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Dopo aver visto il docufilm Lunàdigas a Quito, Ariana mette a fuoco il suo pensiero sulla maternità: ammette di non sentirsi sufficientemente matura e stabile per mettere al mondo un essere umano. La maternità è una condizione da realizzare con consapevolezza e che implica una responsabilità continua.

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Ecco la trascrizione completa del video:

ARIANA: «Buonasera, il mio nome è Ariana Sanchez Romero. Vivo a Quito, sono ecuadoriana.
Mi è piaciuto molto ieri aver avuto l’opportunità di vedere Lunàdigas: è stata un’esperienza meravigliosa dal momento che ho potuto capire certe prospettive che non vedevo prima. Eppure le sentivo, per la vicinanza che ho con la mia famiglia, con le donne della mia famiglia, con molte zie che non hanno avuto figli. Ed è qualcosa a cui penso da molto tempo.
Il fatto è questo… avere figli non completa una donna o un essere umano. Non definisce quello che è, è quello che fa a fare un essere umano, non quello che possiede. E a volte penso che la maternità sia trattata molto come un possedere, un avere qualcosa, un vantarsi delle cose che ho.
Quindi penso che questa sia un’idea un po’ sbagliata della vita, perché è quello che sei, è quello che fai, è come agisci che è la cosa più importante.
Allo stato attuale, non voglio avere figli, non penso di essere abbastanza matura, o che sia pronta. Ad ogni modo penso che si deve essere preparati per essere madre. Certo, so che non si nasce con un manuale di maternità e che non tutte sappiamo, quando nasce un figlio, come essere madri, ma penso che ci siano alcune questioni da affrontare in cui dobbiamo essere sicure per poter dare questa capacità emotiva, questa capacità mentale, fisica ad un nuovo essere. Penso che queste siano le cose più importanti e il motivo per cui sono qui dicendo queste cose. Perché, mettiamo al mondo persone che non concepiamo come nostri figli, che non… di cui non siamo sicure. Non concepiamo noi stesse come madri. Non concepiremo mai le persone che abbiamo partorito, gli esseri che abbiamo partorito come figli. Ed è da lì che qualcosa si rompe. E quell’essere umano crescerà e vivrà tutta la sua vita con quel pezzetto rotto, che è così importante per relazionarsi con tutti gli altri. Quindi bisogna avere una certa sicurezza, una certa stabilità, per poter essere madre.
Ed essere madre è tutta una responsabilità, non è qualcosa… È qualcosa che ti segna per tutta la vita. Non è come dire… oggi mi sono svegliata senza voglia di essere madre. Oggi andrò dove voglio.
Perché è già una questione vitale, non è un possesso materiale. Può essere visto come un possesso materiale, ma è anche una connessione che hai per tutta la vita e devi essere sicuro di amarti, avere quella concezione di rafforzare, e di avere gli strumenti per rafforzare quella concezione e mettere al mondo esseri felici, esseri sicuri.»

Español:

ARIANA: «Buenas tardes, mi nombre es Ariana Sanchez Romero vivo en Quito, soy ecuadoriana. Me gustó mucho ayer haber tenido la oportunidad de ver Lunàdigas: fue una experiencia muy maravillosa ya que pude comprender ciertas perspectivas que no veía antes.
Sin embargo las sentía, por la cercanidad que tengo con mi familia, con las mujeres de mi familia, con muchas tías que no han tenido hijos. Y es algo que he estado pensando hace mucho tiempo, y el hecho de que tener hijos no completa a una mujer o a un ser humano, si no lo que es, es lo que le hace a un ser humano, no lo que tiene. Y a veces, o bueno ahorita pienso, que la maternidad se trata mucho de poseer, de tener algo, de jactarme por la cosas que tengo. Entonces creo que esto es una idea un poco erronea con la vida, porque es lo qu eres, es lo que haces, es como actúas lo más importante.
En la actualidad, no quiero tener hijos, no pienso que sea lo suficientemente madura, o que esté preparada, de tantas maneras en las que pienso que se tiene que estar preparada para ser madre.
Claro, yo sé que no se nace con un manual de maternidad y que no todas sabemos, cuando se nace nuestro hijo, sabemos como ser madres, pero creo que hay ciertos… ciertas cuestiones que hay que.. en las que tenemos que estar seguras para poder dar esta habilidad emocional, esta habilidad mental, física a un nuevo ser. Creo que eso es lo más importante y la razón por la cual estoy aquí diciendo eso. Porque, es que traemos al mundo a personas que no concibimos como nuestros hijos, que no… de los que no estamos seguras.
No nos concebimos nosotros mismos como madres. Nunca vamos a concebir a las personas que parimos, a los seres que parimos como hijos. Y desde allí va estar algo roto. Y ese ser humano crecerá y vivirá toda su vida con ese pedacito roto, que es tan importante para relacionarse con todo el mundo. Entonces hay que tener cierta seguridad, cierta estabilidad, para poder ser madre.
Y ser madre es todo una responsabilidad, no es algo… Es algo que te marca de por vida. No es algo que dices: hoy me desperté sin ganas de ser madre. Hoy me voy a ir a donde quiero. Porque eso ya es una cuestión vital, no es una posessión material. Puede verse como una posesión material, pero es también una connección que tienes durante toda tu vida y hay que estar seguro de quererte, tener esa connección de fortalecer, y de tener las herramientas para fortalecer esa connección y traer al mundo a seres felices, a seres seguros.»

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