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Novità Di Agosto

Novità di agosto

Le nuove testimonianze di agosto esplorano il regno della maternità, quella vissuta cercando nuove consapevolezze, quella desiderata ma ancora sospesa nel dubbio, quella che si interroga sul modo di restituire quest’esperienza al mondo con onestà, prospettive diverse e meno retorica.

Scopriamole!

Francesca: “La maternità mi ha fatto sentire disabilitata”

Francesca, artista e performer, racconta la sua esperienza di maternità, sì desiderata ma non in linea con la comune retorica, fatta piuttosto di esercizio quotidiano applicato alla definizione di sé, al rapporto di coppia, alla gestione del lavoro. Quello di Francesca è un invito alla condivisione delle storie delle donne perché si arrivi ad articolare le proprie scelte riproduttive in modo più consapevole.

Questa testimonianza è stata raccolta in collaborazione con la Fabbrica dei Gesti di Lecce, nell’ambito del Festival Equality_identità, arti, territori, inserito nel Laboratorio di Pratiche di consapevolezza corporea “Nelle Trame del corpo” a cura di Stefania Mariano, con le donne della Cooperativa Rinascita.

Rosella: “Per la prima volta ho sentito di non essere solo pensiero”

Rosella, madre di due figli maggiorenni che hanno raggiunto la propria autonomia, racconta i sentimenti vissuti durante le gravidanze: il senso di responsabilità e di inadeguatezza, la consapevolezza di avere un corpo, la paura del giudizio delle persone.

Flavia: “Per le donne c’è una pressione sociale maggiore”

Intro: Flavia racconta di non avere una posizione definitiva sui figli. Ciò di cui è sicura è che la felicità e la pienezza di una donna, a dispetto della pressione sociale, non può dipendere dall’esistenza di un’altra vita.

Queste due testimonianze provengono da Annotu, l’archivio vivo di Lunàdigas dedicato ai racconti sulle scelte genitoriali di testimoni parlanti le lingue minoritarie, a partire dalla lingua sarda e dalle sue varietà alloglotte.

Per la serie Monologhi Impossibili ne presentiamo uno impossibile per antonomasia: quello di Wilhelmina Shakespeare, interpretato da Michela Sale Musio

È passato un anno da che Michela Murgia ha lasciato il mondo orfano di lei, la ricordiamo ogni giorno e ogni giorno continuiamo a nutrirci delle sue parole e del suo lascito. Le rendiamo omaggio, grazie alla nostra Claudia Mazzilli, con la recensione di Dare la vita (Rizzoli 2024).

Nel suo libro postumo, Murgia affronta la questione della gestazione per altrə senza semplificazioni e senza ipocrisie, ma anche senza certezze assolute, con la volontà di proiettarsi nel futuro, oltre la sua stessa vita, nel tentativo di superare sia la frattura che si è creata tra le femministe (pro o contro la GPA) sia la paralisi a cui la giurisprudenza è giunta in moltissimi Paesi europei e del mondo (in cui la GPA è da sempre vietata o è stata proibita).

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