40 anni di 194, la lotta per l’autodeterminazione continua
Oggi, 22 maggio 2018, sono passati esattamente 40 anni da quando veniva approvata la legge 194, che nel 1978 rendeva per la prima volta legale in Italia l’interruzione volontaria di gravidanza e anche noi lunàdigas ci teniamo a ricordare questa data che ha sancito con forza l’autodeterminazione delle donne, del loro corpo e della loro vita sessuale e familiare.
Un traguardo raggiunto con fatica, grazie alle lotte del movimento femminista e solo dopo il sacrificio di tutte quelle donne che non ce l’hanno fatta e hanno perso la vita a causa di pericolosissimi aborti clandestini.
Non sono stati 40 anni facili.
Le spinte anti-abortiste sono continue e non si fermano, anno dopo anno. Solo pochi giorni fa a Roma è comparso un manifesto con su scritto: “L’aborto è la prima causa di femminicidio nel mondo”, con cui i cosiddetti movimenti “pro-vita” hanno strumentalizzato la violenza contro le donne per portare avanti la loro propaganda contro la libertà di scelta.
Ma a remare contro è anche l’altissima percentuale di ginecologi obiettori di coscienza nelle strutture pubbliche, che arriva a una media nazionale del 70% e in certe regioni sfiora e supera il 90%. Una situazione che costringe tante donne a dover spostarsi in altre città o addirittura regioni per poter avere accesso a una ivg sicura.
Non tutte possono permetterselo e così gli aborti clandestini tornano ad aumentare in modo esponenziale (si parla di circa 50-60mila casi l’anno), anche a causa di una mancata educazione alla sessualità e alla contraccezione nelle scuole e tra le fasce più deboli della popolazione: tante ragazze e tante donne si ritrovano incinte e ricorrono alla clandestinità perché completamente all’oscuro dei metodi anticoncezionali disponibili e della possibilità di abortire in modo legale e sicuro.
L’anniversario di questa importante legge, ancora assente in troppi Paesi del mondo dove le donne non sono ancora libere di abortire (senza andare troppo lontano, in Irlanda e a Malta), sia quindi un’occasione per riflettere su quanta strada c’è ancora da fare per una piena e consapevole libertà di scelta e su quanto sia importante non abbassare mai la guardia: i diritti non vanno mai dati per scontati ed è necessario rivendicarli a gran voce ogni giorno.