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Enrico parla della sua scelta di non avere figli, maturata autonomamente nel corso della sua vita e condivisa poi con la moglie, e di come questo sia motivo di discussione con la sua famiglia e di esclusione dall’ambiente delle sue vecchie conoscenze.

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Ecco la trascrizione completa del video:

ENRICO: «Mi chiamo Enrico, ho quarantanove anni e sono sposato; sono sposato senza figli. La decisione di non avere figli è maturata naturalmente, da sempre. Non ricordo una volta che abbia mai desiderato di avere un figlio e questa decisione è stata condivisa con mia moglie perché soprattutto su questo punto di vista ci siamo trovati a provare le stesse sensazioni.
Non è certo per il fatto di avere avuto una famiglia, come posso dire, “normale” – quattro figli tutti diversi uno dall’altro – forse il fatto che la mia famiglia fosse un attimino poco unita. Poco unita perché mio padre lavorava, mia madre lavorava, ci si vedeva tra figli, diverse età, ognuno ha avuto le sue esigenze e quindi… forse mi è mancato un attimino questo senso di famiglia unita come ho potuto vedere da altre famiglie.
Poi crescendo piano piano con gli amici, come è normale che si frequentino gli amici, ho visto loro sposarsi prima di me, avere figli e cambiare. Ecco, forse questo cambiamento mi ha un attimino segnato, vedere che dal momento in cui hai un figlio la tua vita la devi dedicare a loro perché è normale, lo hai voluto, è giusto che sia così. E, non solo non mi son sentito di dedicarmi ad un’altra persona ma mi son trovato bene con la mia compagna, con mia moglie a vivere la nostra vita senza la necessità di un cambiamento. Anzi forse questa ipotesi di cambiamento poteva portare a un qualcosa che nessuno di noi due voleva, ecco. Già il fatto di riuscire ad organizzare con i vecchi amici un cinema, una pizza e doverli sempre sentir dire: “no, non possiamo, il bambino qui, il bambino là…”.
Amo viaggiare, amo inventare qualcosa di estemporaneo, quindi il poter prendere e fare qualcosa senza dover rendere conto a nessuno: ecco, questo è stato un elemento fondamentale forse nella mia decisione, oltre al fatto che penso che la natura segua il suo corso, se non mi ha dato questo desiderio evidentemente un motivo ci doveva essere.
Io sono sempre stato molto estroverso, ho sempre avuto molti amici e con questi amici ho condiviso sia lo sport sia la scuola sia il doposcuola. Vedere i miei amici man mano sposarsi, avere dei figli e scomparire completamente… io ho carissimi amici da una vita che non sento da più di dieci anni per il semplice motivo che hanno sempre non solo le loro esigenze ma anche i figli. Organizzare una partita di calcetto e… il bambino deve essere accompagnato a catechismo, deve essere accompagnato agli scout, deve fare il doposcuola, deve fare la piscina: tutte queste cose mi hanno un attimino portato a pensare che avere un figlio comporta il sacrificio totale della tua vita e non lo volevo, semplicemente non lo volevo.
Lavoro nella pubblica amministrazione dove il 90% è femminile e gestisco un settore con tre collaboratrici. Queste tre care ragazze a turno sono scomparse per due anni: dal concepimento alla gravidanza, al post-partum, all’inserimento all’asilo, alla malattia del bambino fino ai tre anni. Diciamo che anche questo ha influito parecchio, vedere proprio scomparire tutti i tuoi… adesso una è diventata nonna, è scomparsa a sua volta quindi sì, grossi problemi.
Ecco, andare al bar nei cinque minuti di pausa: vai con una collega al bar, ne trovi altre tre o quattro e sei lì, pesce fuor d’acqua, perché tutti i tuoi colleghi parlano di cacche, di pappe, di malattie, di quant’altro… prendo e me ne vado direttamente. È una cosa che non solo non sento mia, ma a volte penso: “che fortunato che non ho dovuto subire o passare questi periodi”.
Mi aveva sconvolto la prima amica che si è sposata, la prima amica che ha avuto un figlio, a vent’anni, quindi ero anche molto piccolo, e la sua motivazione è stata: perché si deve fare, perché mi devo tramandare, perché devo lasciare qualcosa di mio a questo mondo. E non mi è piaciuta, l’ho trovato un discorso anche abbastanza egoistico, non l’ho sentito minimamente mio. Non condivido il dover per forza fare un figlio solamente per tramandare il tuo cognome, per lasciare una traccia di te stesso a questo mondo. Puoi farlo benissimo in altri modi. Un figlio va voluto, va voluto con tutto quello che comporta. Ho sempre ammesso, tassativamente, categoricamente che non volevo figli; non è che sono una di quelle persone, come capita, che non sono riuscite, ovviamente per motivi naturali o quant’altro, ad avere figli e solo per giustificare il fatto che non li hanno avuti tirano fuori storie e storielle: “non li ho mai voluti”. Io l’ho sempre detto, da quando ero bambino, da quando sono cresciuto, che non avrei voluto figli e che non ne facevo volontariamente; mia moglie lo sa benissimo, è uno dei tanti motivi di discussione con i miei genitori perché loro non hanno mai approvato questa mia decisione, però è così e basta. E poi non mi capita di parlare con altre persone che non li hanno avuti, di discutere di queste cose, non mi capita.»

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