La testimonianza di Laura
Quello che alcuni considerano un vuoto per me è uno spazio riempito da tante cose.
La testimonianza di Laura, che racconta la sua scelta di non essere madre.
Vorrei condividere con voi queste righe scritte di getto dopo aver letto della vostra esistenza.
Sono Laura, ho 45 anni e non mi sono mai vista madre e moglie. Nella mia memoria sono presenti e nitidi i ricordi dei miei desideri di bambina, di adolescente, di giovane donna. I miei progetti di vita sono e sono stati tanti, le idee, i sogni… ho cercato e cerco di realizzarne quanti più possibile. Da bambina con determinazione, da adolescente con impazienza e incoscienza, da donna con impegno. I rischi non mi hanno mai spaventata, me ne sono presa totale carico e la certezza che le mie scelte dipendessero solo da me e influissero principalmente solo sulla mia vita è stato sempre un enorme sollievo.
Ho un bel rapporto con la maggior parte dei bambini, ma questo non mi ha mai impedito di pensare che non ne volevo.
Non volevo l’esclusiva, per lo meno. Perché sono anche convinta che siamo figli, genitori, fratelli e sorelle di tutte e tutti.
Ma questo è un impegno condiviso.
Spesso penso di essere troppo responsabile per prendermi, per un lunghissimo tempo, la responsabilità della vita di un altro essere vivente, che sia un bambino, un animale, un adulto con dipendenza affettiva o che deleghi a me la realizzazione della sua felicità e persino di una pianta.
“Queste cose sono per gli irresponsabili” mi dico.
Voglio essere libera di fare e disfare. Di cambiare totalmente vita se ne ho voglia.
Non dico che la libertà passi o passi solo per questa scelta, ma per me non ne vedevo e non ne vedo altre.
Per me è stato un normale corso degli eventi. Non ho dovuto rifletterci su, è stata una consapevolezza presente e naturale, che non ho mai vissuto con dubbio.
Sono grata per questa condizione che vivo, in fondo spesso si diventa madri senza pensarci troppo, quindi credo di aver avuto anche un pizzico di fortuna e se non sono molte le cose a spaventarmi, la maternità e il matrimonio hanno sempre suscitato in me un po’ di paura.
Non ho nulla contro il desiderio di genitorialità degli altri ma sicuramente a volte mi irrita il modo in cui viene raccontato e vissuto.
Il fatto che venga trasmessa l’idea che essere genitori sia sufficiente a realizzare una vita o addirittura più di una. Gli adulti che mancano di lucidità quando parlano dei bambini, conferendo loro dei super poteri che non hanno. E la genitorialità che non lascia spazio ad altro né per se stessi, né per gli altri.
Credo che ci sia molto più egoismo in questo atteggiamento che nel mio.
Non avendo figli e vivendo le relazioni di coppia per il tempo che hanno ragione di durare la mia vita è stata ed è piena di interessi, di esperienze, di pensieri, di incontri e di affetti.
L’idea che spesso si fanno gli altri che io abbia un sacco di tempo libero mi fa ridere, perché quello che alcuni considerano un vuoto per me è uno spazio riempito da tante cose.
Un altro aspetto che mi ha portata a non diventare madre è stata la volontà di ricerca del mio pensiero e di me stessa, della comprensione di quello altrui e degli altri, della vita, della morte, della natura.
Non avrei potuto essere un’esistenzialista. La mia vita si sarebbe realizzata nel quotidiano e nel concreto, in un luogo e in un tempo sempre limitato.
Ho sempre visto queste rinunce come una dannazione.
Non credo sia giusto doverci spiegare o giustificare (con chi ha una visione morbosa della nostra scelta o condizione) ma trovo davvero fantastico che se ne possa parlare… come qualsiasi altro aspetto dell’esistenza e con onestà.