Carlo A. Borghi, autore dei “Monologhi impossibili. Le esclusive rivelazioni di 35 mitiche lunàdigas” (Arkadia Editore), volume presentato in questa testimonianza, ripercorre parte della sua storia familiare e della sua formazione umana e culturale, comprese le diverse ragioni che lo hanno portato a non volere e a non avere figli.
Vuoi ascoltare e leggere altre testimonianze? Sostieni l’archivio vivo di Lunàdigas!
Ecco la trascrizione completa del video:
CARLO A. BORGHI: «Questo sono io da adolescente. Sarebbe l’autoritratto dell’artista da adolescente, che sarei io.
Il bello è che a settantatré anni suonati mi ritrovo a dare testimonianza di me come persona che ha scelto di non avere figli; di non avere figli, ma soprattutto di dare testimonianza di me come monologhista delle Dive. Intendendo per dive, trentacinque personalità femminili celebri. Celebri nella storia. Celebri nella storia dell’arte, nella letteratura, nel cinema, perfino nel fumetto. Anche nella religione. Così, ho riunito in forma di libro trentacinque monologhi. Cosa ho fatto?
Mi sono messo nei panni di trentacinque donne fantastiche e lunatiche. Donne che non hanno mai avuto figli nelle loro epoche storiche. Così ho impersonato Jane Austen, per dire. Ho impersonato Greta Garbo, Zelda Zonk alias Marilyn Monroe. Ho impersonato Gertrude Stein e sua moglie Alice B. Toklas. L’elenco sarebbe lungo.
Ho impersonato anche donne del mito: Dafne, Ninfa Eco, Minerva, Artemide, Athena. E perfino Lilith, donna che sta alle origini di tutto il mondo femminile.
Ora, per dire di me, posso dire che fin da ragazzo ho pensato che figli non ne avrei messo al mondo. Da adolescente mi veniva frequentemente in mente che nell’anno 2000, quello del Baco del Millennio, avrei avuto cinquantuno anni. Li ho avuti, senza avere figli. E così ho continuato.
In famiglia, i miei genitori hanno avuto due figli: un maschio, che sarei io, e una femmina, mia sorella. Io stesso, niente figli, eppure mia sorella, niente figli. Così mi viene da pensare, ma già lo penso da tempo, che il ramo dei Borghi con me è finito.
Nel corso del tempo, mi è capitato di passare il ‘68, di passare gli anni ‘70, il movimento del ‘77. E nel 1979 scopro di avere la retinite pigmentosa, una malattia genetica, che prevede la cecità. Così, già non essendo predisposto, o considerandomi inidoneo ad avere figli, mi son detto: “Beh, non è che adesso magari mi capita di trasmettere i miei geni ex-vedenti a un figlio o a una figlia?”
La mia famiglia è stata una famiglia piccolo borghese, con le sue idee. Debbo dire che i miei genitori, nel corso del tempo e finché ho vissuto con loro, non mi hanno mai chiesto perché io non pensassi di mettere su casa, famiglia e figli. Né mia madre né mio padre. So che anche ugualmente non hanno insistito presso mia sorella.
Ecco che mi ritrovo in questa condizione che… per cui le femministe storiche dicevano e consideravano… la maternità, a differenza della polmonite, è una condizione irreversibile. Da un altro punto di vista Sylvia Plath diceva: “Beh, bisogna dire che la ricerca della perfezione non ammette figli”.
Le trentacinque donne riunite in un libro che si chiama “Monologhi impossibili” consentono a chi lo legge di sapere molto di loro, donna dopo donna, ma di sapere tutto di me. Nel libro, l’unico maschio compreso è Pier Paolo Pasolini, che è il mio punto di riferimento totale nel mio modo di essere e di fare.
Il mio modo di essere e di fare lo devo alle donne, da quando ho conosciuto riprodotta in foto la Venere Esquilina. La Venere Esquilina rappresentava Cleopatra. Cleopatra fa pensare a Cesare, Cesare la venerava. Cleopatra ebbe da lui un figlio, Cesarione. Ne ebbe altri tre da Antonio. La statua, la scultura, la Venere non ha mai avuto figli.
In ogni caso, per saperne di più non fate altro che leggere “Monologhi impossibili”. “Monologhi impossibili.”
Peraltro, il 12 novembre del 2022, è nato l’ottavo miliardesimo essere umano. Me l’ha detto la radio. »
Vuoi ascoltare e leggere altre testimonianze? Sostieni l’archivio vivo di Lunàdigas!