Ad interpretare il monologo impossibile di Minerva Atena, la voce di Monica Trettel. Atena è una delle più importanti divinità greche, corrispondente alla Minerva della mitologia romana. Ad Atena, dea della sapienza, dell’intelligenza e delle strategie militari è dedicato il Partenone, celebre monumento nell’acropoli di Atene. La sua figura, dotata di capacità profetiche e mediche, è indissolubilmente legata alla Grecia per il suo ruolo nell’Iliade, in cui è sostenitrice di Achille e aiutante di Ulisse nell’Odissea. Anche nella tradizione etrusca-romana, Minerva (che rimanda al lemma “mens” in latino, appunto, mente) è simbolo dell’ingegno e delle arti, protettrice degli artigiani.
La raccolta scritta Monologhi impossibili, raduna le voci, le parole e le idee di tante donne (e uomini) reali e immaginarie, accomunate dalla scelta di non aver avuto figli.
Un bel gruppo di lunàdigas ante litteram.
I Monologhi impossibili, attraverso un viaggio nel Tempo, danno voce sia a reali personaggi storici vissuti in altre epoche quali eroine, dive del cinema, artiste, poetesse, mistiche, banditesse e altre, sia a figure del Mito e dei fumetti, e ancora alle donne e agli uomini della letteratura antica e moderna.
Donne (e uomini) forti e risolute, celebri e non solo, che siano state anche involontariamente un riferimento per la scelta di essere Lunàdigas.
Il titolo Monologhi impossibili si riferisce esplicitamente alla famosa serie radiofonica degli anni Settanta intitolata Le interviste impossibili e da quella prende spunto per far parlare, in forma scritta, donne di tutte le epoche. Frida Kahlo, Dora Maar, Vittoria Colonna, Jane Austen, Barbie, Marilyn Monroe, Dorothy Parker, Maria Callas, Camille Claudel, Rosa Luxemburg, Lucy Van Pelt, Dafne, Hélène Kuragina, Jean D’Arc, Coco Chanel, Francesca Alinovi e molte altre meravigliose donne lunàdigas, tali ancor prima che questa definizione fosse stata inventata.
Il libro Monologhi impossibili rappresenta il contributo che l’autore Carlo A. Borghi ha voluto offrire al progetto Lunàdigas – che lo comprende – per sottolineare quanto la scelta di non esser madri sia stata elaborata e ragionata in modo profondo da tutte le persone che l’hanno abbracciata.
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Ecco la trascrizione completa del video:
MINERVA ATENA: «Sono Minerva, la figlia di Giove Capitolino.
Sono la versione romana di quella Atena figlia di Zeus che l’aveva partorita dalla sua testa.
Alcuni dicono che l’avesse generata dal suo polpaccio. Scherzi del mito.
Siamo state partorite già adulte e armate. Lei, Pallade Atena, io, Minerva di Roma. Siamo dee della saggezza, della conoscenza, delle armi e delle arti.
Non abbiamo mai conosciuto sposi o amanti, siamo vergini totali e ne siamo fiere. Ne consegue che non abbiamo fatto figli e, perciò, siamo lunàdigas.
La civetta è il nostro simbolo magico e mitico.
Il mito è pieno di lunàdigas, basti pensare a Diana, a Dafne e alla ninfa Eco.
Comunque sono una dea: la Minerva nel Pantheon romano e l’Atena nel Pantheon greco. La Pallade Atena alla quale è dedicato l’intero Partenone. Cosicché di tutta la mitologia classica possiamo recitarvi l’intero copione.»
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