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Barbie, grazie alla voce di Tiziana Troja, racconta la sua vita da sogno nella Los Angeles di… ieri? oggi? Essere un modello per le bambine non è affatto semplice!

La raccolta scritta Monologhi impossibili, raduna le voci, le parole e le idee di tante donne (e uomini) reali e immaginarie, accomunate dalla scelta di non aver avuto figli.
Un bel gruppo di lunàdigas ante litteram.
I Monologhi impossibili, attraverso un viaggio nel Tempo, danno voce sia a reali personaggi storici vissuti in altre epoche quali eroine, dive del cinema, artiste, poetesse, mistiche, banditesse e altre, sia a figure del Mito e dei fumetti, e ancora alle donne e agli uomini della letteratura antica e moderna.
Donne (e uomini) forti e risolute, celebri e non solo, che siano state anche involontariamente un riferimento per la scelta di essere Lunàdigas.
Il titolo Monologhi impossibili si riferisce esplicitamente alla famosa serie radiofonica degli anni Settanta intitolata Le interviste impossibili e da quella prende spunto per far parlare, in forma scritta, donne di tutte le epoche. Frida Kahlo, Dora Maar, Vittoria Colonna, Jane Austen, Barbie, Marilyn Monroe, Dorothy Parker, Maria Callas, Camille Claudel, Rosa Luxemburg, Lucy Van Pelt, Dafne, Hélène Kuragina, Jean D’Arc, Coco Chanel, Francesca Alinovi e molte altre meravigliose donne lunàdigas, tali ancor prima che questa definizione fosse stata inventata.

Il libro Monologhi impossibili rappresenta il contributo che l’autore Carlo A. Borghi ha voluto offrire al progetto Lunàdigas – che lo comprende – per sottolineare quanto la scelta di non esser madri sia stata elaborata e ragionata in modo profondo da tutte le persone che l’hanno abbracciata.

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Ecco la trascrizione completa del video:

BARBIE: «Io sono una L.A. woman.
Mi chiamo Barbie, Barbara Millicent Roberts, per l’esattezza.
Sono nata nel 1959, il 9 marzo per la precisione.
In tutto questo tempo, non ho mai fatto figli e per la verità non ci mai neanche pensato. Né io né Ken ci abbiamo mai pensato, in realtà.
Sono venuta al mondo con tutte le cose giuste per avere successo: il seno, i fianchi e soprattutto le gambe, così belle e lunghe come non ce le ha nessuno. L’ombelico? Arrivato più tardi, con la moda dei pantaloni a vita bassa.
Io Barbie, sono stata più famosa di Marilyn Monroe, che come me non ha avuto figli.
Nella mia Los Angeles, il cimitero si chiama Hollywood Forever. Ma io non ci andrò mai, le bambole non muoiono.
Nel corso del tempo, Ken ed io siamo diventati più morbidi e in grado di articolare le giunture delle spalle, delle ginocchia e dei gomiti.
Siamo in grado di sculettare adesso, ma l’idea di un figlio no, non ci ha mai sfiorato comunque.
Io sono fatta per essere spogliata e rivestita, spogliata e rivestita e anche ricambiata d’abito e di lingerie. Non chiedetemi di più. Non mi annoio, non mi ammalo, non invecchio. Ho tutto quello che voglio e non ho bisogno di soldi. Anche se ho abitudini da miliardaria.
Sono diventata zia, perché la mia amica Midge ha sfornato un paio di figli con Alan. Il fatto è che lei ha avuto in dotazione un pancione provvisto di bimbo estraibile. Ma poi l’hanno ritirata dal mercato nel 2002. Già, il suo corpo da gestante aveva suscitato orrore e raccappriccio.
Nel 2059, avrò cento anni. Incredibile, no?
Non credo di essere stata un buon esempio per le bambine.
Ma io sono la tua Barbie girl, e se hai giocato con me, non puoi dimenticarmi. Mai! »

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