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A partire dalla sua professione di psichiatra, Leonardo riflette sulla sua personale condizione di uomo senza figli, figura di riferimento per nipoti e per la comunità, e esprime una posizione favorevole al fenomeno della denatalità contestando I principi economici alla base del ricambio generazionale.

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Ecco la trascrizione completa del video:

« Non ho avuto figli, anche se magari da giovane l’idea di poterne avere non era un’idea che non mi interessasse o non mi piacesse. Poi sono decisioni che si rimandano e si rimandano, e ad un certo punto diventa troppo tardi.
Retrospettivamente verrebbe in mente che poi avendo scelto una vita di movimenti, di viaggi, di impegni, credo che sarebbe stato veramente molto complicato poter essere un padre almeno decente… per cui alla fine non è successo nulla.
In aggiunta credo anche che, ad un livello un pò diverso, meno consapevole, il lavoro che ho fatto per tutta la vita di psichiatra mi ha messo continuamente di fronte a famiglie e genitori con figli problematici. E devo dire che è abbastanza scoraggiante l’idea di mettersi a confronto con il dolore di queste persone per un figlio che ha dei problem seri di tipo psichiatrico.
E peraltro sono tanti, non è una rarità che in una famiglia esista un caso psichiatrico più o meno grave. È un fatto abbastanza frequente.
E il tipo di… aldilà della sofferenza… la sofferenza proprio come espressione umana, i problemi che crea una persona, un figlio soprattutto con problemi psicologici importanti, provoca un malessere generale di tutta la famiglia.
Non credo che questo abbia poi determinato le mie scelte perché credo che se si considerasse questo aspetto pochissime famiglie o pochissime coppie potrebbero pensare di mettere al mondo dei figli. Però indubbiamente può darsi che sia stato uno di quei momenti abbastanza inconsapevoli che possano avere poi determinato una scelta, o comunque non una scelta ma non una straordinaria propensione all’idea di mettere su famiglia.
Insisto sul fatto che il mio lavoro mi ha portato in posti diversi per periodi diversi, esperienze all’estero anche molto lunghe, e forse anche una tendenza al viaggiare che potrebbe essere molto in contraddizione con il senso di stabilità che si ha con una famiglia o con dei figli.

Vengo da una famiglia con molti figli, soprattutto a livello della mia generazione.
Le generazioni successive alla mia, la generazione successiva alla mia… in realtà ci sono stati dei figli, ma insomma non numerosi come nella generazione mia o nella generazione precedente.
Non credo che ci sia mai stato un giudizio negativo nei confronti della mia situazione. Peraltro posso anche pensare che per le generazioni successive, l’idea di avere uno zio sempre disponibile, sociale, che possa aiutare psicologicamente ed economicamente, può darsi che sia stato un elemento anche importante che, anzi potrebbe aver favorito in qualche modo l’idea che il mio non avere figli sarebbe, alla fine, diventato un vantaggio anche per gli altri.
È un po’ un approccio cosiddetto sociobiologico che nelle famiglie ci si aspetta sempre che ci sia un figlio o una figlia che non si riproduce, in modo tale che poi il patrimonio generale della famiglia non si riduca troppo e non si disperda troppo. Ed è una teoria piuttosto conosciuta, ma insomma che spiega anche il fatto che in passato ci fossero dei figli preti, suore o figli cadetti che non avessero figli in modo tale che non dovesse essere disperso il patrimonio.

C’è un’eredità materiale che sicuramente andrà a vantaggio di nipoti e pronipoti, a meno che poi non decidessi di lasciare qualcosa a qualche associazione particolare d’interesse.
E forse c’è anche un’eredità psicologica, nel senso che lascio un senso di indipendenza e di libertà che credo possa essere importante un po’ per tutti, e me ne rendo perfettamente conto perché vedo come i miei parenti e i miei nipoti si avvicinano a me come una persona interessante che è riuscita, soprattutto che ha avuto la fortuna… di raggiungere una posizione di privilegio e di riconoscimento e penso che questo possa essere educativo un po’ per tutti.

Credo che ci siano stati dei commenti forse negativi, ma non espressi direttamente a me, riguardo all’idea di non avere figli, ma questi sono dei commenti che poi sono abbastanza generali nei confronti di tutte le persone che non hanno figli che vengono considerate persone che si preoccupano soltanto del loro benessere, molto individualiste, sicuramente egoiste.
Devo dire in realtà che la mia posizione è completamente diversa perché penso che proprio quello che succede è che una persona senza figli è una persona che poi lascia molto ad altri. E peraltro, proprio negli aspetti più pratici possibili, sono una persona che paga tasse che poi vanno a vantaggio di altre persone, soprattutto dell’educazione di altri e io in realtà non ricevo in cambio molto da questo punto di vista.

Devo dire che ultimamente facevo anche delle riflessioni sul tema della denatalità. Penso che, contrariamente all’opinione generale, la denatalità dovrebbe essere un argomento, diciamo, un aspetto positivo della nostra società che probabilmente sta raggiungendo degli aspetti di denatalità proprio perché ci sono troppe persone in giro, e sappiamo che troppe persone in giro significano un disastro per l’ambiente, che è sotto gli occhi di tutti.
Se fossimo in meno sarebbe tutto sommato più semplice per tutti, ci sarebbero più risorse per tutti, e in più l’idea che la denatalità possa creare dei problemi in un futuro, come dire, pensionistico è un elemento molto strumentale e anche abbastanza volgare, cioè l’idea che si debbano mettere al mondo dei figli perché poi ad un certo punto possano mantenere delle generazioni successive, sembra un limite della società piuttosto utilitaristico.
E non si può neanche pensare che una coppia possa decidere di avere dei figli pensando che il futuro della società dipenda dal loro fare o non fare dei figli.
La loro decisione è presa da… forse non è neanche una decisione o comunque i figli capitano anche un po’ per caso e, contrariamente a questa idea diciamo degli strali contro la denatalità, va anche detto che non si tratta certo di un fatto economico visto che poi è statistico, diciamo è un dato statistico che siano le famiglie più ricche ad avere meno figli e che negli anni Cinquanta, Sessanta, per cui in realtà pochi decenni fa, le famiglie povere avevano più figli delle famiglie ricche. »

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