Eleonora, studentessa e lavoratrice, racconta a Lunàdigas la sua relazione poliamorosa, il suo posizionamento rispetto al tema dei figli, dentro e fuori dai giudizi sociali e familiari. Al centro della sua testimonianza svettano la cura di sé e l’invito all’autodeterminazione.
Testimonianza realizzata per il progetto Archivio delle donne del Mediterraneo con il contributo di Mediterranean women’s fund – Fonds pour le femmes en Méditerranée.
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Ecco la trascrizione completa del video:
ELEONORA B: «Mi sono molto arrabbiata… non solo durante la visione del film, ma anche quando ho realizzato che il film che avremmo visto si sarebbe incentrato sulle giustificazioni raccolte da donne per le donne e con le donne sul perché le donne non vogliano avere figli. A me questa cosa… Cioè… Davvero? Ragazzi, siamo seri? Non va bene questa cosa. Quindi il film io l’avrei chiamato… forse “Lunàdigas” sarebbe stato il grande titolo, poi, sotto al titolo, io avrei scritto in caratteri cubitali enormi: “Fatte i cazzi tua del perché io non voglia figli!” perché non è proprio un tuo problema! Non è un tuo problema. Non sarà mai un tuo problema, uomo.
Vorrei partire col dire che vivo molto bene la mia sessualità e non mi sento in dovere, mai, né mai l’ho fatto, di giustificare a nessuno le mie scelte nelle mie posizioni. Come ho già detto anche a lezione, mi trovo in un momento della mia vita in cui mi faccio domande su molte cose, mi chiedo chi sono, cosa voglio essere… A trent’anni mi sono rimessa in gioco e mi sono iscritta all’università, a un percorso accademico che mi soddisfa tantissimo, ma parallelamente a questo, avendo anche – diciamo – una relazione con delle persone che amo tantissimo, mi chiedo se mai un giorno avrò dei figli. La risposta è no, semplicemente, perché mi sento soddisfatta così e perché trovo già abbastanza difficile prendermi cura di me. Molto spesso non l’ho fatto. Io sono una paziente psichiatrica e sono stata internata in una clinica psichiatrica per mesi e, per questo motivo, troverei… Questa so che è una giustificazione, però per rendere il tutto più chiaro, troverei molto più difficile occuparmi di qualcun altro e, semplicemente, perché non ne ho voglia. Su questo mi sento molto egoista, cioè non voglio togliere tempo a me per darlo a qualcun altro. Già i miei gatti mi tolgono molto tempo, ne ho quattro, quindi… è impegnativo. È molto impegnativo. Una cosa che mi dà molto fastidio dell’essere donna è il dover giustificare di essere donna, il fatto che io debba dire per forza a qualcuno… debba giustificare la mia posizione in merito a determinate cose, e questo non lo trovo né giusto né rispettoso, lo trovo anzi debilitante perché ogni volta che tu prendi una posizione devi per forza chiederti perché l’hai presa, quando in realtà la motivazione è: “L’ho presa perché l’ho presa, perché è la mia vita, perché è così che voglio fare”.
Secondo me, una grande sofferenza dell’essere donne oggi è che non basta essere donne, tu devi sempre spiegare cosa sei, perché lo sei, quando hai cominciato a esserlo, quali sono le tue posizioni in merito a qualcosa… quando, in realtà, tu sei donna e sei completa così!
Io sono una direttrice di sala, gestisco un ristorante, anzi gestivo, tempo fa ho sbroccato e me ne sono andata, però, fino poco fa gestivo un ristorante. Una volta, un cliente mi fa: “È molto sexy per un uomo farsi dare degli ordini da una donna”. Io gli ho risposto: “Io ho ventotto anni, sono indipendente, vivo da sola da più di dieci anni, mi sento soddisfatta della mia vita e quello che vorrei che un uomo o qualsiasi altra persona mi dicesse è: Sei indipendente, intelligente, sei autodeterminata, sei emancipata. Non: Sei sexy”. E questa è un’altra cosa che io odio. Non solo perché in quanto donna devo giustificarlo, ma soprattutto perché a muovermi questa cosa è un uomo. In questo, secondo me, c’è l’importanza del cambiamento intersezionale.
Mia mamma sì, vuole essere nonna. Ogni volta che lei mi chiede: “Quando mi fai un nipote?” io le rispondo: “Ne hai già quattro e sono i miei gatti”. Quindi questo vi fa capire quanto io sia ferma su questa posizione e non cambierò mai idea! Questa cosa mi fa… prima mi faceva arrabbiare, in realtà, perché volevo tanto urlare a mia madre: “Cavolo, io sono tante cose! Perché non vedi le tante cose che sono ma riduci quello che sono semplicemente a una mia mancanza?” Cioè, tua figlia è tante cose, ma nonostante queste tante cose che lei è, tu devi vedere l’unica cosa che non è, cioè madre. Io sono madre di me stessa. Mi sono cresciuta da sola, faccio tantissime cose, ho tantissimi… crollo tantissime volte e ogni volta mi rimetto in piedi, quindi, mi sento madre di me stessa, non sento di voler mai diventare madre e lo stesso dirò a mia nonna, lo stesso dirò a un compagno che mi chiederà di fare figli: No. Non voglio figli, non ne voglio, non ne vorrò mai. Sono felice così.
Io ho una relazione poliamorosa, ho un compagno e una compagna, siamo… Io ci definisco “troppia”, non è un termine esattamente specifico, però siamo i Beatles senza uno dei Beatles, praticamente. Tra di noi c’è anche uno scambio di opinioni, di pareri, spesso parliamo di come potrebbe essere la nostra relazione se mai ci fosse un figlio, e… Nel caso ci fosse, cosa che non credo, magari la mia compagna un giorno ne vorrà uno, io, personalmente, non gliel’ho mai chiesto, perché credo che, se questo dev’essere un argomento di conversazione, debba partire da lei, non da me che un giorno mi sveglio e le chiedo: “Quando fai un figlio”? La trovo una cosa estremamente… poco empatica e irrispettosa, perché comunque i tuoi tempi biologici li scandisci tu insieme al tuo corpo, entrando in un equilibrio che soltanto tu puoi organizzare. Se mai, un giorno, avremo un figlio… lei avrà un figlio, sarà una cosa che stabiliremo insieme, per me è una cosa estremamente libera questa. Non sento l’esigenza di dover scandire dei tempi o… di chiedere a una persona quando ha intenzione di fare qualcos’altro.
Per il mio compagno, non se ne parla! Di questo sono molto contenta! Perché non… Ho forse la fortuna, e questa cosa mi fa incazzare da morire, perché mi sento fortunata ad avere un compagno che non mi chiede ogni tre per due: “quando facciamo un figlio”? Questa cosa non è bella, e mi rendo conto che sono schiava dei tempi di oggi in cui il fatto di avere un figlio debba essere sempre argomento di conversazione, quindi, qualora non lo fosse, ti senti fortunata, quando in realtà non credo che debba essere così. Quindi direi che la mia troppia funziona molto bene in ambito Lunàdigas, forse anche il mio compagno è un lunàdigo e sono molto contenta così.
Io e la mia troppia credo che subiamo giudizi sociali semplicemente perché… nessuno di noi è abituato a rapportarsi con situazioni relazionali diverse, cioè io, come… Non voglio parlare a sproposito, ma immagino la maggior parte di noi è abituata a prendere come riferimento, come prima cosa, i genitori. I genitori cosa sono? Una coppia eterosessuale monogama. Quindi, diciamo che all’inizio è stato molto difficile perché comunque devi stabilire delle regole, per forza di cose, perché altrimenti non ne esci vivo, che comunque detti tu, sulla base delle tue esigenze, esperienze, e dei tuoi sbagli (di sbagli ne fai tantissimi in queste situazioni, come in tantissime altre), però è sulla base di quelli che poi – diciamo – stabilisci un perimetro in cui muoverti. Noi subiamo molto i giudizi sociali, semplicemente perché, appunto, le persone non sono abituate a vedere tre persone che si tengono per mano e si scambiano effusioni in pubblico. A me questa cosa diverte tantissimo, ovviamente sempre nel rispetto degli altri, non è che mi metto a fare cose davanti a tutti, come non lo farei con un mio unico compagno o unica compagna. Mi diverte tanto, perché vedi che, in quel modo, le persone… cioè, il loro cervello fa tipo “crack-crack-crack”, si scardina e vedi i loro pensieri che prendono forma e, la maggior parte delle volte, non sono pensieri positivi, ma a me non interessa semplicemente perché, come dicevo prima, è la mia vita e… fino a quando non creo disagio a qualcuno, cioè un disagio tangibile come la sofferenza, non credo di dovermi preoccupare di dare delle giustificazioni. Io ho un cuore grandissimo e riesco ad amare due persone, anzi tre, se prendiamo anche me in considerazione. Questa cosa credo che sia una cosa bellissima, perché ti fa capire quanto in realtà la vita sia piena di esperienze che tu puoi cogliere soltanto se guardi al di là del tuo naso. E mi sento molto fortunata, in realtà, in questo. È molto difficile, è faticosissimo, anche il sesso a tre è molto faticoso, però è bello! E… non sento di dover dire altro, anzi, direi a tutti: provateci, almeno una volta nella vita! Perché è veramente bello!»
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