängnis und da kommst du nicht mehr raus, weil wenn was schief läuft, ist das Kind das Leidtragende und du bist dran schuld.
Also diese Schuldgefühl, Maschinerie, die Mutterschaft die Mutterideale ausmachen, das ist ein ganz großes Gefängnis für Frauen es ist wahnsinnig schwer für Frauen sich dagegen zu wehren.
Weil immer die Bedürftigkeit des Kindes dann natürlich Argument hochgehalten wird, das ist natürlich gerade für Männer sehr einfach, dann eben zu sagen, du bist dran schuld, weil die Biologie sagt doch nur du kannst das tun können.
Wenn das Kind verkorkst, es kann nur die Mutter gewesen sein und nicht der Vater, der sich um nicht gekümmert hat, ja. So, genau.
Ich komme wieder zurück auf Soziale Elternschaft, war noch vorher wichtig. Genau.
Aber vielleicht noch eins, um das rund zumachen, wegen Biologie und so, ne.
Diese Erzählung, dass eine Frau ein Mutterinstinkt hat, der sie dazu befähigt, eben sich um das Kind zu kümmern, anders als der Mann. Diese Erzählung ist noch gar nicht so alt. Und diese Erzählung hat ganz klar mit der Etablierung von der kleinen Familie zu tun, wo eben das als ganz klar so als Frauenarbeit auf einmal definiert wurde, von Pädagogen, von Soziologen, also von Naturwissenschaftlern, von Männern, ja, die natürlich auch total davon profitiert haben.
Die Frau so darzustellen und auch ihre Charaktereigenschaften so zu beschreiben. Das war ja im Grunde wie eine Arbeitsbeschreibung, ja. Also die Frau kann das, die Frau macht das perfekt. So funktioniert unsere Gesellschaft. Und diese Idee von Mutterinstinkt, das ist erst da entstanden. Also die ersten, die es beschrieben haben, waren Rousseau, Leibniz, ja. Es waren halt diese frühen Pädagogen, die sich halt überlegt haben, wie funktioniert Familie am besten.
Alles klar, so. Und brauchen wir diese Charaktereigenschaften? Wer hat das? Ah, die Mutter. Das hält sich aber bis heute.
Das ist halt, denke ich, dieses wissenschaftlichen Allgemeinwissen, was sich bis heute einfach hält, dass eben die Frau irgendwie mehr für Sorgequalitäten hat als der Mann. Das ist absoluter Quatsch, ja.
Ich meine, nur weil Frauen stillen können und Frauen gebären können, heißt das noch lange nicht, dass sie irgendwie andere Liebesfähigkeit haben.
Oder anderes Verständnis für ein Kinderkörper, der genauso neu ist für sie wie für den Mann, wie man sich darum kümmern muss. Also, also, lassen wir mal."soggetto nazismo maternità giudizio sociale solitudine bambini genitorialità persone citate Leibniz, Gottfried Wilhelm von (filosofo) [persona citata] Rousseau, Jean Jacques (filosofo) [persona citata]