Marta Cavicchioni per Lunàdigas
𝑴𝒂𝒓𝒕𝒂 𝑪𝒂𝒗𝒊𝒄𝒄𝒉𝒊𝒐𝒏𝒊 𝒑𝒆𝒓 𝑳𝒖𝒏𝒂̀𝒅𝒊𝒈𝒂𝒔
“Come fare una mostra per Lunàdigas?
Ho provato a farlo con affetto.
Cos’è l’affetto?
Quali e quante possono essere le relazioni affettive?
Per provare a rispondere davvero, bisogna disinnescare le consuetudini sociali e culturali che vedono vogliono l’affetto rinchiuso in ruoli e legami per un ordine sociale efficiente.
Efficiente socialmente, per il capitale, per il consumo, per la produzione.
La confusione nasce, forse, nel voler chiamare affetto quello che è invece un sistema. Nulla ha a che vedere con le emozioni e le relazioni amorevoli che ci muovono: gratuite, sconsiderate e poco efficienti, se non addirittura controproducenti.
Questa esposizione di me e delle mie opere sicuramente non è efficiente.
Forse, se riuscirà a fare breccia nei cuori, sarà, tutt’al più, efficace.
Efficace nel muovere domande, nel fare nascere il desiderio di volersi immaginare.
Nel fare emergere voi insieme a me: noi.
Perché l’affetto si può sommare, non si sottrae, al limite migra per lasciare spazio alle trasformazioni.
Un affetto può essere così efficace
da poterlo sentire, riconoscerlo e nel quale riconoscersi? Ci si può riconoscere in un affetto?
Forse. Chissà.
E allora vi invito al gioco con le parole e i loro significati, reclamo attenzione, coloro i ricordi dellɜ antenatɜ, indosso e abito diritti, impasto bozzoli di possibilità, ballo e mi animo per un ritmo negato, canto di meraviglia e affetto di ogni specie e proseguo su strade in luoghi sconosciuti.
Mi domando se riusciremo a fare insieme un esperimento di opera collettiva e non lo so, ma ci provo. Con affetto, lasciando aperta la porta per meravigliarmi.
E respiro.”
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