Kathia racconta della sua esperienza di non-maternità, legata al suo vissuto familiare e alla sua scelta consapevole e condivisa con il suo partner.
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Ecco la trascrizione completa del video:
KATHIA: «Mi chiamo Kathia, ho 46 anni, sono sposata e non ho un lavoro che mi occupi fuori casa. La mia scelta di non essere madre risale a sempre: non ho mai immaginato un bambino che mi chiamasse mamma; non ho problemi fisici, avrei potuto averne tranquillamente. Questa io la definirei una naturale inclinazione alla non-maternità, rafforzata dal mio vissuto che è un po’ particolare: sono stata allevata dalla sorella di mia madre e da suo marito quando mia madre ha scoperto di essere in attesa di mia sorella. Secondo me lei si è sentita schiacciata da questa responsabilità, inadeguata a ricoprire il ruolo di madre. Dico questo perché questa mia scelta mi ha fatta sentire a lei molto vicina. Nel tempo ho capito che lei non aveva avuto la mia stessa opportunità; io invece, nascendo in quest’epoca, ho avuto la libertà di scegliere.
Il non essere madre mi procura un senso di felicità enorme, mi fa sentire un senso di libertà a trecentosessanta gradi: la libertà di vivere la mia vita e non la sua, quella di un ipotetico bambino; libertà di muovermi; libertà soprattutto di essere me stessa, e quindi di essere triste, malinconica, arrabbiata, senza alcun vincolo. Tempo fa mi hanno prospettato l’opportunità di togliermi l’utero, una cosa che per qualsiasi altra donna sarebbe stato un dramma. Io ho sorriso, il mio viso si è illuminato e ho pensato: che liberazione! Poi non se ne è fatto più nulla, però questo episodio, ripensandoci, mi ha fatto capire quanto questa mia inclinazione alla non-maternità sia radicata in me stessa e molto naturale. Appartiene proprio alla mia natura.
La scelta è stata agevolata anche dal fatto che mio marito comunque non ha mai voluto figli. Però nel momento in cui mi ha chiesto di sposarlo, io gli ho ribadito ancora una volta – perché ne abbiamo parlato tante volte – : “sappi che non cambierò mai idea” – perché sapevo già di altre coppie dove uno dei due, per quanto deciso, alla fine aveva optato per avere figli, essendo una cosa naturale per l’essere umano.
Nel mio caso le madri parlano di egoismo, io parlerei di rispetto. Rispetto per quell’ipotetico bambino a cui sto facendo un enorme regalo: non sarò la sua mamma. Dico questo perché sono stata figlia, sono ancora figlia, pur non essendo mai stata madre. E mia madre non mi ha mai voluto diciamo, non ha mai avuto un rapporto con me. All’età di tre anni ricordo che mi aveva dovuto vestire: io già abitavo con i miei genitori che poi sono diventati genitori adottivi, e lei non sapeva che fare, non sapeva come infilarmi maglietta e gonna e io mi arrabbiavo – una bambina piccolissima – e dicevo: “mamma, ma zia fa così e tu non sai fare niente” e lei non ha saputo far niente, si è messa a piangere e si è arrabbiata. Quindi quando ricordavo queste cose per tanti anni mi sono arrabbiata con lei, poi crescendo in realtà ho ricordato che anch’io non ho voluto dei figli. Questo dipende molto da lei.
Una cosa che fa soffrire di non essere madre sono gli sguardi delle altre donne. Quando ti chiedono: “hai figli?“, io tranquillamente rispondo: “no, non ne ho“. Però so già che si forma il silenzio, le persone abbassano lo sguardo e si rattristano, perché la prima cosa che pensano è: “non può averne, deve avere qualche problema fisico“. Allora io attendo un attimo, e poi sorrido e cerco di metterle a loro agio e spiego che in realtà è una scelta mia. La seconda domanda è: “ma tuo marito lo sa?“. Io resto basita perché a me sembra assurdo che il compagno della tua vita non sappia che tu hai fatto una scelta così importante. Allora spiego che è la prima cosa che ho detto a lui, quando forse stavamo insieme da due o tre mesi. Adesso stiamo insieme da trent’anni quindi penso che ci siamo spiegati abbastanza.
Per me è difficile capire questo atteggiamento delle donne, questo accanimento nel voler essere madre, e loro non capiscono questo mio accanimento nel non volerlo essere. Ed è una cosa che mi fa sentire un po’ incompleta in questo, perché ho visto le donne quanto sono felici quando hanno un bambino e penso che io quella felicità non la proverò mai. Mi sento felice di non essere madre, ma forse, chissà, sarei stata molto più felice ad esserlo. Solo che a me la natura non ha dato questa opportunità; mi chiedo: “come mai a me no e le altre sì?“.»
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