“Anche se posso biologicamente, non vuol dire che diventerò mamma”

Ringraziamo Flavia per averci raccontato la sua esperienza.

Mi dichiaro childfree ad ogni occasione. Dico sempre che sono nata come una donna biologicamente in grado di procreare ma senza nessun istinto e intenzione di farlo.
Se il corpo potrebbe, la mente non l’ha mai considerato. Non ho neanche dovuto pensare al fatto se volere figli o no, non mi ha mai sfiorato l’idea semplicemente perché già a 9 anni sentivo che non sarei mai stata una madre, non era cosa che potesse sfiorarmi perché non era parte di me.
Ho sempre detto e dico: “Chiedete a me di diventare madre e chiedete a un leone di nutrirsi di insalata: vi daremo la stessa risposta”.
Avere una “capacità” innata, una predisposizione anatomica e biologica non vuol dire automaticamente anche il volere quella cosa.
Non ho mai visto nell’essere madre la realizzazione della donna, non ho mai creduto al mito di “sopravvivere nel mondo” lasciando qualcuno uguale a me, con la mia genetica: ho sempre pensato che la mia realizzazione devo crearmela io personalmente, io come Flavia, con le mie parole, con i miei gesti, con i testi che scrivo, con la carriera che voglio perseguire, con l’associazione animalista che voglio fondare e tanto altro ancora.
Poi, quei figli che non ho voluto dovrebbero ringraziarmi: ringraziarmi di aver loro risparmiato angosce, pianti, guerre, preoccupazioni, depressioni, ansie, guai, potenziali malattie, sofferenze, delusioni amorose che spezzano il cuore, inquinamento, catastrofi ambientali, incertezze, disoccupazione, bullismo, odio, nemici e tanto altro.
La gente si preoccupa di avere qualcuno cui lasciare l’eredità, io dico loro che associazioni di intento nobile come Greenpeace, il Wwf e la Lav sono ben meritevoli di ricevere tutto il sostegno possibile.
Sono davvero felice di esser nata childfree e davvero non potrei immaginarmi diversamente.
Flavia C.
30 anni