Novità di agosto
Notizie terribili giungono dall’Afghanistan che, con l’arrivo dei Talebani, sta per tornare indietro di vent’anni. Ritorna il burqa, ritorna l’obbligo di un accompagnatore uomo per tutte le donne, ritornano le reclusioni in casa, ritornano i prezzi sulle vite delle donne e delle bambine mentre dalle strade, dove già da giorni circolano solo gli uomini, spariscono i manifesti che ritraggono volti femminili scoperti.
Le più colpite saranno tutte quelle donne che sono riuscite ad andare all’estero a studiare, che hanno preso lauree importanti e poi sono tornate nel proprio paese per vederlo crescere, per dare il loro apporto a un cambiamento radicale di cui avrebbero potuto essere finalmente attrici attive.
Donne istruite ma soprattutto nubili, di cui già i Talebani stanno stilando le liste, mentre le madri gettano i loro figli oltre il filo spinato, all’aeroporto di Kabul, nella speranza che i soldati americani li portino via con loro.
In questo nuovo vecchio regime la maternità sarà l’unico vero compito richiesto alle donne, e poco importa se questi nuovi figli da dare in pasto all’Emirato islamico saranno davvero voluti, frutti di scelte consapevoli e autonome o di indicibili violenze e lavaggi del cervello.
In segno di resistenza e sostegno alle nostre sorelle afghane, Lunàdigas può solo continuare a fare quello che ha sempre fatto: dare voce alle donne, con coraggio e senza sconti.
Dar voce alle donne che dicono ancora l’indicibile, che si prendono il diritto di scegliere della propria vita, pur dovendo fare i conti col dolore del pregiudizio, dell’ostracismo, del tabù che ancora la scelta della non maternità si porta dietro, anche nel nostro “civilissimo” mondo occidentale.
Dar voce alle donne mostrandone i volti. E con essi ogni sfumatura e ogni emozione, ogni ruga, ogni fossetta, ogni sorriso e ogni ombra, ogni piccolo gesto delle mani e ogni scintilla negli occhi, a viva testimonianza di esistenza, lanciata anche contro chiunque vorrebbe vedere le donne recluse e cancellate dalla Storia.
Protagoniste dell’Archivio Vivo in questo mese di agosto, segnato da un attacco mirato ad annullare anni di conquiste e speranze, sono due Lunàdigas che, in modo diverso, si sono spese per la causa delle donne e dei bambini: da una parte la vulcanica e meravigliosa Rossella Faa, cantante e musicista sarda, che parla della sua voglia di maternità sfumata come un “miracolo” alla notizia di non poter avere figli, e del suo dolore per i bambini del mondo rimasti orfani a causa di guerre, povertà e della cattiveria umana, a cui ha dato voce nelle sue composizioni; dall’altra la sindacalista e attivista Luisa Morgantini, che afferma con orgoglio la sua scelta di non piegarsi a nessuna legge non scritta per le donne, biologica o sociale che sia, e che racconta la sua militanza da cittadina del mondo in zone di conflitto e di violenza. Sempre a testa alta e a volto scoperto persino in Afghanistan, in Palestina, in Iran, come segno di rispetto alla propria identità, e insieme di resistenza e sorellanza con le donne di ogni luogo in cui è stata.
Condividiamo ovunque la loro testimonianza!
Le più colpite saranno tutte quelle donne che sono riuscite ad andare all’estero a studiare, che hanno preso lauree importanti e poi sono tornate nel proprio paese per vederlo crescere, per dare il loro apporto a un cambiamento radicale di cui avrebbero potuto essere finalmente attrici attive.
Donne istruite ma soprattutto nubili, di cui già i Talebani stanno stilando le liste, mentre le madri gettano i loro figli oltre il filo spinato, all’aeroporto di Kabul, nella speranza che i soldati americani li portino via con loro.
In questo nuovo vecchio regime la maternità sarà l’unico vero compito richiesto alle donne, e poco importa se questi nuovi figli da dare in pasto all’Emirato islamico saranno davvero voluti, frutti di scelte consapevoli e autonome o di indicibili violenze e lavaggi del cervello.
In segno di resistenza e sostegno alle nostre sorelle afghane, Lunàdigas può solo continuare a fare quello che ha sempre fatto: dare voce alle donne, con coraggio e senza sconti.
Dar voce alle donne che dicono ancora l’indicibile, che si prendono il diritto di scegliere della propria vita, pur dovendo fare i conti col dolore del pregiudizio, dell’ostracismo, del tabù che ancora la scelta della non maternità si porta dietro, anche nel nostro “civilissimo” mondo occidentale.
Dar voce alle donne mostrandone i volti. E con essi ogni sfumatura e ogni emozione, ogni ruga, ogni fossetta, ogni sorriso e ogni ombra, ogni piccolo gesto delle mani e ogni scintilla negli occhi, a viva testimonianza di esistenza, lanciata anche contro chiunque vorrebbe vedere le donne recluse e cancellate dalla Storia.
Protagoniste dell’Archivio Vivo in questo mese di agosto, segnato da un attacco mirato ad annullare anni di conquiste e speranze, sono due Lunàdigas che, in modo diverso, si sono spese per la causa delle donne e dei bambini: da una parte la vulcanica e meravigliosa Rossella Faa, cantante e musicista sarda, che parla della sua voglia di maternità sfumata come un “miracolo” alla notizia di non poter avere figli, e del suo dolore per i bambini del mondo rimasti orfani a causa di guerre, povertà e della cattiveria umana, a cui ha dato voce nelle sue composizioni; dall’altra la sindacalista e attivista Luisa Morgantini, che afferma con orgoglio la sua scelta di non piegarsi a nessuna legge non scritta per le donne, biologica o sociale che sia, e che racconta la sua militanza da cittadina del mondo in zone di conflitto e di violenza. Sempre a testa alta e a volto scoperto persino in Afghanistan, in Palestina, in Iran, come segno di rispetto alla propria identità, e insieme di resistenza e sorellanza con le donne di ogni luogo in cui è stata.
Condividiamo ovunque la loro testimonianza!