Novità di settembre
Mentre il Texas ha varato la legge contro l’aborto più restrittiva degli USA, che chiude a sole sei settimane la finestra di tempo che hanno le donne per decidere se interrompere la gravidanza, in Afghanistan i talebani infrangono una a una le promesse che avevano fatto (a cui solo in malafede si poteva credere).
Non solo le donne afghane non potranno far parte del governo ma “per il momento per ragioni di sicurezza” non potranno più neanche studiare né lavorare.
Si vuole spegnere così ogni germoglio di individualità, ogni desiderio, ogni ambizione, in nome di un unico dovere: fare figli e fabbricare futuri soldati.
Scende il silenzio sull’Afghanistan – anche la musica è vietata – ma le donne non ci stanno, e continuano da giorni a manifestare nelle piazze e nelle strade, o a dare vita a mille forme diverse di protesta e resistenza dalle case in cui sono ormai recluse.
A loro fanno eco e da cassa di risonanza le sorelle sparse per il mondo, che continuano a tenere viva l’attenzione perché tutto questo non venga accettato, normalizzato e alla fine dimenticato.
Lunàdigas si unisce alla lotta al fianco di tutte queste donne, con la forza delle testimonianze dell’Archivio Vivo, un composito mosaico di volti e voci di donne, ognuna da ascoltare con attenzione e cura.
Le protagoniste di questo mese sono Cinzia, Fedora ed Elisabetta, tre donne con tre diversissimi approcci alla maternità e alla non maternità. Chi la maternità l’ha desiderata ma non ha potuto realizzarla, chi ha lasciato scegliere alla vita e chi ha rinunciato perché la propria idea di maternità non ha trovato spazio nel reale, tutte hanno un solo – ma forte – punto in comune: mai madri per forza, mai madri a ogni costo.
Novità anche nella sezione Storie, con due articoli a firma di Claudia Mazzilli, in cui tema centrale è l’aborto: la recensione del romanzo spietato di Merritt Tierse, Carne Viva, e un focus sull’aborto ai tempi del Covid e sul lavoro dell’attivista Rebecca Gomperts, che da anni si occupa di garantire l’accesso a un aborto sicuro per tante donne che vivono in paesi in cui l’interruzione volontaria di gravidanza è soggetta a divieto o a pesanti limitazioni.