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A Washington DC, Sarah e Elisabeth, non ancora ventenni, si confrontano sulle rispettive posizioni in divenire riguardo alla maternità, partendo dalle esperienze dalle loro madri e dal loro vissuto di figlie. Moltissimi i temi affrontati, dall’istinto materno alla realizzazione personale, passando per tabù e libertà, in una testimonianza che è un inno alla diversità e all’autodeterminazione di ciascuna donna.

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Ecco la trascrizione completa del video:

SARAH: «Mi chiamo Sarah, ho diciassette anni. Sono nata ad Hartford, in Connecticut e sono cresciuta ad Albuquerque, in Nuovo Messico.»
ELISABETH: «Mi chiamo Elisabeth, ho diciannove anni. Sono nata a Lugano, in Svizzera, ma ora io e la mia famiglia viviamo qui a Washington.»
ELISABETH: «Se penso alle donne, mi vengono in mente tante figure materne, penso alle donne più importanti della mia vita e sono tutte madri, ad esempio mia madre, mia nonna… Credo abbia un ruolo enorme sul tipo di donne che siamo e, secondo me, ogni donna ha un desiderio naturale di maternità, non necessariamente nei confronti di un figlio proprio. Credo che ogni donna abbia un desiderio di maternità che sia attraverso i sistemi di tutoraggio o l’adozione, persino l’insegnamento nelle scuole o l’assistenza. Credo che ogni donna abbia il desiderio di prendersi cura di qualcuno e credo sia una cosa innata che noi donne abbiamo. Ma non per forza deve essere tuo figlio. Non è un requisito essenziale, secondo me.»
SARAH: «Già. Sono d’accordo e, secondo me, un’altra cosa rilevante è che molte donne nella nostra società, almeno le più giovani, sembra vogliano manifestare la propria rabbia e ribellione dicendo: “Non voglio avere figli e nessuno può dirmi cosa devo fare”, ma secondo me dobbiamo arrivare a un punto in cui non ce ne sia bisogno, in cui non sia necessario esternare così la propria ostilità e si possa dire “Non voglio figli” senza essere giudicati, ma so che è impossibile. Soprattutto oggigiorno, sembra che siano tutti estremamente attenti a ciò che fanno ed estremamente attenti a ciò che gli altri pensano, perciò se fai qualcosa di sbagliato o dici qualcosa che gli altri non condividono, sicuramente nessuno ti dirà niente perché la società è così. È così politicamente corretta!»
ELISABETH: «Già. Soprattutto in America, in altri paesi è molto diverso. Ad esempio, mio padre è cresciuto in Svizzera e lì è tutto molto diverso. In Europa, almeno con la mia nonna italiana, c’è molta più pressione sul fatto di fare figli. Se dovessi dirle che non voglio avere figli sarebbe una cosa grossa! Ma allo stesso tempo non è una cosa di cui si parla per forza. Secondo me, non tanto nella società americana quanto in altre culture, c’è questa cosa tacita ma risaputa che le donne sono tenute a fare figli a meno che non siano suore o cose del genere. Secondo me questo è molto rilevante nelle nostre società, soprattutto perché solo le donne possono fare figli, cosa di cui, secondo me, spesso ci si dimentica. Cioè, essere madre è una cosa molto importante ed è davvero difficile, è una sorta di peso enorme poiché cambia lo scopo della tua vita, tutto: il corpo, il tuo status sociale, il modo in cui la famiglia ha un impatto enorme sulla tua persona, e spesso le persone se ne dimenticano quando parlano di maternità. Ho sentito persone dire: “Ho paura, non sono portata”, ma in realtà è un istinto naturale che noi tutte abbiamo e, in quanto donne, siamo fatte per creare bambini. Ma ciò non significa che dobbiamo farlo, significa che noi tutte abbiamo… non la responsabilità, non è la parola corretta, ma ne abbiamo la capacità; perciò, non dovrebbe essere una cosa su cui tutti hanno un’opinione. Secondo me, in fondo, spetta solo alla donna decidere se vorrà avere figli o meno.»
SARAH: «Credo che nessuna donna nasca più o meno predisposta ad essere una brava madre. Credo dipenda da come sei stata cresciuta nonché dalle aspettative che gli altri hanno su di te. Cresciamo pensando: “Non sarò una buona madre, non sarò brava in questo…” ma ognuno fa il genitore a proprio modo. Ci sono cose che ogni genitore dovrebbe fare, ma ci sono anche tantissime cose che ogni genitore fa in modo diverso, per questo cresciamo tutti in modo diverso. Credo che se se ne parlasse di più, se più persone capissero che non tutti hanno lo stesso modo di fare i genitori, e che va bene così, allora ci sarebbe meno preoccupazione legata al fatto di essere genitori.»
ELISABETH: «Già.»
SARAH: «Inoltre, ciò allenterebbe la pressione di essere madre e del bisogno di esserlo quando ti dicono: “Sei così premurosa, dovresti fare figli…”.»
ELISABETH: «Già, c’è quest’idea di “madre fatta con lo stampino” e non…»
ELISABETH: «Alcuni mi hanno detto: “Sarai un’ottima madre, non vedo l’ora tu faccia figli”, e secondo me è una cosa bella, io voglio avere dei figli, non è che sia contraria, ma allo stesso tempo mi sembra strano che le persone si sentano di essere nella posizione per poterti dire certe cose. È un po’ strano, la gente fa troppi commenti su questo. Io adoro l’idea di diventare madre e se sono destinata a questo nella vita lo accetterò, ma allo stesso tempo non credo sia responsabilità di qualcun altro dirmi cosa devo fare. Non mi piace questa cosa, ad esempio quando mi dicono: “Sarai un’ottima madre!”»
SARAH: «Esatto, pensano di averne il diritto.»
ELISABETH: «“Ti ringrazio ma forse non vorrò diventare madre”.»
SARAH: «Un’altra cosa è che oggigiorno anche le celebrità trasmettono il messaggio: “Puoi fare tutto, puoi essere madre e avere una grande carriera”, ma, onestamente, il tipo di carriera per cui sto studiando è una cosa a tempo pieno perciò voglio dedicarmici a pieno, come dici tu, voglio dedicarmici a lungo prima di fare una famiglia, perché anche una famiglia per me sarebbe a tempo pieno, sai, prendersi cura dei figli, della famiglia e della casa… Mi concentrerei comunque sulla mia carriera ma sarebbe diverso. Ed è diverso per le donne!»
ELISABETH: «Già.»
SARAH: «Ed è per questo che abbiamo il congedo di maternità… perché è fondamentale essere presente per i propri figli. Se vuoi avere tutto va bene, se vuoi una carriera e vuoi essere genitore allo stesso tempo, ma ognuno lo fa in modo diverso. Non funziona per tutti allo stesso modo.»
ELISABETH: «Secondo me… Mia mamma è stata una mamma casalinga e questo ha inciso molto sulla mia vita, il solo fatto di tornare a casa e averla lì… Mi piacerebbe tantissimo poter dare lo stesso ai miei figli, ma mi piacerebbe anche avere una carriera a un certo punto, perciò sto cercando di capire come potrebbe essere. Ovviamente non sono sposata e non ho figli, quindi non posso fare previsioni certe, ci sto solo pensando in anticipo e mi chiedo se io, così come sono, con i miei pregi e difetti, sarei in grado di avere sia una carriera che dei figli. E riuscirei a dare tutta me stessa ai miei figli? Perché non voglio essere una madre disattenta, quindi se mi trovassi nella posizione di non riuscire a dare tutta me stessa non farei figli, perché voglio poterli aiutare a diventare persone incredibili, di quelle che quando le guardi… Le persone migliori che conosco avevano ottimi genitori, perciò ritengo sia una cosa davvero importante, tanto che deciderei di non fare figli se non dovessi aver modo di prendermi cura di loro come si deve e aiutarli come si deve.»
SARAH: «Personalmente non credo di avere il diritto di essere madre solo perché sono donna, solo perché ho le caratteristiche fisiche per farlo. È un vero privilegiO crescere qualcuno in questo mondo, è così impegnativo da essere di per sé un vero e proprio lavoro e secondo me molto spesso la gente pensa: “Sei una mamma a tempo pieno, non sei obbligata a farlo, liberiamoci di questo stereotipo!”. Ma non per forza è una cosa brutta, può essere un motivo di orgoglio e qualcosa per cui si decide di impegnarsi, dato che crescere e formare una persona e il suo impatto nel mondo è un lavoro enorme!»
ELISABETH: «Già.»
SARAH: «È una gran responsabilità ed è normale che non faccia per tutti.»
ELISABETH: «Stavamo parlando della società americana e di come non imponga restrizioni, o meglio… Quando le persone commentano la tua scelta di avere figli o meno… Secondo me, ascoltando ciò che dici tu, nella nostra società, più che chiedersi se fare figli o meno si tratta di come comportarsi quando si hanno figli, e il fatto che lo stereotipo delle madri casalinghe sia opprimente per le donne quando in realtà non lo è! La mia è stata una mamma casalinga, così come mia nonna. Non tutte le donne, purtroppo, hanno la capacità di farlo o scelgono di farlo, ma, voglio dire… Non è una cosa brutta! Non è una cosa brutta voler restare a casa per prenderti cura dei tuoi figli, cucinare per loro… E questo, di per sé, è un lavoro a tempo pieno. Molto spesso la gente disprezza questa scelta piuttosto che la scelta di fare figli o meno in generale. Questo è probabilmente uno degli aspetti più negativi della società americana, che non per forza fa parte di altre società. Mentre in Italia sembra esserci questa pressione di fare figli ed essere un’ottima madre a tempo pieno, in America invece non è ben visto essere una mamma casalinga che ha scelto di non avere una carriera per prendersi cura dei propri figli, e non tutte, purtroppo, hanno la capacità di farlo, o non necessariamente è la cosa migliore per loro, ma credo sia molto bello che le donne ne siano in grado. Detto ciò, soprattutto per quanto riguarda le donne e le donne senza figli, in qualsiasi situazione in cui la donna venga presentata con un figlio, cioè venga messa in una posizione in cui potrebbe essere madre, credo che molto spesso sia davvero dura per una donna scegliere di essere madre in quella situazione, dover scegliere di essere madre invece della carriera, e credo sia importante quando c’è un figlio prendersi le proprie responsabilità di donna e occuparsi di quel figlio, soprattutto se è il nostro, come nel caso di una gravidanza a sorpresa. È importante farsi coraggio e occuparsi di quel figlio in quanto donne anche se non è il nostro. Come i nonni che si occupano dei figli dei figli e situazioni simili, secondo me è molto importante perché sono in una fase delicata e non possono occuparsi di se stessi.»
SARAH: «Un altro aspetto è quello medico. Beh… Negli ultimi tempi molte giovani donne, soprattutto in America e nelle culture più liberali, molto spesso sentono il bisogno di pronunciarsi. Ad esempio, conosco donne che si sono fatte rimuovere l’utero perché non vogliono avere figli, e io… Io in quella situazione, almeno per quanto mi riguarda, non lo farei perché potrei cambiare idea. Perché è già successo, negli anni ho pensato sia di voler figli che di non volerne, perciò non sai mai cosa può succedere, ma se mai dovessi dire una cosa del genere anche in modo amichevole o per proporre un’idea a qualcuno prima che apporti un tale cambiamento al proprio corpo, allora verrai interrotta perché non stai lasciando che la donna decida per se stessa, quando in realtà stai lasciando che lo faccia, ma per la se stessa del futuro. Ovviamente siamo tutti diversi e tutti abbiamo valori diversi, ma io non riuscirei mai a fare una cosa del genere perché non sai mai cosa succederà più avanti. Poi penso a tutte quelle donne che non possono avere figli, e anche se alla fine non avrò figli potrei averne per qualcun altro.»
ELISABETH: «Già.»
SARAH: «Se non voglio figli ma posso averne per qualcun altro, ad esempio se uno dei miei fratelli non potrà avere figli, sarebbe un privilegio enorme poterlo fare per qualcuno. Sembra ci sia uno stigma su questo. Però è un bambino, capisci?»
ELISABETH: «Già, non è un cane, è un essere umano!»
SARAH: «Già.»
ELISABETH: «Sono pienamente d’accordo. Cambiando completamente argomento…»
SARAH: «Vai.»
ELISABETH: «Hai detto che tua mamma è una neurologa, com’è stato questo per te? Cioè, la mia era una mamma a tempo pieno, quindi è una cosa totalmente diversa.»
SARAH: «Beh… Da che ho memoria, mia mamma ha sempre avuto un lavoro a tempo pieno, era sempre al lavoro, lavorava davvero sodo, ma allo stesso tempo ricordo che c’è sempre stata per me. Fortunatamente sono cresciuta mentre faceva ancora la specializzazione, quindi stava ancora studiando e aveva tempo per stare con noi. E lo ha tuttora, così come durante tutta la sua carriera, anche mentre cresce professionalmente anno dopo anno. Era diverso perché chi rimaneva a casa era mio padre. Lui aveva il suo lavoro, la scuola, ma era lui a rimanere con noi a casa tutto il tempo. Noi lo capivamo, era per i suoi studi, per la carriera dei suoi sogni, e l’abbiamo sempre sostenuta in questo, perché lei ha sempre sostenuto noi. Quindi è come l’incarnazione… Quando penso a chi ha tutto, cioè le donne con una carriera e una famiglia, penso a mia mamma. Ma personalmente non so se sarei capace di fare lo stesso. Poiché è cresciuta in una cultura completamente diversa, i suoi genitori la pensano in modo completamente diverso da me, e sin da quando è nata è stata cresciuta in una cultura in cui le donne devono avere tutto per poter essere notate. Io non ho quella pressione e ne sono davvero grata, perché posso scegliere cosa voglio fare con più indulgenza, ma, al contempo, a volte mi chiedo: se mi capitassero le opportunità che ha avuto lei, riuscirei a fare tutto? Onestamente credo di no, perché non ho mai avuto pressioni.»
ELISABETH: «Credo che molto spesso anche noi ci dimentichiamo che ogni donna è diversa finché non pensiamo a situazioni come quella di tua mamma, che ha avuto opportunità incredibili e ha saputo coglierle, ma noi riusciremmo a farlo? Penso alle diverse donne nella mia vita che hanno intrapreso percorsi diversi e hanno fatto cose diverse con la loro vita e… Sono scioccata da alcune delle cose che queste donne riescono a fare. Una mia zia ha appena avuto il suo settimo figlio ed è una donna inarrestabile! Fa scuola a casa ai figli, la sua casa è immacolata, fa il pane a mano, i suoi figli sono brillanti, organizza serate musicali e spettacoli, è davvero la donna più incredibile di sempre! La guardo e penso: “Mi piacerebbe un sacco essere così”, ma allo stesso tempo non so se potrei farcela. Poi vedo la mamma di una mia amica che ha avuto tre figli, era agente immobiliare e igienista dentale, e cucinava, puliva e si prendeva cura dei propri figli. Una donna che ha scelto un percorso del tutto diverso e che per me è un’altra fonte di ispirazione. Quindi vedo tutte queste donne diverse, come mia madre, noi siamo cresciuti in un altro paese e mio padre lavorava sempre, e lei è stata in grado di aiutarci a crescere come persone, siamo in cinque, tantissimi. Perciò guardo queste donne diverse e il modo in cui sono riuscite a realizzarsi nelle loro vite scegliendo di fare cose completamente diverse, quindi, secondo me, non esiste una mamma fatta con lo stampino, non esiste uno standard di donna a cui dobbiamo attenerci. Secondo me non tutte le donne sono fatte per vivere la stessa vita, ad esempio io non credo che riuscirei ad avere una carriera e dei bambini, non credo che riuscirei a dividermi in quel modo. Ma non significa che per altre sia lo stesso, ad esempio tua mamma è riuscita ad essere sia tua mamma che una neurologa, ed è incredibile! Ma io non credo che ci riuscirei.»
SARAH: «Neanche io.»
ELISABETH: «Non credo di averne la forza.»
SARAH: «Esattamente.»
ELISABETH: «È molto interessante, è davvero una cosa straordinaria!»

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